#Messina. Falsa riorganizzazione alle Poste, la Cisl chiede aiuto al prefetto
Una politica di disimpegno di Poste Italiane mascherata da riorganizzazione del servizio all'utenza.
Nuova denuncia della Cisl di Messina dopo quella di qualche giorno fa, quando Gisella Schillaci, segretario generale SLP Cisl, aveva denunciato la chiusura degli uffici postali sul territorio provinciale.
Oggi, il segretario generale della Cisl di Messina Tonino Genovese e il segretario Schillaci scrivono al prefetto Stefano Trotta e lanciano un appello ai sindaci dei Comuni coinvolti nella chiusura degli uffici postali, per denunciare il piano industriale di Poste Italiane.
“Si vuole -scrivono Genovese e la Schillaci- razionalizzare ulteriormente la presenza degli uffici postali, concentrandola nelle zone più redditizie”. In provincia di Messina tutto ciò si tradurrà nella chiusura di 13 uffici (Altolia, Cumia, Pezzolo, San Saba, Pellegrino, Scala, Valdina, Serro, Protonotaro, Soccorso, Campogrande, Cattafi e Fiumara) mentre per Roccafiorita, San Filippo Superiore, Saponara, Alicudi, Bafia e Condrò è prevista la riduzione di giorni di apertura al pubblico a partire da aprile.
“Ma questo piano -chiosano i due dirigenti sindacali- riguarda il 2013 e il 2014. Poi seguiranno ulteriori chiusure e razionalizzazioni negli anni successivi. Il destino di tanti uffici postali della provincia è gestito dalle strutture centrali di Roma, senza tenere conto delle realtà geografiche e sociali territoriali, con un modello verticistico che non lascia spazio ad accordi o flessibilità a livello locale.
I piccoli Comuni della provincia -scrivono ancora Genovese e la Schillaci- che già vivono momenti di grande difficoltà economica, sono vittime sacrificali di una logica improntata al puro e semplice pareggio di bilancio. Si dimentica la funzione sociale degli uffici postali, rimasti l'unico punto di riferimento per le fasce sociali più deboli, per l'incasso della pensione, per effettuare pagamenti, per spedire e ritirare la corrispondenza”.