#Messina. PD e centrodestra in cerca d’autore e l’UDC alla finestra
Da Milazzo e Barcellona era iniziato un ciclo politico. La crisi della destra di Nania e Buzzanca, l'ipertrofia senza unità del PD di Genovese, il ruolo defilato ma decisivo dell'UDC di D'Alia e i passi confusi dei movimenti civici.
E da lì si riparte. Questa volta in contemporanea, dopo l'approvazione della sfiducia al sindaco di Barcellona Maria Teresa Collica, mentre qualche anno fa le elezioni di Milazzo hanno preceduto di un paio d'anni quelle della città del Longano.
Il quadro politico appare ancora più fluido. Il centrodestra è un vero e proprio arcipelago, senza punti di rifermento, mentre il PD nonostante la crisi del genovesismo rimane ancor più diviso e frammentato.
A tenere botta l'UDC, che pare avere preso gusto a decidere i sindaci: una forza coesa spesso determinante. I movimenti civici sono un po' a corto di fiato, come testimonia non solo la caduta della Collica, ma anche la crisi latente dell'esperienza Accorinti a Messina.
Per qualche osservatore, i fatti di Barcellona rappresentano la rivincita della politica dei politici rispetto alla politica dei cittadini. In realtà, forse è il caso di evitare giudizi così netti.
La Collica si ricandida perché “è la città che deve eventualmente sfiduciarmi”, come ha dichiarato. Il centrodestra barcellonese pensa ai nomi da mettere in campo (Roberto Materia o Candeloro Nania), ma non è così scontato che la città risponda all'appello a un ritorno al passato.
Nel PD, che si è spaccato sulla votazione nella mozione di sfiducia, la confusione regna sovrana. Il segretario cittadino Francesco Russo ha presentato da tempo le proprie di dimissioni e a reggere la situazione un coordinamento rappresentativo dei circoli e delle sensibilità. Ma, come l'ultima volta, il PD rischia di trovarsi da una parte diversa rispetto al proprio elettorato, che alle scorse amministrative votò in massa la Collica.
A Milazzo invece l'intero campo è occupato da uno scontro che riguarda il PD. Il sindaco uscente Carmelo Pino, diventato tesserato democratico online, ha preteso di partecipare alle primarie dalle quali lo avevano escluso i circoli locali.
Pino, esauriti i ricorsi interni, ha portato il PD in tribunale ottenendo ragione dal giudice. Sospese le primarie, l'antiPino per eccellenza, Giovanni Formica, ha già ufficializzato la propria candidatura. Mentre pare che pure l'ex sindaco Lorenzo Italiano stia pensando a un proprio ritorno in campo.
In entrambe le situazioni alla finestra sta l'UDC. D'Alia scruta insieme ai propri riferimenti locali e alla fine deciderà con chi allearsi e chi sostenere. Già, perché le due cose non necessariamente coincidono.
Tendenzialmente, gli uomini di D'Alia si alleano con il candidato più forte per poi sostenere quello più debole. Ovviamente non per generosità, ma per mero calcolo politico. I candidati sono avvertiti.