Messina, i due anni di Basile & C.: ottimismo nella narrazione ma la realtà è ben diversa
MESSINA. A due anni dall'insediamento dell'amministrazione di Federico Basile, il sindaco e la sua Giunta hanno presentato un bilancio delle proprie attività. Ma all'ottimismo e alla narrazione delle “magnifiche sorti e progressive” raccontati durante la conferenza stampa di oggi, corrisponde una realtà ben diversa, a partire da quanto avviene in Consiglio comunale. Partiti in pompa magna a giugno 2022 con ben 23 consiglieri su 32 tra diretti e “indotto”, dopo appena 10 mesi Basile e i suoi erano scesi a 15, adesso sono 13 e non è detto, dopo la clamorosa sconfitta di Cateno De Luca alle europee nonostante il primato in città, che non ci siano altre fughe.
Il dato evidente è che l'abbandono di diversi consiglieri comunali della maggioranza a Messina (a dare il la fu Cosimo Oteri pochi mesi dopo l'elezione di Basile, poi seguirono la rottura con la Lega e l'abbandono anche di Giulia Restuccia, Emilia Rotondo, Sara D'Arrigo e Sara Di Ciuccio) segnala un'innegabile crisi di leadership del sindaco, con la perdita di dieci consiglieri. Evento che riflette non solo problemi di leadership politica, ma anche, come gli rimprovera a ogni pie' sospinto l'opposizione, capacità di mediazione e dialogo del sindaco, nonostante le affermazioni di quest'ultimo. Due i dati sulla debolezza di Basile: l'incapacità di mantenere una coalizione coesa (a parlare sono i numeri dell'Aula) e la fortissima influenza esterna del suo mentore Cateno De Luca che, evidentemente a ragione, come poi hanno dimostrato i risultati delle europee, mescolando res publica (l'amministrazione di Messina) e res privatae (la sua campagna elettorale), ha preteso e ottenuto tramite il primo cittadino le dimissioni, depositate ma non protocollate, dell'intera Giunta e dei Consigli di Amministrazione delle società partecipate, accusati di non supportarlo abbastanza nella sua corsa a Bruxelles. Insomma, al di là delle dichiarazioni degli ultimi due anni di Basile e dei suoi assessori, si ha non solo la percezione di una leadership autoritaria e poco dialogante, come accusa l'opposizione, ma anche una scarsa autonomia, come testimoniano le dimissioni di massa pretese e ottenute da De Luca.
Insomma, se c'è un grande ottimismo nel narrare una città che sta cambiando volto, questo il tema fondamentale della conferenza stampa di oggi, i dati che adesso andremo a esaminare sembrano raccontare ben altro. Durante la campagna elettorale De Luca e Basile aveva promesso uno sviluppo sostenibile, un miglioramento della qualità della vita e politiche sociali inclusive. Ma alcuni problemi come il disagio sociale, la fuga dei giovani e le imprese al collasso sono rimasti irrisolti e si sono addirittura aggravati.
Vecchi progetti e mancanza di innovazione
Gli assessori e i presidenti delle società partecipate hanno illustrato i progetti e le iniziative avviate dalla precedente amministrazione, senza però presentare nuovi progetti o finanziamenti dell'esecutivo attuale. Nessun riferimento è stato fatto alla perdita di una prima tranche di 19 milioni di euro del Programma Operativo Nazionale (PON) 2014-2020 non rendicontati entro il 2023 né alla revoca dei finanziamenti per progetti inclusi nel Piano di Rigenerazione Urbana, come il progetto “Dopo di noi” nella ex Città del Ragazzo, dovuta all'impossibilità di rispettare il termine di chiusura del PNRR previsto per giugno 2026. Il PN Plus, presentato oltre un anno e mezzo fa alla città come finanziamento già assegnato e con possibilità di spesa immediata, è ancora in fase di valutazione presso il ministero degli Affari europei, delle politiche di coesione e del PNNR e non è detto, come segnalato da chi scrive già nel febbraio dell'anno scorso, che l'esito sia positivo visti i criteri utilizzati nella selezione dei progetti inseriti dai singoli assessori. Questo quadro evidenzia una mancanza di capacità di pianificazione e programmazione di nuove iniziative e di attrazione di nuovi finanziamenti, marcando la differenza con la gestione dell'ex assessore Carlotta Previti, le cui deleghe relative a questo settore sono state trasferite o mantenute, fatto senza precedenti, non a un altro assessore o al sindaco stesso, ma al direttore generale Salvo Puccio. Fatto questo, sul quale a breve ci sarà molto da dire e da scrivere.
Ritardi burocratici e perdite economiche
Uno dei casi più emblematici è quello dell'I- Hub. Il sindaco stesso ammette rallentamenti burocratici nel processo di demolizione degli immobili, ma questi ritardi hanno causato il definanziamento dell'opera prevista nel PON Metro 14-20 e la perdita dei benefici legati alla Zona Economica Speciale (ZES). Questa lentezza è ancora più evidente se confrontata con la vicina città di Catania, dove è stato recentemente annunciato un impianto pilota per microchip del valore di 19 milioni di euro, parte di un investimento complessivo di oltre 5 miliardi di euro finanziati dall'UE CHIPS ACT per il Silicon Carbide Campus di ST, il più grande investimento per un hub tecnologico in Europa.
Mobilità sostenibile e proteste
Il vicesindaco nonché assessore alla Mobilità Salvatore Mondello (il cui progetto del tram volante che tanta ironia ha suscitato tra gli avversari politici è stato frettolosamente archiviato già nei primi mesi della sindacatura De Luca) si limita a parlare del progetto “Messina città accessibile” e dell'edilizia scolastica, entrambi avviati dalla vecchia amministrazione, glissando sui problemi legati a mobilità sostenibile, parcheggi progettati senza alcuna armonizzazione con il contesto urbano e posizionati in modo apparentemente casuale, isole pedonali che hanno messo in evidenza una serie di problemi di pianificazione e gestione, piste ciclabili realizzate senza un preventivo studio in termini di impatto sul commercio locale e molto altro ancora. Le politiche di sostegno ai commercianti si sono limitate a concerti costosi che non hanno avuto alcun effetto positivo a lungo termine sulla fuga dei giovani o sull'economia locale.
Crisi delle risorse idriche
Sul fronte delle risorse idriche l'AMAM riporta dati relativi al progetto H24, lanciato da Cateno De Luca, che promise acqua 24 ore su 24 entro il 2023, che appare ormai come una chimera. La grave questione della siccità è affrontata da Basile con ordinanze, come l'ultima, che impongono serie restrizioni sull'uso dell'acqua e la città, che ancora combatte con l'acqua erogata a singhiozzo, si domanda quanto siano stati davvero utili i lavori effettuati da novembre in poi, quando era stata promessa una soluzione definitiva del problema, salvo poi registrare una frettolosa marcia indietro con l'affermazione che gli stessi “avrebbero evitato problemi futuri”. Al contrario, città come Agrigento, Caltanissetta e Trapani hanno ottenuto dai fondi FSC 91 milioni di euro per la costruzione di impianti di dissalazione a osmosi inversa, dimostrando una visione strategica e una capacità di attrarre finanziamenti.
Politiche sociali e povertà crescente
Nonostante “Messina Social City” gestisca servizi per almeno 5.300 persone al giorno, i dati sulla povertà e il disagio sociale a Messina sono in aumento. Cresce il numero degli sfratti e molte famiglie vivono in condizioni di grave disagio abitativo, mentre la città ha ottenuto il triste primato di provincia italiana con la più alta spesa pro capite per il gioco d'azzardo. La Caritas ha lanciato l'allarme, evidenziando come molte persone confidino nel gioco d'azzardo nella speranza di risolvere i propri problemi economici, aggravando ulteriormente la propria situazione.
Errori nella pianificazione ambientale
La gestione degli interventi ambientali è stata compromessa dalla fretta e dalla mancanza di pianificazione. Durante la piantumazione degli alberi del progetto FORESTAME non sono stati eseguiti correttamente i saggi preventivi per identificare la presenza di sottoservizi, causando conflitti con reti idriche, fibra e alta tensione e questo errore evidenzia una grave mancanza nella fase di progettazione. Inoltre, le difficoltà di parcheggio hanno portato all'installazione di grate carrabili: una soluzione pratica ma esteticamente poco gradevole, che ha suscitato critiche tra i cittadini. Il Parco Aldo Moro, un'area abbandonata per anni e inaugurata alcune settimane fa in pompa magna, è diventato oggetto di polemiche a causa di gravi carenze nella progettazione: mancanza di accessibilità per le persone con disabilità, prato secco dopo pochissimi giorni a causa della mancanza di un impianto di irrigazione e, proprio oggi, sequestro di parte dell'area per la probabile presenza di amianto.
Cultura e dintorni
Per quanto riguarda il settore cultura, a partire dalla mancata stabilizzazione dell'orchestra nonostante le promesse di De Luca prima e di Basile poi e la fantomatica Fondazione Messenion, rimandiamo a un prossimo articolo già in preparazione, molto approfondito e dettagliato. Insomma, tirando le somme a due anni dall'insediamento di quella che era stata presentata come l'amministrazione in continuità con quella oggettivamente valida di De Luca, emergono la mancanza di nuovi progetti e finanziamenti, una gestione inefficiente delle risorse esistenti e delle politiche sociali, interventi ambientali frettolosi e mal gestiti e una progressiva emorragia di consiglieri comunali, indice delle difficoltà nella gestione politica e del mantenimento di un consenso stabile anche tra gli elettori forse dovuti, come rimprovera dagli scanni del Consiglio comunale l'opposizione, che da minoranza è diventata maggioranza con 19 consiglieri su 32, a un'assenza di leadership forte e inclusiva.