#Messina. Babbo Natale risponde al consigliere Santalco
Dopo un anno arriva la risposta di Babbo Natale alla lettera che il consigliere comunale Giuseppe Santalco (PD, ex Forza Italia) gli ha inviato nel 2013. A raccontarlo è lo stesso Santalco. “E' trascorso appena da pochi giorni il Natale -spiega. Solo questa sera Babbo Natale ha risposto alla lettera che gli avevo scritto lo scorso anno.
Si è giustificato per il ritardo. Ha aspettato sino all'ultimo per rispondermi perché sconcertato dall'amministrazione, che gli aveva dato un barlume di speranza, da ultimo sconfessata dall'arcigna Commissione Ministeriale. Trascrivo integralmente la lettera:
“Caro Consigliere ho letto con attenzione la lettera da Lei inviatami lo scorso anno. Di solito non rispondo alle molteplici lettere che mi inviano i politici. Questa volta, seppure in ritardo (meglio tardi che mai),ho voluto fare una eccezione per la simpatia che mi lega alla cara città di Messina dove ogni Natale vengo con piacere.
Ciò che mi ha spinto a rispondere è stata la mestizia e lo scoramento che ho riscontrato in tanti giovani messinesi e in numerose famiglie. Dall'alto non riuscivo ad individuare la città perché priva di luci e di addobbi. Le stesse renne erano disorientate e spazientite. L'unico riferimento che ho avuto è stato l'albero illuminato a Piazza Cairoli.
Avevo sentito parlare del Suo nuovo Sindaco. Lo scorso dicembre girando tra le case, tra una consegna e l'altra, origliavo ciò che si diceva nella famiglie. Riscontravo curiosità e fiducia. Si parlava di rivoluzione dal basso, di partecipazione, di un coinvolgimento effettivo di tutta la città, di un cambiamento reale.
I cittadini avevano anche apprezzato l'impegno del Consiglio Comunale nell'approvare delibere proposte dall'amministrazione del nuovo Sindaco, tra cui il Bilancio Consuntivo 2012 e il Preventivo 2013. Auspicavano, tra una fetta di panettone e l'altra, che il Sindaco aprisse al dialogo e chiudesse al paroliere.
La sua lettera mi ha pertanto ulteriormente indotto a monitorare la Sua città, per poter rispondere più compiutamente alle Sue richieste. Tuttavia, dalla mia esperienza e dai miei capelli bianchi ricavo un'impressione. Le dico che ho avuto difficoltà a individuare un vero percorso innovatore nel Sindaco Accorinti.
Mi è dispiaciuto vedere che alcuni suoi amici della prima ora lo hanno abbandonato. Mi è dispiaciuto, soprattutto, vederlo a volte sconsolato e avvilito. Eh sì… una cosa è fare le battaglie civili criticando tutto e tutti, altra cosa è amministrare una città difficile come Messina. L'ho visto quasi sempre attorniato da accademici, sopraffatti dalla passione politica, che pensano di trasferire modi e atteggiamenti da docente nella gestione amministrativa e nei rapporti con il Consiglio Comunale.
Il Suo Sindaco si rifugia nel verbo dell'amore e nella carta costituzionale e ciò per sfuggire alle emergenze e per sopperire a una mancanza di progetto per la città. I momenti in cui mi sembrava radioso sono stati quelli in cui era in ginocchio davanti al Papa, dialogava con il Dalai Lama, partecipava alla manifestazione con i No Mous e con la sciarpa tricolore bloccava i TIR sul cavalcavia.
L'ho visto sconfortato, invece, quando partecipava alle riunioni in Prefettura, ai Consigli Comunali, alle manifestazioni pubbliche religiose e istituzionali in cui mi sembrava un pesce fuor d'acqua. Come direste voi… si può entrare scalzo al Comune, ma gestire è come attraversare il mare “chi zocculi”.
Ho assistito nascosto alle sue sfuriate quando non comprendeva i motivi per cui la magistratura bocciava le sue delibere sull'isola pedonale, sul blocco dei TIR, e non riusciva a capire che in fondo la Prefettura rappresenta lo Stato (e che quindi bisognava dare il massimo supporto con uomini e mezzi).
Mi ha fatto tenerezza quando era fischiato davanti all'ospedale Piemonte, quando era assediato dai lavoratori in protesta dietro la sua porta, senza rendersi conto che lui è il Sindaco della città e ciò comporta onori e oneri, senza difesa di cognizione e meno che mai di soluzione, ancorato a quella ciambella sempre più sgonfia di “battaglie quarantennali”.
Pensava fosse difficile anche da solo agitare un cartello, sventolare una bandiera, vendere una maglietta, gridare slogan, interrompere manifestazioni, fare barricate, incatenarsi a una ringhiera e non immaginava quanto eroico sia un processo condiviso, un esercizio di democrazia, il confronto sulla base di regole avverse all'anarchia di modi, toni, stili, vedute, pensieri e azioni.
Proprio in questi giorni, cercavo dall'alto un piccolo angelo che nei mesi scorsi si affannava a dare conforto e assistenza ai fratelli che sbarcavano dalle navi, ma mi è stato detto che anche lei ha abbandonato il Sindaco, stanca di assistere alla mancanza di un'effettiva collaborazione istituzionale del Comune di Messina. Cercavo l'assessore (alla Protezione Civile, ndr) quanto meno per chiedere conto della mancanza di assistenza da parte del Comune, ma mi è stato detto che ha preferito l'Università.
Un dubbio, tuttavia, coltivo e ciò mi fa soffrire per la benevolenza che inconsapevolmente provo nei confronti di Accorinti: si rende conto Renato che la vera gestione della macchina comunale è nelle mani di 2-3 assessori, che nel bene e nel male lo condizionano nelle scelte facendolo sembrare, alle volte, come un estraneo a casa propria?
Ho colto, tuttavia, una speranza sul futuro della città. Ho sentito parlare di Piano Pluriennale di Riequilibrio e tutti indicavano nel vicesindaco il Salvatore della Patria.
Caro consigliere, di Salvatore io conosco solo il nostro Signore Gesù Cristo. Certo, se non si dichiarasse il dissesto tutti griderebbero al miracolo. Quando giro per le città italiane sento parlare molto spesso di Corte dei Conti e gli umani la descrivono come un cerbero che facilmente si fa incantare dalle alchimie finanziarie.
Io, per ciò che posso, cercherò nel pacco il dono per evitare il default. Ma siamo sicuri che nel presepe che verrà non mi trovo un bambinello con la barba? Io, come si sa, preferisco l'albero al presepe. L'albero è laico… il presepe è democratico e cristiano. Ma profanare il presepe con la statuetta del primo cittadino mi sembra un'irriverenza quasi al limite della bestemmia.
Caro consigliere, concludo questa mia lettera con una nota di speranza rivolta soprattutto a coloro che hanno ancora a cuore le sorti della città. Non abbandonatevi alla rassegnazione. Messina è una città meravigliosa che merita più di quello che al momento ha. Non guardate ai guasti del passato che vi devono servire da monito per non commettere gli stessi errori. Indietrononsitorna non mi si addice.
Personalmente, vado avanti e indietro… e ritorno sempre. Ritorno sempre con cose nuove, ma mi fido di quelle anche non nuove ma buone. Quelle solo nuove sono come le scope su cui è bene chiedere alla Befana. Per quanto riguarda il Sindaco, il suo futuro è nelle sue mani, perché in caso contrario, se le mie sensazioni si avvereranno, il prossimo Natale potrebbe riservarvi delle sorprese”.