L’ultimo saluto a Salvatore Trimarchi
Una folla commossa era presente oggi all'ultimo saluto al cantautore Salvatore Trimarchi nel duomo di Monforte San Giorgio, suo paese d'origine. Tra gli altri anche il sindaco di Messina Renato Accorinti.
Paroliere apprezzato in tutta Italia, il nome di Trimarchi è legato al più importante successo dei Gens “In fondo al viale”.
Appena diciottenne si trasferì a Roma, alla ricerca di un primo contratto discografico che arriverà nel 1967, quando incise con Yumi Kaoru “Su ragazzo”, presentato al Festival di Venezia.
In questo periodo collabora, tra gli altri, con i cantautori Luciano Rossi, Gianni Davoli, Alberto Anelli, Salvatore Ruisi, Herbert Pagani. A Messina è ricordato soprattutto per il grande successo di “In fondo al viale”, scritta e lanciata nel '69 dai Gens, che segna la generazione dei ventenni dell'epoca.
Compone poi per Orietta Berti (che arriva quarta a Canzonissima '73) e accompagna anche Nino Frassica agli esordi, nei suoi primi tour in giro per il Meridione. A metà degli anni '70 decide di tornare a vivere in Sicilia, senza smettere di comporre né di esibirsi per le tv locali.
Inizia a scrivere in dialetto, arrivando in finale a Catania al Festival della Nuova Canzone Siciliana con la canzone di denuncia “E vui vi nni futtiti”, che ottiene il plauso del presentatore della manifestazione, Pippo Baudo, e che più tardi entusiasmerà anche Tano Grasso.
Nel 1998 gli fu consegnato il “Trofeo 501″, alla carriera, al Lido degli Aranci di Vibo Valentia, insieme al gioielliere Gerardo Sacco. La musica per lui è anche impegno sociale. Per anni infatti si è occupato di musicoterapia per persone più svantaggiate e nel maggio del 2001 si è esibito allo stadio Flaminio di Roma sostenendo diverse associazioni benefiche. L'associazione “Cyber Community Friends and sons of Monforte San Giorgio” giusto lo scorso anno gli aveva conferito un premio speciale per la sua attività di cantautore.