La lotta alla mafia in Sicilia, il pastore valdese Pietro Panascia e la Chiesa Cattolica

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Pietro Valdo Panascia, pastore valdese

SICILIA. Quando la Chiesa Cattolica negava pubblicamente l'esistenza della mafia, benediceva i matrimoni dei mafiosi e battezzava i loro figli, la Chiesa Valdese era in prima linea. Era il 1963 e anche solo pronunciare la parola mafia poteva essere pericoloso. I valdesi però, non avevano paura. La prima posizione ufficiale fu del pastore Pietro Valdo Panascia, che con grande coraggio e sostenuto solo dai membri della propria chiesa a Palermo, fece affiggere in tutta la città un manifesto destinato a fare storia: “Iniziativa per il rispetto della vita umana”. “Oggi è la Giornata della memoria per le innocenti della mafia -scrive la Chiesa Valdese di Palermo- un impegno civile ma che, da cristiani che lottano per la giustizia, vede le nostre chiese in prima linea da tanto tempo. La chiesa #valdese fu infatti la prima chiesa cristiana a profetizzare e prendere una posizione netta contro la mafia nel 1963, quando il pastore Pietro Valdo Panascia, grande propulsore anche del Centro Diaconale “La Noce” – Istituto Valdese, fece affiggere in tutta Palermo questo manifesto”. Fare antimafia oggi come fanno Libera e il prete cattolico don Ciotti e le tante associazioni antimafia sparse per l'Italia (che ogni anno prendono decine di milioni di euro a fondo perduto, l'ultimo giro 80 milioni, senza bandi o con bandi appositamente dedicati pur essendo soggetti privati) è semplice. La vera antimafia è stata altro, ma ricordarlo conviene a pochi.

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Elisabetta Raffa

Giornalista professionista dal secolo scorso, si divide equamente tra articoli di economia e politica, la cucina vegana, i propri cani, i libri, la musica, il teatro e le serate con gli amici, non necessariamente in quest’ordine. Allergica ai punti e virgola e all’abuso dei due punti, crede fermamente nel congiuntivo e ripete continuamente che gli unici due ausiliari concessi sono essere e avere. La sua frase preferita è: “Se rinasco voglio essere la moglie dell’ispettore Barnaby”.

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