#Messina. Arresti David e Capurro, le reazioni. I 5 Stelle: “La città torni al voto”

Paolo David, consigliere comunale Forza Italia
Paolo David, consigliere comunale Forza Italia

“Mesi fa l'inchiesta Gettonopoli, con molti esponenti del Consiglio comunale rinviati a giudizio per truffa e falso ideologico. Ora un esponente del civico consesso, Paolo David, anch'egli rinviato a giudizio nell'inchiesta sui gettoni di presenza nelle , arrestato e sottoposto a provvedimento di custodia cautelare con l'accusa di voto di scambio politico-mafioso. La città è soffocata da un sistema di malaffare, capillarmente diffuso, contro il quale esiste una sola via percorribile: le dimissioni dell'intero consiglio comunale”.

E' durissimo il commento degli attivisti del meetup Grilli dello Stretto di fronte ai retroscena svelati dall'indagine Matassa, coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia, culminata nell'arresto dell'ex PD, oggi forzista, Paolo David, dell'ex consigliere di Forza Italia Pippo Capurro e di altre 35 persone.

“Un sistema clientelare e di corruzione rodato che non cerca i voti sulla luna ma li compra direttamente grazie ai più potenti clan mafiosi di Santa Lucia sopra Contesse e Camaro San Paolo. E' singolare e illuminante -commentano gli attivisti del Movimento-  ripercorrere la cronistoria di questi ultimi sei mesi, da quando cioè Francantonio Genovese, conclusi i domiciliari lo scorso novembre per l'inchiesta Corsi d'oro, è tornato a fare politica in grande stile, con l'adesione a Forza Italia. Al suo fianco in quell'occasione, all'hotel Royal, Franco Rinaldi e Paolo David, quest'ultimo già coinvolto nello scandalo Gettonopoli”.

Pippo Capurro, ex consigliere comunale Forza Italia
Pippo Capurro, ex consigliere comunale Forza Italia

Una decadenza morale e civile, contro la quale l'unico antidoto rimane una prospettiva politica completamente nuova, estranea a logiche di potere e di connivenza, capace di agire per il bene comune: “Un consiglio delegittimato e compromesso che però -accusano gli esponenti del meetup–  continua a legiferare, così come è accaduto con l'approvazione del disavanzo dei residui attivi e passivi, 96 milioni di euro, da spalmare in 30 anni sul futuro delle generazioni che verranno. Un clima marcio, quello che fagocita e stritola la città, che apre la strada in Consiglio comunale a Giovanni Cocivera, arrestato il giorno prima per lo scandalo degli aborti clandestini”.

Vergognosi cambi di casacca, improbabili rimpasti di assessori, visite di ex detenuti illustri, come quella dell'ex presidente della Regione Sicilia, condannato per mafia, Salvatore Cuffaro, che nella sua visita in città lo scorso 7 maggio ha invitato i “moderati a unirsi”. “L'anima onesta di questa città è schifata e nauseata – incalzano i pentastellati- questa non è politica, questo è malaffare. Alla gente onesta dobbiamo dare una possibilità di crescita, di speranza, di sviluppo, per sé e per i propri figli: Messina deve tornare presto al voto”.

“E' chiaro che a Messina ci sia un blocco di potere che ha inquinato la vita politica della città per anni, con una compravendita di voti che potrebbe aver investito le ultime elezioni regionali, politiche e amministrative. Questo riguarda tutte le forze politiche: non dimentichiamoci che Paolo David, prima di transitare a Forza Italia, era capogruppo del PD in consiglio comunale. Lo stesso vale per Francantonio Genovese e Franco Rinaldi, per i quali secondo le indagini David si sarebbe speso nell'acquisto di voti attraverso rapporti con la mafia”. A dirlo è Erasmo Palazzotto, deputato alla Camera di Sinistra italiana, intervenendo sull'arresto del consigliere comunale di Messina Paolo David. “E' un fatto che deve far riflettere i e i loro dirigenti – continua Palazzotto – la politica deve iniziare a fare pulizia al suo interno adesso, non candidando ad esempio gli indagati nell'inchiesta Gettonopoli, senza bisogno di aspettare le sentenze della magistratura”.

“Un sentito grazie e un applauso al procuratore Guido Lo Forte e alla DDA di Messina per l'operazione che ha sferrato un duro colpo alla criminalità mafiosa della città arrestando 35 persone”. Così Ernesto Carbone della segreteria del PD, commissario provinciale del partito. “Si tratta della conferma che il nostro partito aveva visto giusto decidendo di commissariare Messina – ha aggiunto. Purtroppo il PD di Messina non era contendibile, aveva un padre-padrone che si comportava come fosse una sua proprietà privata, impedendo ogni forma di confronto democratico.

Siamo stati noi a chiedere l'arresto di Francantonio Genovese in Parlamento, dopo aver letto le carte, perché era giusto farlo. Noi crediamo davvero che la legge sia uguale per tutti e debba essere applicata sempre, anche quando si tratta di nostri esponenti. E non abbiamo aspettato che Genovese andasse via portandosi via i suoi: siamo stati noi a cacciarli dal PD. Abbiamo (apparentemente) pagato un prezzo, perdendo due parlamentari e nove consiglieri comunali su undici, passati con Forza Italia, ma abbiamo riguadagnato libertà. E ciò è inestimabile. Quello che ci sta a cuore veramente è il benessere dei messinesi, è lo sviluppo civile ed economico della città. E un partito che anche qui, dopo stagioni di oscurantismo, sta tornando finalmente a vivere”.

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