#L’anticospeziale. Cibi pericolosi perché contaminati.

Giuseppe Di Prima
Il dottor Giuseppe Di Prima

L'agricoltura italiana risulta essere la più genuina e la più corretta d'Europa: niente OGM e concentrazioni molto al di sotto della soglia stabilita di residui chimici permessi. E' importante quindi fare luce su quali sono le aziende che fanno uso di materie prime provenienti da altri paesi per non incorrere in contaminazioni alimentari e pericoli per la nostra salute. A fronte della mobilitazione di trattori e agricoltori che lottano e manifestano in favore della dieta e dei prodotti mediterranei, c'è purtroppo un mercato globale sempre più tentacolare e sempre meno controllabile.

Arriva da Coldiretti e si basa dalle analisi dell'Efsa (European Food Safety Authority) un rapporto sui residui dei fitosanitari in Europa. La black list degli alimenti contaminati, cioè con più residui chimici o elementi dannosi,  spaventa e mette in allerta. Additivi e coloranti fuori norma, pesticidi, residui di metalli pesanti, micotossine e minacce dai nomi più strani sono presenti negli alimenti che provengono da altre zone del mondo. Nomi chimici incomprensibili ai più, risuonano tanto di allerta alimentare e pericolo per la salute.

Citiamo qualche nome del lungo elenco, come Chlorfenapyr, Flusilazole e Pyridaben, o addirittura Carbendazim che è vietato in Italia perché ritenuto cancerogeno. La lista nera dei prodotti è lunga: scopriamo cosa evitare per non incorrere in contaminazioni alimentari che minacciano la nostra salute. Non è solo dall'est che arriverebbero i prodotti incriminati ma anche da altre zone del mondo, come percentuali di melagrane e arance dell'Egitto, menta marocchina, piselli del Kenya, prodotti come fragole e arance del nord Africa, prezzemolo vietnamita, basilico dell'India, broccoletti della Cina, mentre dall'altra parte del planisfero giunge una certa quantità di meloni contaminati e cocomeri irregolari, così come il peperoncino thailandese.

Il podio dei cibi contaminati spetterebbe ai broccoli cinesi, per cui il 92% dei campioni risultano non sicuri e irregolari per la presenza di contaminanti e residui chimici. Al secondo posto troviamo il prezzemolo vietnamita, con il 78% di casi trovati irregolari, e al terzo il basilico indiano. Il gigante asiatico, che ormai mobilita quintali di tonnellate di prodotti in tutta Europa – che per la stragrande maggioranza dei casi non sappiamo dove va a finire, salsa di pomodoro inclusa – pare avere goduto di questo primato anche l'anno passato.

La pericolosità sta anche nel fatto che in molti Stati, per esempio, è consentito l'uso di pesticidi ritenuti dannosi e vietati a livello europeo. E' necessario quindi fare una prima selezione utilizzando solo i prodotti stagionali, poi leggere attentamente la provenienza dei cibi e, nel dubbio, preferire i prodotti italiani. Non soltanto per sentimento e gratitudine verso i nostri agricoltori ma soprattutto, con un po' di dovuto egoismo, per salvaguardare la nostra salute. Per conoscere l'ortofrutta di stagione, potete inviarmi una richiesta tramite la solita posta elettronica all'indirizzo anticospeziale@virgilio.it.

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