#Messina. Ardizzone a testa bassa contro la chiusura del Piemonte

Il presidente dell'AS Giovanni Ardizzone
Il presidente dell'AS Giovanni

Per evitare la chiusura del Piemonte come ospedale e la trasformazione in una struttura riabilitativa gestita dall'IRCCS Neurolesi la soluzione c'è e la dà il presidente dell'ARS Giovanni Ardizzone.

A farsi carico del nosocomio di dovrà essere l'ASP 5 di Messina, almeno fino al 31 dicembre 2016. In questo arco di tempo si dovrà lavorare, e parecchio, per migliorare quello che ancora resiste dopo il disastro dell'accorpamento del 2009 con il Papardo. Poi si vedrà.

“Chiederò oggi stesso all'assessore regionale alla Sanità Baldo Guicciardi di convocare un incontro con i direttori generali di Neurolesi, Papardo-Piemonte e ASP 5 -ha spiegato oggi in conferenza stampa Ardizzone- durante il quale dovranno trovare il modo per effettuare il trasferimento, che è la sola strada per non fare chiudere questo ospedale”.

Tra l'altro, la proposta di Ardizzone cancellerebbe una stranezza che esiste solo a Messina: l'ASP non ha un solo ospedale in città, mentre gestisce tutti quelli della provincia. Nessuno ha mai chiarito perché molti anni fa si creò l'Azienda Ospedaliera Piemonte invece di trasferire il nosocomio nel patrimonio dell'ASP 5, anche se la prima assegnazione delle poltrone di vertice qualche risposta la potrebbe dare.

Secondo Ardizzone, l‘avere previsto dopo la sollevazione popolare per difendere il nosocomio di viale Europa un presidio di emergenza-urgenza vanifica gli sforzi di chi, a partire dai parlamentari ARS Picciolo e Formica, ha caldeggiato la cessione del plesso ospedaliero all'Istituto di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico.

A essere invece nettamente ostile da subito è stato proprio Ardizzone, che stamane ha messo da parte l'aplomb istituzionale dimostrato fino a oggi per dichiarare che il re è nudo. “Basta con i venditori di fumo: il pronto soccorso non ci sarà, non ci potrà essere. La vocazione aziendale del Neurolesi è la riabilitazione -chiosa- l'emergenza-urgenza non è prevista e non ci sarà. E' stata inserita dopo le proteste di chi non vuole che la città perda il Piemonte e questo i messinesi devono saperlo”.

Ma durante l'incontro con la stampa il presidente dell'ARS tira fuori anche un'altra chicca: una lettera che il manager del Papardo-Piemonte Michele Vullo ha inviato all'assessore Gucciardi denunciando il trasferimento di 3 milioni e mezzo di euro destinati alla realizzazione del Polo Oncologico (per il quale ne sono stati spesi già 38 inutilmente, visto che non è mai davvero partito a dispetto dei proclami e degli annunci trionfalistici) per l'adeguamento dei servizi via, via trasferiti da viale Europa in contrada Papardo.

Senza mezzi termini Vullo denuncia l'indifferenza dell'assessorato regionale alle proprie denunce, a partire da quella relativa a mobili e apparecchiature del Polo Oncologico trovati ammucchiati in piccole stanze e mai utilizzati, e parla di “una vera e propria truffa ai danni dei cittadini”. Dopo i silenzi di Lucia Borsellino, si attendono atti concreti da Baldo Gucciardi.

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Elisabetta Raffa

Giornalista professionista dal secolo scorso, si divide equamente tra articoli di economia e politica, la cucina vegana, i propri cani, i libri, la musica, il teatro e le serate con gli amici, non necessariamente in quest’ordine. Allergica ai punti e virgola e all’abuso dei due punti, crede fermamente nel congiuntivo e ripete continuamente che gli unici due ausiliari concessi sono essere e avere. La sua frase preferita è: “Se rinasco voglio essere la moglie dell’ispettore Barnaby”.

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