#Messina. Corsi d’oro, Genovese: “Amareggiato ma non sorpreso”

Francantonio Genovese
Francantonio Genovese

“La richiesta di condanna rassegnata in data odierna dai PM mi amareggia ma non mi sorprende”. Così il parlamentare Francantonio Genovese, dopo la richiesta di condanna a 11 anni di reclusione di PM nell'ambito del processo Corsi d'oro. Una richiesta che Genovese ritiene “coerente con le iniziative assunte e con le posizioni tenute sin dal nascere delle indagini e che hanno contraddistinto l'intero percorso processuale, fino al punto di impedirmi, ancora oggi, di esercitare il mandato parlamentare, pur a fronte di una presunzione di innocenza che la nostra Costituzione considera essenziale. Peccato che tale linea non sia, a mio avviso, coerente con le risultanze processuali. Confido in una difesa che saprà offrire al Collegio giudicante conclusioni diametralmente opposte, suffragate da tutte le prove emerse acclarate a discolpa.

Ribadisco l'amarezza di chi crede nella giustizia e di chi crede nel rispetto dei ruoli e delle funzioni, ad ogni livello. Mi sarei atteso che magistrati da me denunciati e nei cui confronti pende procedimento innanzi altra si fossero astenuti. Mi sento, comunque, in pace con la mia coscienza. Fieramente. Fiero genitore e marito. Fiero figlio di una mamma che tutti chiamavano signora Angelina. Fiero figlio di un papà senatore in diverse legislature. Fiero nipote di uno zio più volte ministro. Fiero deputato. Fiero ex sindaco di Messina. Fiero ex parlamentare della Sicilia. Fiero avvocato. Fiero di molti, moltissimi amici impegnati nella polis e nelle istituzioni. Fiero della mia storia personale, professionale, imprenditoriale, politica. Fiero di essere persona seria, leale, generosa ed onesta. Professo innocenza. Rivendico innocenza. Grido innocenza. Quella innocenza che, sono certo, sarà infine dimostrata”.

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