#LeFaremoSapere. Il procacciatore di contratti

Giovani e lavoro bI miei primi due colloqui (come centralinista in un call center e come rappresentante di prodotti per la salute) non erano andati per il verso giusto. Come chiunque nella mia situazione, mi sentivo sempre più preda dello sconforto.

Però, si sa, il destino può bussare alla tua porta in qualunque momento. Alla mia bussò un venerdì in tarda mattinata.

Davanti i miei occhi si presentò un uomo sulla quarantina in abito grigio scuro. Era trafelato e aveva gli occhi di un azzurro sbiadito che mi comunicarono immediatamente molta tristezza. Diceva di essere stato incaricato dall'Enel di presentare al pubblico le nuove offerte relative alla fornitura di luce e gas.

“Mi spiace -rispondo- ma non sono io a occuparmene in casa ed i miei genitori al momento non ci sono”. “Capisco -risponde, celando malamente la delusione prima di riaccendersi. Posso chiederti se ti interessa lavorare?”.

Resto di stucco. Può questo quarantenne sulla soglia di casa mia essere la risposta alle mie preghiere? Rispondo che ovviamente ho bisogno e voglia di lavorare e che a ventiquattro anni non voglio più stare a “braccia conserte”. “Bene -mi dice- allora presentati in sede lunedì puntuale alle 8 e ti mostrerò il mio lavoro e come farlo”.

Le mie speranze si riaccendono come d'incanto, finalmente mi presenterò a un colloquio con un' che conosco, affidabile, ma soprattutto so esattamente di che tipo di impiego si tratta.

Il lunedì successivo sono puntualissimo. In sede, piena zona centrale, trovo molti altri ragazzi miei coetanei che hanno da poco cominciato la carriera di “procacciatore d'affari”. Sono tutti molto sorridenti e questo basta a darmi coraggio, non tutti iniziano la settimana con un sorriso a trentadue denti.

Ritrovo il mio contatto, che mi accoglie festoso. Mi offre un caffè e mi spiega cosa avrei fatto quel giorno ed ecco il primo boccone amaro: non lavorerò per l'impresa che avevo immaginato ma per una società esterna che cura pubblicità e promozioni, la Unit Group. Mi riprendo dal colpo subito appena in tempo per assistere al motivazionale.

Come dice il nome stesso, è una pratica di motivazione che potrebbe essere equiparata ad una propiziatoria. Molte persone la raccontano come una semplice riunione di incitamento, ma ciò a cui ho assistito è più simile a un rituale sciamanico con balli canti e grida festose. A cosa servisse quel baccano lo avrei scoperto in seguito.

Una volta terminato il motivazionale, i vari procacciatori sono stati suddivisi per zone d'interesse. Il mio trainer (così è definito chi istruisce i nuovi arrivati) è assegnato alla zona di Acireale, in provincia di Catania.

Giunti nel comune etneo lasciamo la macchina e iniziamo a percorrere le vie principali della città suonando a ogni citofono. Per tutti i condomini la formula è la stessa: presentarsi come incaricati Enel, raggiungere l'ultimo piano e una volta in cima scendere al pianterreno suonando a tutti i campanelli. Mi sembra di esser tornato a quando a 10 anni, per gioco, suonavo i citofoni e correvo via prima di ricevere risposta.

La scena si ripete diverse volte. E' difficile star dietro al mio trainer, che nonostante i quarant'anni suonati deve essere molto allenato per questa attività.

A spezzare la monotonia di quello strano gioco, ogni tanto si apre un uscio. Il più delle volte casalinghe non interessate o donne anziane che, come me, non avevano ben capito cosa stessimo facendo. Ecco svelata la funzione del motivazionale: evitare il suicidio istigato dalla valanga di no ricevuti.

La giornata si conclude svariati chilometri e condomini dopo. Quando ormai il sole sta tramontando alle spalle dell'Etna sprofondo nel sedile passeggero, ma ho ancora la forza di ascoltare attentamente cosa il mio trainer ha da dirmi.

“Cosa offriamo lo hai visto durante la giornata ascoltando -mi spiega. Il tuo lavoro consisterà in questo, la nostra azienda, rispetto alle altre, ti offre un fisso mensile di 300 euro più 10 euro per ogni contratto concluso”.

Non dico nulla, sto provando a fare qualche calcolo. Allora, 300 euro al mese sono in media 10 euro al giorno che, nel caso in cui non si riuscisse a portare a casa neanche una nuova utenza, non sarebbero sufficienti nemmeno per coprire le spese.

Se ho fatto bene i conti, il mio trainer con una giornata di lavoro invece di guadagnare ci ha rimesso ben 15 euro (10 del fisso mensile più altri 20 per due contratti, ai quali però bisogna sottrarre benzina, autostrada e pranzo per due persone). Non sono più così sicuro come lo ero dodici ore prima e una volta a casa faccio qualche ricerca.

Ciò che scopro mi lascia a bocca aperta. E' bastato digitare il nome della società in questione su un motore di ricerca per scoprire che ovunque in Italia molti altri ragazzi come me erano stati letteralmente bidonati.

Alcuni dopo il primo mese di prova non erano stati pagati né rimborsati per le spese sostenute pur avendo procurato una media di 10 contratti ciascuno. Altri invece, insieme al pagamento parziale (mai totale) hanno ricevuto il benservito senza alcuna spiegazione logica.

Quando il mio trainer mi telefona la mattina dopo chiedendomi che fine avessi  fatto, io sono a fare jogging. Se proprio devo fare attività fisica preferisco farla gratuitamente!

Roberto Minasi

Ritenuto per anni una leggenda metropolitana, è stato avvistato mentre tentava di intrufolarsi a Sicilians. Ce l'ha fatta. Gli esperti ritengono che la sua dieta sia composta da film, libri, musica e videogames. Il foglio bianco è il suo habitat naturale, dove si diverte a scorrazzare libero, tracciando segni che alcuni studiosi stanno tentando di decifrare. Si sconsiglia di avvicinarlo, potrebbe mordere.

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