#Messina. Libertà di stampa e ansia da querela

El sueño de la razón produce monstruos (acquaforte di Francisco Goya)
El sueño de la razón produce monstruos (acquaforte di Francisco Goya)

Il sonno della ragione genera mostri. Mai titolo di un'opera di Goya fu più profetico. E uno dei mostri potrebbe essere la mancanza di senso dell'umorismo, accompagnata da una buona dose di autoreferenzialità, che spinge a minacciare di querela chiunque si opponga al Verbo. Non quello neotestamentario, ovviamente, ma quello accorintiano.

Ancora una volta l' Accorinti dimostra insofferenza verso tutto ciò che non le è gradito. Altri colleghi ci sono già passati e adesso tocca a noi di Sicilians.

Avere ironizzato sull'assessore Panarello, sulle sue rare apparizioni in pubblico e sulla sua presenza alla cerimonia per la Festa della Liberazione lo scorso 25 aprile deve avere toccato corde dell'esecutivo a noi nascoste se, come ci informano oggi dall'ufficio stampa del Comune di Messina “l'Amministrazione sta valutando se la grave offensività delle affermazioni contenute nella nota, che appaiono travalicare i legittimi confini del diritto di critica, sia meritevole di tutela in sede giudiziaria”.

Il tutto a chiusura di una lettera (scritta su carta priva di qualsiasi intestazione e senza alcuna firma in calce, ma l'abbiamo presa per buona visto l'indirizzo dal quale ci è arrivata) in cui il sindaco Renato Accorinti definisce un articolo dichiaratamente satirico “quel commento giornalistico, alquanto lesivo della dignità e della professionalità di un esponente della Giunta municipale, che mi onoro di rappresentare. Io e gli otto assessori lavoriamo in assoluta e perfetta sinergia per il bene della Città e mai come questa volta la costruzione dell'Esecutivo è stata figlia di scelte libere individuali e non di spartizioni politiche. L'invito quindi è quello ad utilizzare la massima correttezza nell'esprimere giudizi e sui contenuti degli stessi”.

Ora, nessuno pretende che il sindaco, gli assessori e i loro sodali ricordino al volo chi è Cosimo Piovasco di Rondò e perché guardi dall'albero Messina o l'ovvia relazione con Calvino e Le città invisibili, ci mancherebbe.

Ma resta il fatto che ancora una volta in questa città si attacca la libertà di stampa, che consiste non solo nel riportare i fatti o nell'esprimere opinioni quando il ruolo lo consente, ma anche nel pubblicare articoli ironici e dissacranti.

Minacciare querele è da sempre un segno di debolezza. Querelare, nel caso si arrivasse a tanto, chi in maniera costante analizza comportamenti e decisioni dai quali l'amministrazione Accorinti non ne esce troppo bene (e non sicuramente per volontà di Sicilians o delle altre testate, locali e non, che seguono le vicende di Palazzo Zanca) riportando di volta in volta con correttezza ciò che succede solo perché quello che si non piace, è ancora peggio.

Attaccarsi a sviste (ebbene sì, oggi è stata attribuita a un assessore la delega di un altro: una volta ti obbligavano a imparare a memoria le tabelline, oggi le deleghe della Giunta Accorinti) perdendo di vista il tessuto complessivo di un articolo, che dall'errore non è comunque compromesso, è roba da asilo Mariuccia.

In ogni caso, nel Decreto Sindacale n° 3 del 26 gennaio 2015 la delega al è attribuita sia a Tonino Perna che a Patrizia Panarello e quindi : “Perché guardi la pagliuzza che è nell'occhio del tuo fratello, e non t'accorgi della trave che è nel tuo? Come puoi dire al tuo fratello: Permetti che tolga la pagliuzza che è nel tuo occhio, e tu non vedi la trave che è nel tuo? Ipocrita, togli prima la trave dal tuo occhio e allora potrai vederci bene nel togliere la pagliuzza dall'occhio del tuo fratello” (Luca 6, 41-42).

Nel 2012 siamo stati querelati da una persona dell'entourage dell'ex sindaco Buzzanca per avere scritto la verità basandoci su dati e documenti ufficiali. Si pensava che con il new deal di Accorinti, paladino della libertà propria e altrui, almeno fino a quando non ha salito scalzo le scale di Palazzo Zanca, cose del genere non sarebbero più accadute.

Invece sì. Succedono ancora e persino più spesso. Perché quellichecisonoadesso sono identici a quellichec'eranoprima. Qualche cravatta in meno, magari un paio di congiuntivi corretti in più, ma la sostanza è sempre la medesima.

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Elisabetta Raffa

Giornalista professionista dal secolo scorso, si divide equamente tra articoli di economia e politica, la cucina vegana, i propri cani, i libri, la musica, il teatro e le serate con gli amici, non necessariamente in quest’ordine. Allergica ai punti e virgola e all’abuso dei due punti, crede fermamente nel congiuntivo e ripete continuamente che gli unici due ausiliari concessi sono essere e avere. La sua frase preferita è: “Se rinasco voglio essere la moglie dell’ispettore Barnaby”.

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