#Libri. “Il signore della menzogna”: una Chicago perturbante e demoniaca nel thriller di Ignazio Pandolfo

 

Ignazio Pandolfo quadro 1 Sicilians
Quadro di Ignazio Pandolfo

L'interesse verso il soprannaturale e le fantasie dell'inconscio comincia a percorrere la letteratura europea intorno al ‘700, quando s'inizia a voler analizzare in modo scientifico il mondo interiore prodotto dalle sensazioni individuali. Il tema del perturbante inteso come il riaffiorare del rimosso trova grande spazio nell'analisi freudiana, suscitando notevole interesse non solo come strumento analitico ma anche come espediente letterario. Attualmente la letteratura giallistica in Italia presenta vari sottogeneri, tra cui incontrano maggiore  interesse il romanzo  poliziesco e la ghost story. Inoltre, negli ultimi anni, si è verificata una prevalenza del genere horror e truculento in cui il male non deriva dall'interno del personaggi ma dall'esterno,  da forze misteriose e paranormali che tendono a distruggere l'individuo, alienandolo.

Ignazio Pandolfo libro SiciliansNel romanzo di Ignazio Pandolfo (Il Signore della Menzogna, 2016, Milano, Leone Editore pagg. 276) il tessitore della vicenda è l'incarnazione del male, il principe di ciò che è proibito, Satana che si impadronisce di  individui deboli, oppressi, tarati ma, soprattutto, ossessionati da gravi devianze e mossi da nefaste ambizioni. Una pletora di personaggi, strani, malati, repellenti nel corpo e marci nell'animo, si affastellano intorno al detective privato Will Torres, assunto da una donna conturbante e misteriosa per indagare sulla sparizione della figlia. In una Chicago che sembra la concretizzazione di un luogo infernale, esseri umani simili a zombi si agitano alla di qualcosa di spaventoso che semina atrocità e distruzione. Il grande Mostro non è altro che l'assommarsi delle deliranti follie del potere, dell'amore smodato per il  e della crapula, dell' aridità dell'animo, dell'odium sui che travaglia un' umanità pietrificata.

Questo è il regno di Belzebù a cui nessun esorcismo fa paura, contro cui nessuna orazione sembra avere effetto. Il male è ben radicato in interiore homine, le sue radici sono profonde. Nella metropoli americana, che non è altro che la microproiezione del mondo intero, sembra non  esserci via di scampo per nessuno. La vicenda intensa e drammatica porta lontano il lettore nel tempo e nello spazio, lo emoziona, lo turba ma soprattutto gli trasmette un messaggio: è meglio non ubriacarsi di onnipotenza, sforzandosi di conoscere ciò che non è consentito all'uomo sapere.

La catarsi liberatoria, dopo una suspense mozzafiato, produce una sorta d'ebbrezza. Nessun male è tanto potente da non poter essere  contrastato ed eliminato. Basta non cedere e continuare a credere nei valori dello spirito e nel patto di solidarietà tra gli uomini.

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