#Messina. Mancati pagamenti, tra i debitori dell’AMAM c’è anche l’IACP
Crediti per 60 milioni e due contenziosi per 19. Mentre si è in attesa del via libera dall'AEEG, l'Autorità Garante per l'Energia elettrica e il Gas, degli aumenti. E tra i debitori più ostinati dell'AMAM c'è l'Istituto Autonomo Case Popolari.
“Quello minimo previsto per legge -spiega Alessandro Anastasi, che presiede la società partecipata dal 2012. Lo abbiamo previsto nel Piano Economico Finanziario decennale di supporto al Piano di Riequilibrio del Comune e aspettiamo l'autorizzazione dell'Aeeg. L'ultimo risale al 2009 e nel 2012 c'è stato un adeguamento Istat”.
Per quanto riguarda le morosità, riguardano soprattutto condomini ed enti pubblici, come per esempio l'IACP. “È quello che ci dà più problemi –chiosa Anastasi. Ci deve tra i 2 milioni e mezzo e i 3 milioni di euro. Se incassassimo tutti i crediti, non avremmo problemi. È sul piano della riscossione che si combatte la vera battaglia. Lo scorso anno abbiamo indetto un bando europeo da 6 milioni di euro per l'affidamento del servizio ma l'abbiamo sospeso perché il Comune preferisce tentare altre vie”.
Il riferimento, come si legge nel verbale della seduta del Consiglio di Amministrazione del 19 febbraio scorso, è alla decisione di Palazzo Zanca di utilizzare il personale della ex Feluca per creare un ufficio dedicato esclusivamente al recupero crediti, evitando il ricorso a ditte esterne.
Diverso il discorso per quanto riguarda i due contenziosi. Il primo è con l'Enel, per fatture relative al biennio 2009-2009, che i vertici del tempo giudicarono esagerate e non pagarono. L'Enel rispose mettendo l'AMAM in regime di salvaguardia e adesso le due società sono in Tribunale per discutere di un decreto ingiuntivo da ben 12 milioni di euro.
“Al di là degli aspetti giudiziari -spiega il presidente Anastasi- abbiamo sempre tenuto un canale aperto per verificare le condizioni di un piano di rientro. Ne ho proposto uno decennale e confidiamo ancora che la cosa vada a buon fine”. In ogni caso, da diversi anni l'Azienda di viale giostra ha scelto ENI come fornitore e l'energia necessaria per far funzionare le pompe di sollevamento costa mediamente 750 mila euro”.
Rapporti più sereni invece con l'Ente Acquedotti Siciliani, cui l'AMAM deve 7 milioni e non più 8. “Sono state effettuate le verifiche contabili ed è stato accertato un debito più basso di un milione –chiarisce ancora Anastasi. Tutto risale al 2002-2003. Lo scorso febbraio abbiamo siglato un piano di rientro di 65 rate. Si tratta di un accordo a interessi zero, conveniente per entrambi, frutto della mia volontà caparbia di individuare soluzioni diverse”.
La fatturazione del 2014 è stata chiusa il 31 marzo scorso. L'ultimo bilancio approvato risale al 31 dicembre 2013, quando è stato registrato un utile di 501 mila 739 euro, mentre nel 2012 è stato di 402 mila 176 euro. Sempre alla fine del 2013 i crediti accertati toccavano quota 84 milioni 710 mila 421 euro e i debiti 81 milioni 690 mila 626 euro.