#Messina. Confiscati beni a imprenditore condannato per mafia

DIA_Sequestro_Sicilians_29_7_2016Personale della Direzione Investigativa Antimafia della Sezione Operativa di Messina, coordinato dal Centro Operativo di Catania, ha dato esecuzione al provvedimento di di beni per un valore complessivo di un milione e mezzo di euro a Pino Lo Re, imprenditore di Caronia, in provincia di Messina, condannato per mafia e appartenente al gruppo criminale di Mistretta, operante nella zona tirrenica-nebroidea della provincia messinese. Il provvedimento è stato emesso dal Tribunale di Messina – Sezione Misure di Prevenzione, nella camera di consiglio presieduta dal giudice Antonino Francesco Genovese, a conclusione di una complessa attività svolta dalla Sezione Operativa DIA di Messina su delega del procuratore capo Guido Lo Forte e dei sostituti procuratori Vito Di Giorgio e Angelo Cavallo, della DDA di Messina.

La DIA, nel quadro della più ampia attività istituzionale finalizzata ad aggredire sotto il profilo preventivo i patrimoni illecitamente acquisiti da esponenti delle cosche mafiose, ha così portato a compimento una importante e complessa investigazione patrimoniale, con il sequestro e successivamente la confisca di un ampio patrimonio illecito riconducibile a Lo Re, ritenuto, secondo copiose risultanze processuali, strettamente legato alla famiglia mafiosa di Mistretta, comandata dal boss Sebastiano Rampulla, deceduto nel 2010 e rappresentante provinciale di Cosa Nostra per la provincia di Messina. Quest'ultimo era fratello di Maria e di Pietro, anch'essi soggetti di elevato spessore criminale. In particolare, Pietro Rampulla è stato condannato all'ergastolo poiché ritenuto l'artificiere della strage di Capaci per averne confezionato sia l'ordigno che il telecomando utilizzati nell'attentato. Sebastiano e Maria Rampulla, con provvedimenti del Tribunale di Catania emessi nel 2007 e nel 2008, sono stati già spossessati del loro patrimonio personale, in quanto risultato essere sproporzionato alle loro entrate ufficiali.

DIA_Sequestro2_Sicilians_29_7_2016Pino Lo Re, sorvegliato di P.S. e pluripregiudicato per reati contro la persona e il patrimonio, ha già manifestato la propria pericolosità sociale qualificata e l'indubbia levatura criminale. Una circostanza confermata nel tempo anche da diverse dichiarazioni dei collaboratori di giustizia Santo Lenzo e Carmelo Bisognano. Lo Re è risultato nel tempo coinvolto e protagonista in numerose vicende giudiziarie, quali i ben noti procedimenti penali denominati Mare Nostrum, San Lorenzo e Barbarossa, Charter, Icaro, Montagna e, nel 2012, nell'operazione Dolce Vita, nell'ambito della quale è stato colpito da misura custodiale in carcere insieme ad altre 13 persone, in quanto ritenuto il promotore di un'associazione per delinquere finalizzata allo sfruttamento della prostituzione.

Infine, sulla base delle capillari investigazioni recentemente condotte dalla DIA di Messina, sono state ampiamente valorizzate ed attualizzate le cointeressenze e i rapporti di Lo Re con soggetti di vertice delle consorterie criminali operanti nella provincia di Messina e non. Ricostruita inoltre analiticamente l'evidente sperequazione economico-finanziaria tra le fonti ufficiali di reddito e le reali disponibilità possedute dallo stesso, anche con riferimento ad interposte persone compiacenti. Il decreto di confisca eseguito nei confronti di Pino Lo Re riguarda due imprese operanti nel settore della commercializzazione delle auto e un locale notturno, tutti intestati a suoi prestanome e ai componenti del suo nucleo familiare, 5 unità immobiliari nel comune di Caronia, un rapporto finanziario, 5 mezzi tra autocarri e auto. Inoltre, con il decreto di confisca è stata disposta l'applicazione nei confronti di Pino Lo Re della misura di prevenzione della sorveglianza speciale di P.S. per la durata di 4 anni con obbligo di soggiorno nel comune di residenza e la messa in liquidazione dalla società Autoservice srl, demandando all'amministratore giudiziario i relativi adempimenti. Il valore complessivo dei beni colpiti da provvedimento, comprensivo del patrimonio aziendale delle imprese e dei rapporti finanziari, è stimato prudenzialmente in un milione e mezzo di euro.

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