Le voci di dentro: “Siamo orgogliose di questo progetto dell’istituto Minutoli”

sapone 1 siciliansMESSINA. E' un progetto del quale le detenute del carcere di Messina che frequentano i corsi dell'istituto Minutoli sono orgogliose. Hanno creato creme e saponi con le proprie mani, scegliendo essenze e ingredienti. Sembrava solo un progetto scolastico, per quanto importante, coordinato dalla docente di chimica Maria Lucia Crupi e dalla professoressa Yvonne Cannata, primo collaboratore del preside Pietro La Tona. Poi la svolta: le loro creazioni sarebbero state inviate in per dare un po' di sollievo e di serenità a quelle popolazioni martoriate. Perché per chi ha perso tutto, anche un sapone profumato o una crema possono fare la differenza. Non a caso, i loro prodotti sono stati destinati anche alle vittime psichiche dell'invasione russa e il 19 aprile scorso le detenute hanno partecipato a un evento organizzato nel teatro del penitenziario per raccontare loro la storia dei loro prodotti una volta arrivati in Ucraina.

Visto che ho subito un trapianto -spiega L. C.– mi sento come se fossi rinata, quindi posso capire cosa significa donare. Quando ho visto tutti quegli studenti, subito mi sono venuti in mente i miei nipoti e ho provato una bellissima sensazione. Anche da parte dei ragazzi ho avvertito una grande accoglienza e molta emozione nei confronti di noi detenute. Vedere il video che ci hanno mostrato, assistere alla consegna dei prodotti che noi abbiamo preparato e poi inviato in Ucraina è stata una cosa meravigliosa: donare qualcosa ad altri senza nemmeno conoscerli è molto gratificante e questa che abbiamo vissuto è stata una bellissima storia di solidarietà per tutti noi”.

Mi trovo in questa casa circondariale da 4 anni, ma è da 12 anni che sono detenuta -racconta A. C.. Non sono mai uscita, ma grazie a Dio ho quasi finito di scontare la mia pena. Tra le cose più belle che porterò nel cuore c'è il ricordo dell'incontro a cui ho partecipato a teatro, quando abbiamo assistito sia al resoconto dei due volontari che al video che ci ha mostrato il viaggio fatto dai nostri doni. Mi sono commossa, avrei voluto abbracciare tutte le persone intervenute, non ho potuto farlo ma porterò per sempre nel mio cuore il ricordo delle ore trascorse insieme”.

Spesso nella vita, quando si commettono errori, -commenta A. T.– ci si trova a rispondere delle nostre azioni anche attraverso le mura di un carcere, subendo sentenze, pregiudizi e opinioni, nella maggior parte dei casi negativi. Ma chi ci giudica non tiene conto del fatto che noi non siamo solo errori, ma anche cuori, impegno, dignità, rispetto, sensibilità ma, soprattutto, siamo persone. Per quanto un individuo possa commettere qualcosa di brutto, ha sempre qualcosa di buono da dare, da donare… Il valore della solidarietà anche a distanza ci arricchisce interiormente. Con il nostro lavoro, anche se tra le mura di un penitenziario, sentiamo di avere contribuito a far star bene altri individui. Ma è stata importante anche la testimonianza alla quale abbiamo assistito, perché avere visto il risultato di quanta gioia e serenità si possono trasmettere attraverso un oggetto di uso comune come un semplice sapone, mi ha gratificata e mi ha donato momenti di felicità”.

Questa giornata è stata dedicata alla solidarietà da parte di giovani studenti, operatori sociali e donne detenute come me -spiega A. P.. Una nuova pagina di scoperte di realtà diverse, nella quale anche io mi sono sentita coinvolta, condividendo le stesse emozioni delle altre persone coinvolte nel progetto. Mi sono resa conto che il tempo è il bene più grande che possiedo in questa fase della mia vita e non c'è cosa più bella che si possa donare agli altri, perché chi lo riceve ne ricava il valore più prezioso. Un valore che qui dentro fa molta differenza”.

L'incontro con i volontari che hanno portato i nostri prodotti in Ucraina organizzato nei locali del teatro di questa casa circondariale -ricorda L. G.– è stata per me un'esperienza nuova e indimenticabile. Ascoltare le testimonianze di chi vive l'emozionante condivisione delle sofferenze di noi detenute, sarà per me un ricordo indelebile per tutta la vita”.