#Lefaremosapere. Il Call center
“Azienda leader nel settore cerca giovane da inserire nel proprio organico”. Iniziano così molte delle inserzioni sparse qua e là tra i siti dedicati agli annunci di lavoro.
Nella maggior parte dei casi, il testo prosegue elencando una serie di mansioni quali agente outbound, network marketing, outdoor seller e altri.
In tempi di crisi anche il lavoro diventa un lusso. Così sono andato a scoprire cosa si cela dietro gli annunci di chi offre quotidianamente questo lusso. Il mio viaggio (a Messina, ma potrei essere in qualsiasi altra città italiana) inizia esattamente come quello di molti miei coetanei in cerca di impiego: senza pretese, ma con un pizzico di speranza nel cuore.
Inizio la mia ricerca in un sito web specializzato e la prima cosa che mi sorprende è il numero incredibile di società alla ricerca di “giovani da inserire nel mondo del lavoro, anche prima esperienza”. E io che credevo ancora nella figura mitologica dell'apprendista con esperienza.
Rincuorato e nello stesso tempo incuriosito, sfoglio diverse inserzioni. Nel carnet di offerte scelgo questa: “Azienda leader nel settore cerca 9 ambosessi da inserire nel proprio organico; le risorse si occuperanno della gestione magazzino, rapporti con la clientela, network marketing. I candidati dovranno essere dinamici, spigliati, propensi al problem solving, preferibilmente automuniti. Offresi: formazione, contratto a tempo determinato a norma di legge, fisso mensile e provvigioni ai più alti livelli di mercato”.
A dire il vero ero molto sospettoso. Il nome dell'azienda non è citato, così come non si specifica il settore della presunta leadership, nessun numero di telefono. Passo oltre tutto ciò e affamato di impiego rispondo all'annuncio candidandomi così a uno dei 9 posti disponibili.
Dopo 3 giorni di attesa ricevo una mail di risposta: “Il suo profilo corrisponde alle caratteristiche ricercate, vorremmo fissarle un colloquio conoscitivo nella nostra sede in via ****, il 10 di marzo alle 15”. E dire che non ho nemmeno inviato il curriculum, ma solo una semplice richiesta di informazioni aggiuntive. Ancora nessun riferimento al nome o alle mansioni da svolgere, però. Che culo! -penso. Prima mail, primo colloquio.
Mi presento all'appuntamento fissato. La sede dell'azienda leader è in un condominio al limite tra il pittoresco e il fatiscente, sul citofono scopro finalmente il nome della società con la quale sono entrato in contatto.
Ad accogliermi trovo Sonia, una ragazza sui 25 anni che mi indica dove posso sedermi in attesa di essere ricevuto. Mentre aspetto sento molte voci concitate provenire dalla stanza attigua, ma non indago.
Mi fanno accomodare nell'ufficio del titolare, che al momento non è in sede nonostante fosse stato lui a darmi appuntamento. Sarà Sonia a condurre il colloquio. Mi chiede il curriculum vitae e senza nemmeno guardarlo inizia a parlarmi dei servizi e delle offerte che la sua azienda propone.
“Operiamo per conto terzi nella gestione del parco clienti e nell'ampliamento del portafoglio -spiega. I nostri partner (cita nomi prestigiosi e altisonanti) operano nell'energia, nella telefonia e nelle trasmissioni televisive satellitari. Attualmente cerchiamo personale che si occupi della promozione di questi servizi.
“Mi scusi -la interrompo- ma nell'annuncio si parlava di gestione magazzino”. “Sì -mi spiega- magazzino clienti”. “In altre parole che dovrei fare?”. “Noi operiamo per contatto diretto con la clientela o tramite intervista telefonica”. “In altri termini: siete un call center”. Risolto il mistero delle voci concitate.
Non ancora soddisfatto delle risposte chiedo ulteriori spiegazioni. “Nell'annuncio parlate di 2,50 euro l'ora lordi, contratto a progetto, pagamento al raggiungimento degli obiettivi. Ma quali obiettivi?”. Sonia mi spiega che ogni collaboratore deve essere in grado di garantire la chiusura di 20 contratti mensili e che dal 21esimo sarebbero scattati gli scaglioni dei benefit di 3 euro lordi l'ora fino a 35 contratti. Che arriveranno a 3 e mezzo dal 36esimo al 50esimo e via dicendo. A ogni scaglione 50 centesimi lordi di aumento.
A quel punto ho già esaurito molta della mia pazienza. “E se non dovessi arrivare ai 20 contratti?”. La domanda mi sembra quasi retorica, la risposta è scontata: “Beh, in quel caso ti rendi conto che se investiamo su di te e tu non porti risultato il rapporto si conclude, soprattutto dopo la formazione”. La mia mente si illumina. “In che cosa consiste la formazione? -chiedo”. “Farai 15 giorni di formazione in solitaria e nei successivi 15 un periodo di prova con un nostro responsabile. Naturalmente per legge il periodo di prova non è pagato”.
E' arrivato il momento di palesare il mio disappunto. “Mi dispiace Sonia, ma ti informo che la Corte Costituzionale con la sentenza 189 del 1980 ha stabilito che in periodo di prova il lavoratore ha diritto allo stesso trattamento retributivo dei dipendenti regolarmente assunti. Detto questo, non sono più interessato alla vostra offerta”.
Vado via deluso per la perdita di tempo ma, come suggeriva Jim Morrison, decido di non arrendermi al primo scoglio e una volta a casa ricomincio la febbrile ricerca di un lavoro.