La FIM Cisl boccia la proposta di mobilità della ex Rodriquez
Disco rosso della FIM Cisl di Messina ad una mobilità per i lavoratori della ex Rodriquez priva delle garanzie previste dal contratto.
“La Fim Cisl non accetterà di firmare alcun tipo di mobilità ai Cantieri Intermarine, ex Rodriquez, senza certezze per i lavoratori che dall'1 gennaio 2014 rimarranno all'interno del cantiere -dichiara Nino Alibrandi, segretario generale della Fim Cisl. Chiediamo trasparenza sul futuro dello storico cantiere navale messinese”.
La dichiarazione di Alibrandi arriva al termine della prima riunione tra azienda e sindacati che si è tenuta questa mattina per l'esame della richiesta di mobilità per 20 dipendenti su 73 dal prossimo 1 gennaio 2014. L'incontro è stato aggiornato a data da destinarsi.
“Se lo stesso rappresentante della Intermarine -sottolinea Alibrandi- afferma come il cantiere non avrà futuro se l'ultimo catamarano destinato all'Oman non sarà consegnato entro i termini previsti del 31 dicembre 2013, come possiamo noi condividere la decisione di ridurre ulteriormente il personale dipendente, quando la stessa azienda non dà certezze nemmeno per i 53 dipendenti che rimarranno? Si sta verificando ciò che denunciamo da anni, con il silenzio complice di tutte le Istituzioni messinesi.
Mai si è potuto capire o sapere quali siano i progetti del Gruppo Immsi di Roberto Colaninno per il cantiere di Messina. Mai un piano industriale, mai un investimento, ma piuttosto la continua riduzione di personale motivata dalla mancanza di commesse che solo Rodriquez sembra stia accusando. Basterebbe che Rodriquez -afferma Alibrandi- attivasse una politica competitiva anche di riparazione e manutenzione degli aliscafi che sono stati varati nel corso della storia del cantiere”.
La richiesta di mobilità alla Intermarine arriva pochi giorni dopo l'incontro in Prefettura nel corso del quale il presidente dell'Autorità Portuale Nino De Simone auspicava l'apertura di un tavolo tecnico per rilanciare la cantieristica navale.
“Ma quale strategia -domanda Alibrandi- ci può mai essere a Messina se i titolari dei cantieri navali che insistono nella Zona Falcata non fanno altro che licenziare e si sono dimostrati incapaci di acquisire nuove commesse e attivare nuovi investimenti per aumentare know out e competitività dei marchi messinesi nel mondo? E' necessario e non più rinviabile un tavolo tecnico tra Istituzioni, aziende e parti sociali per salvare la cantieristica navale messinese”.