#Messina. Caronte&Tourist a Catania, l’Orsa: “Hanno perso tutti”
“E' mancata la capacità di analisi, si è svolto tutto come in una partita di calcio da terza divisione, con due squadre in campo, l'Amministrazione Comunale e il gruppo Franza, che hanno provato a stravincere tirando bordate alla rinfusa nella porta avversaria, senza preoccuparsi della tattica e dell'organizzazione”.
Inizia così la riflessione del segretario generale di Orsa Sicilia Mariano Massaro e del delegato regionale di Orsa Trasporti Michele Barresi rispetto all'annuncio, a cose fatte ovviamente, del trasferimento a Catania di una nave della Caronte&Tourist.
“Sugli spalti la peggiore categoria di messinesi -proseguono i due dirigenti sindacali. Quelli che fanno i tifosi con il paraocchi di mestiere. Franziani e accorintiani, ambientalisti e progressisti, opinionisti e tuttologi del nulla, immersi nella caciara perpetua che negli anni ci ha resi degni destinatari della nomea emblema di Messina: buddaci.
Come OR.S.A. abbiamo provato in tutti i modi a portare la questione sul piano del confronto collettivo per giungere a una soluzione provvisoria e condivisa, in attesa che la città decida una volta per tutte di fare il salto di qualità rivendicando con determinazione strutture e infrastrutture volte a migliorare la qualità della vita dei messinesi senza penalizzare la produzione e i livelli occupazionali, senza accontentarsi ed evitando di fare gli idioti tifosi quando i governi, di ogni colore, fanno melina ponendo i cittadini nell'eterna scelta: ponti o navi, tapis roulant o treni, TIR e lavoro o salute e ambiente. Noi vogliamo tutto!
Siamo stati sul cavalcavia con il sindaco a manifestare contro la proverbiale arroganza di Caronte&Tourist che, abituata a sottomettere Messina, non ha voluto trattare neanche sulla rimodulazione degli orari estivi per evitare di intasare la città nelle ore di punta.
Di contro, non abbiamo esitato a contestare l'Amministrazione quando ha fatto prevalere la questione di principio con ordinanze sommarie e autoritarie che hanno inquadrato l'attività di traghettamento come un problema invece di valutarla risorsa preziosa in una città a vocazione marittima.
Hanno perso tutti. Hanno perso i Franza confermandosi cinica macchina da soldi che snobba la città dopo averla piegata per decenni alle proprie esigenze, facendo sentire i messinesi ospiti in casa propria, utilizzando a proprio piacimento i beni comuni per monopolizzare l'attività di traghettamento. Alla prima difficoltà lasciano Messina in panne, salutano e vanno a Catania decantando la grande ospitalità degli etnei. Per la seconda volta hanno umiliato la città. Se i messinesi non accettano il diktat del potere economico la pagano cara, come accadde in ambito calcistico con la presidenza Franza. Tutto bene fin quando la città ha dato: acquisizione della squadra e del parco giocatori a costi irrisori, concessione dello stadio San Filippo senza se e senza ma. Al primo intoppo, quando c'era da mettere le mani in tasca per salvare la squadra e la dignità di Messina, hanno salutato lasciando le macerie.
Ha perso il sindaco annaspando nel pantano dei principi fini a se stessi, perdendo di vista la concezione dell'insieme, indispensabile per governare una città. Accorinti ha perso pretendendo di cambiare in fretta un sistema portuale radicato, sapendo di non avere a disposizione infrastrutture alternative, scommettendo da sempre sull'approdo di emergenza a Tremestieri senza accorgersi che l'alternativa al porto storico era perdente già in fase progettuale. Perché a parte la sabbia e lo scirocco, l'approdo a sud della città non è stato progettato per ospitare navi con stazza simile alle Cartour. Pertanto, con o senza la struttura di Tremestieri, il grosso dei TIR è destinato a transitare dal cavalcavia e non c'è ordinanza che tenga.
Hanno perso i messinesi. Quei messinesi che aggirano le questioni e banalizzano la discussione, riducendola a posizioni da ultras, in cui non è rilevante argomentare, proporre e rivendicare, ma solo screditare o lodare a prescindere.
Ha perso Messina, che cede produzione e occupazione a Catania mentre i TIR nonostante tutto, continuano a circolare liberamente in città mietendo vittime.
E' arrivato il momento di cambiarla veramente dal basso questa Messina, con i fatti, con le proposte popolari, con l'intelligenza collettiva al servizio della collettività. Per evitare la farsa Tremestieri, ad esempio, sarebbe stato sufficiente ascoltare a suo tempo i pescatori della zona sud che assistevano ai lavori dell'approdo sghignazzando. Loro conoscono quei fondali molto meglio degli ingegneri, strapagati con soldi pubblici, che ancora oggi vanno in televisione a presentare soluzioni futuristiche invece di consegnare dignitose dimissioni.
Se si vuole affrontare seriamente il problema dei TIR senza penalizzare il lavoro, bisogna che l'arroganza lasci il posto all'umiltà e alla proposta costruttiva. E' necessaria una trattativa sociale che coinvolga tutti: lavoratori, autotrasportatori, armatori, utenza, cittadini. Ogni parte deve fare un passo indietro per giungere a un accordo mediano. C'è bisogno dell'apporto di tutti perché la cecità della politica e l'arroganza del potere economico, lasciate da sole, hanno procurato solo disastri per la città senza individuare soluzione”.