Messina, manifestazione nopontista: i marciatori danno i numeri
MESSINA. Ancora una volta i numeri dei marciatori noponte non tornano. Andare al rialzo va bene, da che mondo è mondo quando c'è una manifestazione gli organizzatori danno una cifra, la Questura un'altra, si fa una media e ci si avvicina alla realtà. Oggi però i manifestanti hanno proprio esagerato: secondo i dati della Questura erano in 2.000, a noi sono sembrati intorno ai 3.000, ma stando al comunicato mandato alle redazioni, gli organizzatori dicono: “Quanti eravamo? Forse 10.000, forse 15.000, non importa, è stata comunque la grande risposta che ci aspettavamo non soltanto dalla nostra città e dall'area dello Stretto, ma dalle tante e tanti che da ogni parte d'Italia sono venuti per dimostrare che la questione ponte è una questione nazionale e che le risorse previste per il ponte vanno (grave errore di grammatica, in italiano abbiamo solo due ausiliari: essere e avere, ndr) destinate per affrontare i reali problemi del meridione (Meridione si scrive con la maiuscola, ndr) e del Paese intero”.
Dicono “non importa” e invece no: i numeri sono numeri e non si possono dare a casaccio, solo per dimostrare di avere ragione, tentando disperatamente di far dimenticare che alle ultime elezioni i nopontisti messinesi non sono riusciti a eleggere neanche un consigliere comunale e che il loro candidato sindaco, l'ex accorintiano Gino Sturniolo, anche lui oggi presente alla marcia, è riuscito ad arrivare solo all'1,78% dei voti. Per non parlare della coalizione grillopiddina, che ha portato in Consiglio comunale solo due consiglieri del PD e che se è riuscita a superare il 20% è stato solo per il prestigio personale del candidato Franco De Domenico, che si è piazzato terzo prendendo la metà dei voti del sindaco Federico Basile, che ha superato le 44.000 preferenze.
Dando prova di un‘ipertrofia dell'ego degna di ben altra causa e dimenticando che c'è una legge dello Stato passata in Senato con una maggioranza schiacciante (103 i voti favorevoli, 49 i contrari e 3 gli astenuti) il 25 maggio scorso, i nopontisti hanno anche dichiarato: “continueremo a essere vigili per impedire lo sfregio del nostro Stretto”. Interessante affermazione, visto che sulle tonnellate di cemento che hanno distrutto al zona nord per creare ville e villette destinate agli ozi estivi di chi se le poteva permettere, i nopontisti non hanno vigilato per nulla, permettendo, questa volta sì, lo sfregio di un territorio. Quando il corteo partito alle 15.30 da piazza Cairoli è arrivato a piazza Duomo, dopo alcuni interventi (ma dei big nazionali nopontisti, a partire da Schlein e Conti neanche l'ombra) è stato letto quello che gli organizzatori hanno definito “un lungo elenco di personalità del mondo della società civile e della cultura che hanno voluto manifestare la loro vicinanza alla lotta no ponte”. Appena 31 nomi: anche in questo caso il numero non corrisponde alla realtà dei fatti. Il dato certo è uno: per essere più di 200 i nopontisti messinesi si devono appoggiare, sempre con scarso successo visto il flop odierno di una manifestazione annunciata come nazionale, sempre a una sfilza di associazioni, partiti, partitini e sindacati vari, ché da soli proprio non ce la fanno.