#Messina. Il flop del Jobs Act: troppi voucher e poche assunzioni

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Un impressionante aumento dei voucher venduti che fa da contraltare a un decremento complessivo delle assunzioni, che sfiorano le 17.500 unità. È il pericoloso trend registrato dal report semestrale della Cisl di Messina e del Centro Studi della Cisl Messina sul mercato del lavoro nell'intera provincia. Il dato dei voucher è quello che preoccupa di più, con numeri più che triplicati rispetto al 2014. Se già nel 2015 si era registrata una diminuzione dei contratti a tempo indeterminato nonostante i vantaggi derivanti dal cosiddetto Jobs Act fossero del 100% per le aziende, nel primo semestre del 2016, con lo sgravio contributivo sceso al 40%, in provincia di Messina si registra un dato di 9.105 assunzioni in meno, che nella fascia di età tra i 30 e i 64 anni ha un saldo negativo di 7.502 assunzioni.

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Il saldo tra assunzioni e licenziamenti

Il settore più in sofferenza è quello del commercio, con un dato negativo di 3.061 assunzioni, nonostante sia quello nel quale si registra la parte più corposa degli occupati nella provincia messinese. “Un dato lascia ipotizzare un generale calo dei consumi -sottolinea il redattore del report, Francesco Rubino. I numeri confermano il grande ricorso al contratto a tempo determinato, che costituisce la tipologia contrattuale più utilizzata. Il report periodico che la Cisl e il Centro Studi della Cisl Messina elaborano ormai da qualche anno consente al sindacato di comprendere quali sono le condizioni economiche e le dinamiche che regolano il mercato del lavoro nella provincia peloritana e come le scelte operate dal legislatore in materia di semplificazione e incentivi garantiscono o incentivino il lavoro”.

I voucher
I dati relativi ai voucher

“Uno strumento -spiega il segretario generale della Cisl di Messina Tonino Genovese– affidato alla per comprendere meglio le reali condizioni socio economiche e produttive di questa porzione di Sicilia. I dati ci mostrano Messina come una provincia che ha poco lavoro e certamente, a prescindere dagli interventi attuati con il Jobs Act, che non ha sostanzialmente incrementato i livelli occupazionali né ha instillato alcuna dinamicità in tal senso. Sembra piuttosto che l'unico effetto sia stato quello di profittare degli sgravi rispetto a numeri del lavoro già esistenti”. Genovese invita a guardare all'assetto delle aziende presenti nella provincia messinese per accorgersi di un tessuto imprenditoriale volto alla produzione di servizi piuttosto che di prodotti. “In un territorio povero dal punto di vista imprenditoriale -continua il segretario generale della Cisl Messina- si produce solo povertà nel tessuto lavorativo e l'avvento del Jobs Act non sta producendo alcun effetto”.

Per Tonino Genovese la spesa sostenuta per il Jobs Act non ha avuto un controvalore adeguato. “Al costo stimato da vari analisti tra i 14 e 20 miliardi di euro che ha permesso una profonda rivisitazione delle tutele contrattuali -puntualizza- non si intravedono ancora né a livello provinciale né regionale e nazionale, politiche di investimento industriale, strutturale, energetico che accompagnino le politiche sul lavoro attuate con la legge di stabilità del 2015″. Genovese denuncia anche l'atteggiamento delle organizzazioni datoriali. “Si sono quasi accontentate degli sgravi sul lavoro piuttosto che di investire in programmi, azioni, protocolli per favorire e creare nuove filiere di impresa e quindi di lavoro”. Per Tonino Genovese “serve per questa provincia incidere su , investimenti, sinergie e contrattazione con azioni condivise tra tutti i soggetti con responsabilità politiche, amministrative, sociali ed economiche andando necessariamente al di là dei vincoli o delle opportunità offerte da interventi generalisti e orientati a garantire aree del paese a trazione produttiva”.

Considerazioni del segretario generale della Cisl di Messina Tonino Genovese

Già da qualche anno analizziamo i dati del mercato del lavoro nella provincia di Messina. Serve al sindacato per comprendere se le condizioni economiche del territorio e le scelte operate dal legislatore in materia di semplificazione e incentivi garantiscano o diano impulso al lavoro. Lo riteniamo inoltre uno strumento utile affidato alla comunità per comprendere meglio le reali condizioni socio economiche e produttive di questa porzione di Sicilia.

tonino_genovese_cisl_messina_sicilians3La breve analisi che presentiamo, certamente non esaustiva, evidenzia un trend che aveva già, nel corso degli anni precedenti, indicato la grave situazione occupazionale presente nella Provincia di Messina. Non volendo entrare nel merito dei dati diffusi, a volte con enfasi positive a livello nazionale e molte volte contrastanti tra di loro (tra ISTAT, INPS e Ministero del Lavoro), ciò che appare è una provincia che ha poco lavoro e certamente a prescindere dagli interventi attuati con il Jobs Act.

Quest'ultimo infatti non ha sostanzialmente incrementato i livelli occupazionali né ha instillato alcuna dinamicità in tal senso. Sembra piuttosto che l'unico effetto sia stato quello di profittare degli sgravi rispetto a numeri del lavoro già esistenti. D'altra parte basti guardare all'assetto delle aziende presenti nella nostra provincia per accorgersi di un tessuto imprenditoriale volto alla produzione di servizi piuttosto che di prodotti, che registra una leggera tendenziale modifica degli assetti societari. Anche il settore del commercio, che risulta quello più rappresentato, segnala un tendenziale decremento sia in termini occupazionali che di imprese presenti, almeno per quel che riguarda le aziende con sede legale in provincia di Messina. Da sottolineare che la Camera di Commercio non fornisce informazioni in merito al totale delle imprese, non contemplando le aziende presenti nella provincia ma con sede legale altrove”.

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