Marsala, echi futuristi e pittura figurativa: al Convento del Carmine al via la personale di Alessandro Licciardello
TRAPANI. Si inaugura domani alle 19 nella Sala Cavarretta del Convento del Carmine a Marsala, “Il gatto e la volpe”, personale di pittura di Alessandro Licciardello. Dopo aver vissuto gli ultimi anni tra New York e Milano, l'artista siciliano diplomato all'Accademia di Belle Arti di Catania, torna a esporre in Sicilia e per la prima volta nella Sicilia occidentale. La sua è una pittura figurativa che ha lontani echi futuristi e spazia dalla figura umana, agli animali, ai paesaggi. Sulla tela Licciardello riporta i colori, le atmosfere, i soggetti e i panorami della sua isola, ma dedica particolare attenzione anche alle avanguardie, ispirandosi all'Espressionismo tedesco e al Primitivismo di Ernst Ludwig Kirchner, Emil Nolde e Karl Schmidt-Rottluff. Non a caso alcune delle opere in esposizione esprimono la critica all'ipocrisia della società borghese, così come riflessioni sulla solitudine dell'uomo e sulla sua alienazione. La personale presenta l'ultima produzione dell'artista catanese: sarà il tema della giustizia e degli abusi di potere il fil rouge del percorso itinerante. “Il gatto e la volpe – afferma Licciardello – sono entrati a far parte della memoria collettiva grazie al celebre romanzo di Carlo Collodi, Le avventure di Pinocchio. Storia di un burattino. “Il gatto e la volpe”, come molti ricorderanno, è anche il titolo di una famosa canzone di Edoardo Bennato, cantautore che apprezzo molto per i suoi testi sarcastici e di protesta. Così come nel romanzo di Collodi i due personaggi sopravvivono grazie all'elemosina ma soprattutto per mezzo degli inganni e dei raggiri di cui Pinocchio è la principale vittima, nella canzone di Bennato i due personaggi sono agenti discografici che ammaliano con false promesse gli aspiranti artisti. Nell'immaginario collettivo, quindi, il gatto e la volpe sono divenuti per antonomasia gli imbroglioni e i falsi amici. In questo particolare momento storico sentivo di ritrarre i gatti e le volpi che hanno attraversato questo anno così travagliato. Un dipinto a cui tengo molto è proprio “La condanna” che riproporrà il rapporto tra il gatto e la volpe e Pinocchio, ricalcando alcuni comportamenti di giudici e avvocati nei confronti di un Pinocchio-cittadino qualunque”. Licciardello ritrae un Pinocchio frastornato e deluso che subisce, senza comprenderne le ragioni, le conseguenze di una giustizia amministrata in maniera disumana e arrogante. Oltre ai personaggi fiabeschi, non mancheranno i ritratti: l'artista dipinge volti umili, spigolosi e ribelli. Pur nella loro diversità, i ritratti presenti racchiudono una condizione comune: l'emarginazione. “In questa mostra – sottolinea l'artista – ho voluto rappresentare anche la debolezza dell'essere umano e le storture di alcuni suoi comportamenti, ritraendo i sette vizi capitali, uno per ciascuna tela: superbia, ira, lussuria, gola, invidia, avarizia, accidia”. La mostra, patrocinata dal Comune di Marsala e che si concluderà il 31 agosto, sarà inaugurata con il finissage “L'arte racconta il diritto” di Orazio Melita, collezionista d'arte e coordinatore della Scuola Nazionale di Procedura A.U.G.E. (Associazione Ufficiali Giudiziari in Europa). L'ingresso è libero, nel rispetto delle norme anti-COVID. Orari: martedì dalle 19 alle 21, mercoledì e domenica dalle 10 alle 13 e dalle 19 alle 21. Alessandro Licciardello nasce a Catania nel 1979, frequenta il liceo Artistico conseguendo la maturità nel 1999. Dopo aver trascorso un anno a New York, si iscrive all'Accademia di Belle Arti di Catania e segue il corso di pittura tenuto dal professore Antonio Bruno, grazie al quale entra a far parte del gruppo di giovani artisti “Soqquadro” e partecipa a diverse mostre collettive. Si laurea con lode nel 2005. Dal 2006 al 2010 dirige i laboratori di pittura dei centri di aggregazione giovanile di Scordia, Lentini e Francofonte. Espone in Italia, negli Stati Uniti e in Canada. Dal 2013 insegna Discipline pittoriche in un istituto superiore di Milano. Si divide tra l'attività di docente nella scuola pubblica e l'attività artistica.