#Messina. Occupazione ex Foscolo, lettera alla città di una militante

Il liscio alla ex scuola Ugo Foscolo
Il liscio alla ex scuola Ugo Foscolo

Lettera di un'attivista del Collettivo Teatro Pinelli, Giulia Zuccotti, che spiega le ragioni dell'occupazione della ex scuola Foscolo in via Palermo.

Riaperta dopo anni di abbandono e trasformata in un centro sociale dove si organizza il doposcuola gratuito (non tutti gli studenti hanno i genitori docenti universitari o che si possono permettere di pagare lezioni extra), il pranzo della domenica per chi fa fatica a mangiare qualcosa anche negli altri giorni della e momenti di socializzazione per gli anziani, ché difficilmente con una pensione sociale ci si può permettere cineforum e the delle cinque.

“Mi chiamo Giulia Zuccotti e sono un'occupante della ex scuola Ugo Foscolo. Scrivo questa lettera, rivolta alla città, perché sento di dover spiegare ciò che rappresenta per me e per le mie compagne e i miei compagni, questa esperienza. L'occupazione è iniziata il 2 gennaio e porta avanti attività per un quartiere popolare in cui la politica istituzionale è stata sempre assente.

Posso iniziare con il doposcuola che facciamo ogni martedì e giovedì pomeriggio e che ha consentito ad alcuni bambini di riaprire un , un libro che quasi nessun bambino ormai apre facilmente, perché oggi la scuola privilegia sempre più “i bravi meritevoli” e “gli svogliati” o “i figli dei carcerati che parlano in dialetto” sono immediatamente condannati a una bocciatura scolastica perché “casi complicati”.

Una bocciatura che a lungo andare diventa un'emarginazione dalla nostra società. Posso continuare con il cineforum per gli adolescenti, molti dei quali hanno deciso di non andare più a scuola. Un cineforum che ha permesso a militanti pinellini e adolescenti di iniziare un percorso sicuramente non lineare, pieno di contraddizioni, ma che ha portato alla sperimentazione di un originale e autentico laboratorio dei beni comuni.

Tutto ciò in netto contrasto con le menzogne di chi scrive di una folle contesa della scuola tra occupanti e ragazzi del rione Giostra. Ogni domenica pomeriggio inoltre, in questa scuola occupata organizziamo il ballo di liscio per persone anziane, un'attività che tira fuori un'energia e una gioia immensa a persone che hanno bisogno di momenti di svago e di socialità in una città che sa solo ghettizzare.

Stiamo anche lavorando sodo per preparare, sempre la domenica, una mensa popolare anticrisi, viste le crescenti difficoltà economiche di molti cittadini e una sera a settimana facciamo degli aperitivi di autofinanziamento per la realizzazione di una palestra popolare.

Aperitivi che non sono affatto i festini descritti. Potrei concludere con tante altre attività che sono costantemente proposte, ma purtroppo i metodi dei vigili urbani mandati da qualche ignota figura istituzionale del Comune di Messina hanno interrotto questi processi di realizzazione di beni autogestiti da una variegata collettività.

Abbiamo più volte chiesto spiegazioni, ma l'amministrazione comunale che ha fatto campagna elettorale sulle spalle degli ultimi e fa dell'antimafia e della trasparenza la sua parola d'ordine, niente vede e niente sa, coprendo tutto con silenzio e omertà.

Apprendo che si sta preparando uno sgombero con i fiocchi per la scuola Ugo Foscolo, dal momento che lunedì scorso la polizia municipale ha predisposto un esposto alla Procura affinché si proceda al nostro allontanamento coatto dallo stabile occupato.

Arrivati a questo punto mi chiedo dove studieranno i ragazzini che hanno ripreso a farlo nel momento in cui “le civilissime istituzioni” di questa città faranno sgomberare con un esercito di forze dell'ordine la Foscolo. Mi chiedo in quale vicolo cieco staranno i ragazzi che partecipano al cineforum quando questo sarà interrotto con la violenza di un'ordinanza. Mi chiedo quanti momenti di solitudine passeranno gli anziani quando saranno privati di un luogo dove poter scatenare la propria passione per il ballo o semplicemente stare in piacevole compagnia.

Nonostante le saldature, nonostante il metodo mafioso della colla nel lucchetto dei cancelli, nonostante la luce staccata, nonostante gli striscioni strappati e buttati nel cassonetto, io sono ancora qui con le mie compagne e coi miei compagni a combattere per tenere aperta la Foscolo.

Sono qui a sporcarmi le mani in un quartiere che per troppi anni è stato violentato dalle mosse opportuniste della malapolitica e dall'indifferenza delle istituzioni, che hanno preferito lasciare che si costruissero ghetti di disperazione in un rione popoloso come quello di Giostra.

Sono qui perché penso che occupare uno spazio lasciato in abbandono per aprirlo a un quartiere sia la migliore forma di sperimentazione di un percorso dei beni comuni. Un percorso che deve essere iniziato dal fondo del fango seminato dalla corruzione che la nostra amministrazione dice di combattere e non dagli eleganti salotti da cui escono fuori delibere astratte.

Non so come andrà a finire. Sicuramente userò con le mie compagne e i miei compagni, tutte le mie forze per impedire lo sgombero della Foscolo e soprattutto a chi ci vuole male dico: “Potrete riuscire a sgomberare i nostri corpi dalla scuola a suon di manganelli, di denunce, di metodi infami ma non vi libererete mai di noi e del nostro desiderio di occupare ogni posto abbandonato di questa città in cui gli oppressi diventino protagonisti di una bellezza infinita”.

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Elisabetta Raffa

Giornalista professionista dal secolo scorso, si divide equamente tra articoli di economia e politica, la cucina vegana, i propri cani, i libri, la musica, il teatro e le serate con gli amici, non necessariamente in quest’ordine. Allergica ai punti e virgola e all’abuso dei due punti, crede fermamente nel congiuntivo e ripete continuamente che gli unici due ausiliari concessi sono essere e avere. La sua frase preferita è: “Se rinasco voglio essere la moglie dell’ispettore Barnaby”.

Un pensiero su “#Messina. Occupazione ex Foscolo, lettera alla città di una militante

  • 27 Marzo 2015 in 21:59
    Permalink

    Mai stato a Messina.

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