La solidarietà dei lavoratori delle coop Europa e Alba
Lavorare di meno per lavorare tutti. Non è stato facile, ma ieri sera, dopo avere lottato per le 38 ore settimanali ed averle ottenute, gli operatori delle cooperative Alba ed Europa hanno deciso di lavorare 8 ore in meno al mese per evitare il licenziamento di alcuni colleghi.
In un saloncino della Cgil di Messina gremito al punto tale che è stato necessario organizzare due assemblee, la solidarietà dei lavoratori dei Servizi sociali impegnati nell'assistenza domiciliare agli anziani ed ai disabili è diventata un fatto concreto.
“Dopo aver letto le graduatorie stilate dalle due cooperative -spiega il segretario generale della FP Cgil Clara Crocè- ho detto a chiare lettere ai lavoratori che era necessario rinunciare a qualche ora di lavoro per fare posto agli esclusi”.
La proposta è nata dopo la lettura di una lettera di un lavoratore escluso inviata al segretario generale Crocè.
“Sono un lavoratore escluso dalle assunzioni della cooperativa Europa -si legge nella lettera- certamente non per volontà della cooperativa e delle organizzazioni sindacali. Io che fino a poco fa potevo contare su un contratto e un reddito, adesso non ho più niente.
Chissà come si sentono i colleghi che soltanto adesso hanno battuto i piedi e hanno preteso le 38 ore settimanali. Persone che avevano un contratto da 24 ore e che hanno migliorato la propria situazione lavorativa. Il costo dei tenaci lavoratori che hanno ottenuto le 38 ore è l'impossibilità di assumere altri colleghi, che hanno lavorato e vantano anni di anzianità lavorativa esattamente come loro.
Chissà come si sentirebbero, se per un attimo si fermassero a pensare che dalla stessa barca di lavoratori che combattevano tutti insieme per i loro
diritti, alcuni ne sono usciti vittoriosi e altri sono rovinosamente caduti nella disperazione perché non accederanno al lavoro tanto sperato. Lottavamo insieme per avere un posto di lavoro.
Eppure, penso che se quelle stesse persone rinunciassero a solo due ore di lavoro, cioè se passassero da 38 a 36 ore, manterrebbero comunque il vantaggio avuto dal contratto ottenuto. Questo consentirebbe l'assunzione di coloro che sono stati tagliati fuori. Non tutti, ma una parte sì.
Il passaggio da 24 a 36 ore è un buon traguardo per loro e facendo questo aiuterebbero i colleghi che oggi perdono la speranza di un posto di lavoro. Quelli che, invece, avevano 36 ore non perderebbero nulla. E' solo una proposta, forse una speranza. Se lo facessero, avrebbero la gratitudine dei colleghi. Se non lo facessero, non succederebbe niente.
Dovrebbero solo voltarsi per non vedere le lacrime dei licenziati. Dobbiamo essere solidali, non è il momento di privilegiati ed esclusi. La solidarietà dei colleghi può salvarci”.
E così, nonostante il periodo di crisi e le difficoltà economiche vissute dai lavoratori, dopo la lettura della lettera, che ha commosso tutti i presenti, ed interventi molto forti, dopo le resistenze iniziali è scattata la solidarietà tra i lavoratori iscritti alla FP Cgil.
“Abbiamo ricordato loro -racconta Clara Crocè- che per gli iscritti alla Cgil essere solidali assume un significato profondo. E i lavoratori non si sono tirati indietro. La rinuncia volontaria a due ore di lavoro settimanali consentirà l'assunzione della maggior parte dei lavoratori. In un periodo di crisi è un risultato importante e il mio plauso va a lavoratori che metteranno in pratica il concetto di solidarietà. Un gesto importantissimo che oggi ha un significato maggiore: rimanere tutti sulla stessa barca in attesa di tempi migliori”.