#Messina. Patto di ferro tra ATM e GTT, Gioveni: “Troppe cose da chiarire”

Nessun beneficio dal patto di ferro tra l'Azienda Trasporti di Messina e la GTT di Torino, che alla partecipata di Palazzo Zanca ha venduto 15 autobus che altrimenti avrebbe rottamato, due dei quali già fermi per dei guasti. A chiedere chiarezza sui rapporti tra le due società è il consigliere comunale UDC Libero Gioveni.
“L'incidente al tram di ieri, quasi annunciato visto che pare sia stato più volte segnalato, che ha interrotto l'esercizio e causato quindi ripercussioni sul trasporto pubblico locale, non può non farci tornare indietro nel tempo al 22 maggio 2014, giorno della conferenza stampa di presentazione del nuovo direttore generale dell'ATM Giovanni Foti -ricorda Gioveni.
Ero presente in quell'occasione e ricordo le parole e soprattutto le promesse fatte dal manager proveniente dall'azienda di trasporto torinese GTT che, a detta di Foti, doveva e poteva essere determinante per la ripresa della sua omologa ATM.
Sono trascorsi ben 6 mesi e mezzo da allora -sottolinea ancora l'esponente UDC- e fatto salvo l'arrivo di alcuni bus da Torino (rispetto ai quali però non si sono ancora comprese le condizioni economiche del loro passaggio), non sembra si siano avuti ulteriori benefici o sviluppi da questa sorta di patto di ferro tra ATM e GTT”.
Rispetto a questa liaison sono diversi i nodi da sciogliere. A partire da modi e risorse con i quali l'azienda torinese è intervenuta nella manutenzione delle vetture del tram “visto che Foti in quella famosa conferenza stampa del 22 maggio scorso aveva dichiarato che l'azienda piemontese avrebbe dato in questo particolare settore il suo prezioso contributo -puntualizza Gioveni”.
Da chiarire anche se è vero quanto si sussurra in azienda rispetto “alla cessione alla GTT di 2 vetture del tram già cannibalizzate, utilizzate solo all'inizio in qualche rara occasione ma che con poche risorse potrebbero senz'altro essere reimpiegate in esercizio qui a Messina. Se ciò risultasse fondato, questa operazione costituirebbe il prezzo da corrispondere per l'arrivo a Messina degli autobus torinesi? Se ciò, invece, non dovesse essere vero e se la GTT avesse contribuito con materiali, mezzi e risorse alla manutenzione dei tram, che interesse può avere un'azienda a prestarsi o a donarsi fuori dalla propria sede senza avere un minimo tornaconto?”.
E non è tutto. Perché il consigliere Gioveni chiede cosa ne sia stato dell'installazione dei semafori intelligenti, se si ha l'intenzione di programmare e riformare totalmente la manutenzione della tramvia con un vero processo di internalizzazione (così come chiesto in più occasioni dal sottoscritto) e a a che punto è la stesura del Contratto di Servizio tra Comune e ATM”.
L'esponente UDC ritiene opportuno un passaggio in Commissione viabilità dell'assessore alla Mobilità urbana Cacciola e dello stesso direttore Foti perché spieghino “cosa sia accaduto o cosa non abbia funzionato” e per tracciare un primo bilancio dei primi 200 giorni di mandato del manager.
Se ci fosse ancora il senso della vergogna e della dignità alcuni problemi sarebbero stati risolti già da molto tempo! Ma poiché la classe politica messinese è di bassissimo profilo e in tutti questi anni non si è mai preoccupata del bene comune, i nostri problemi sono diventati cronici e quasi ingestibili. Ma come volete che vada avanti l’azienda pubblica dei trasporti, quando buona parte di chi prende il tram o l’autobus non paga il biglietto? Ma come deve andare avanti l’azienda? Chi paga lo stipendio agli autisti? Ma non lo vedete che a Messina non vengono esposte neppure le tabelle degli orari del tram peraltro già rovinate dai vandali come pure quelle degli autobus? Invece di fare discorsi incomprensibili perché non ripristinate la figura del controllore fisso a bordo che assicurava le entrate all’azienda servizi come avveniva negli anni 60 pagliacci che non siete altro?