La Commissione Elettorale conferma il ballottaggio

Commissione Elettorale
La Commissione Elettorale Comunale al lavoro

L'applauso liberatorio dei sostenitori di Renato Accorinti è arrivato alle 20.35 quando il presidente della Commissione Elettorale Comunale, il magistrato Giuseppe Bonfiglio, proclama ufficialmente il ballottaggio. Per soli 59 voti Felice Calabrò non è stato eletto sindaco e andrà al ballottaggio il 23 e 24 giugno con Renato Accorinti.

Il comportamento non esattamente controllato degli elettori del professore pacifista, famoso per le battaglie che porta avanti da decenni, presenti nella sala del Consiglio Comunale, provoca l'intervento del presidente della Commissione Elettorale, che li invita “a governare le proprie emozioni, anche per rispetto nei confronti della controparte”.

Immediatamente torna la calma in Aula e Bonfiglio procede con i dettagli. A Felice Calabrò sono stati attribuiti 41.453 voti (pari al 49, 93%), a Renato Accorinti 19.939 voti (pari al 24,02%).

Le prime notizie di un possibile ribaltamento del verdetto di martedì scorso (cioè che Felice Calabrò, del centrosinistra, non sarebbe stato proclamato sindaco al primo turno per una manciata di voti) sono iniziate a trapelare ieri nel tardo pomeriggio, dopo le prime verifiche di rito dei verbali inviati dai seggi una volta completate lo scrutinio.

Una giornata di tensione quella di oggi, con i sostenitori di Accorinti che speravano nel ballottaggio e quelli di Calabrò che invece puntavano al ribaltamento della situazione, che però si è appena conclusa con la conferma di quanto già dichiarato martedì.

E veniamo ai dettagli. Dodici le sezioni contestate. Alcune per errori banali, ma altre, per esempio la 147 e la 217, per dati che avrebbero suscitato perplessità in chiunque. Dalla sezione 147 è infatti arrivato un verbale bianco, mentre in quello della 217 si sosteneva che c'erano ben 274 schede nulle. Diverse altre poi, hanno presentato verbali non completi o imprecisi.

Ieri, in prima battuta, sono sttai presi come riferimento i numeri del Centro Elaborazione Dati di Palazzo Zanca. Ma Patrizio Marino, del gruppo dirigente del PD messinese, ha sottolineato come il CED non potesse essere considerato attendibile al 100%. Da qui la decisione di riaprire le tabelle delle scrutinio, i soli documenti inappellabili.

Tra quelle esaminate la sezione chiave è stata la 234: secondo i conteggi del centrosinistra qui Calabrò avrebbe dovuto avere 319 voti, consentendo così una vittoria al primo turno. Ma la verifica sulla tabella di scrutinio, ha permesso di verificare che non era così.

Intanto alle 21.21 arriva nelle redazioni un comunicato stampa di Felice Calabrò. “Ci siamo lasciati 24 ore fa con appena due parole: Sì Messina -dichiara il candidato sindaco del centrosinistra. Sono le stesse due parole che ribadisco stasera, dopo la conferma dei dati emersi dalle urne. Il 50% dei messinesi ha votato Felice Calabrò sindaco ed è a queste 41 mila persone che va il mio pensiero con una promessa: sono ancora più determinato a vincere e a dire, sì Messina, insieme ce la faremo.

Quando ho iniziato questo cammino entusiasmante non avrei mai pensato che mi avrebbe portato fin qui, adesso avverto sia la responsabilità del portare a termine il nostro progetto che l'entusiasmo del farlo tutti insieme e la passione per non scoraggiarci dinnanzi a nessuna difficoltà, nessun ostacolo. Forse qualcuno potrebbe dire che è una beffa non aver vinto al primo turno per una manciata di voti, ma io dico, meglio così: vorrà dire che c'impegneremo di più, vorrà dire che correrò ancora un po' e con più determinazione per coinvolgere sempre più messinesi in questo grande sogno.

Sarebbe stato più facile inoltrare ricorso e vincere, ma il nostro amore per Messina e il senso di responsabilità ci hanno spinto a non voler cercare alcuna scorciatoia né a lasciare ombre sul percorso. Quindi oggi lo ribadisco con più forza: non siamo come gli altri, non presenteremo alcun ricorso. Non c'è tempo per guardare indietro, abbiamo davanti un progetto che richiede lo sforzo di tutti, l'entusiasmo di tutti. Anzi, mi sento ancora più carico di forza, perché  adesso ho la certezza di quante persone mi sono accanto.

E' stato come iniziare a correre ed accorgersi che ad ogni metro si aggiungeva qualcuno. Un giovane, un pensionato, un precario, un disoccupato. E angolo per angolo diventavamo sempre di più. Da lunedì sera mi sento più forte, perché  so che accanto a me c'è ognuna di quelle migliaia di persone che hanno deciso di credere in me, nel nostro progetto. C'è un vento nuovo che sta soffiando in tutta Italia, ma non è una tempesta. Perché la tempesta spazza via tutto e sradica le radici. Il vento è qualcosa di diverso, porta via solo quel che c'è da ripulire.

Questo vento sta riportando la speranza nella buona politica, che è quella delle cose che si fanno. Con i no non si va da nessuna parte, non si costruisce nulla. I no impediscono la costruzione di qualsiasi progetto, paralizzano. Il voto degli italiani ha dimostrato in queste ultime settimane che gli elettori sono stanchi della protesta fine a se stessa. E' arrivato il momento di guardarci negli occhi e dire basta. Abbiamo protestato, ci siamo indignati, ma adesso serve qualcuno che sappia fare qualcosa, che si metta al servizio della comunità.

Questa è la politica, quella che non si fa gridando nelle piazze, ma è quella delle cose fattibili e possibili. E gli italiani hanno deciso di dare fiducia a chi ha le idee e le capacità per realizzarle. A febbraio milioni di elettori hanno scritto nelle loro schede un NO urlato, votando Grillo. Sembra passato un secolo, invece sono passati pochi mesi e le Amministrative di questi giorni hanno dimostrato che non basta scrivere NO se poi non sai come cambiare. Anche i messinesi hanno dimostrato di credere che solo la politica può farci uscire dal baratro nel quale siamo piombati, solo la bellezza delle proposte, l'entusiasmo della determinazione, l'orgoglio delle cose fatte e delle cose che sappiamo fare, potrà farci ricostruire dalle macerie”.

Nessun commento ufficiale dal fonte Cambiamo Messina dal basso. Accorinti è  miracolosamente sopravvissuto ad una campagna elettorale portata avanti senza cellulare e quindi è impossibile rintracciarlo per avere una dichiarazione a . Solo nei due gruppi su facebook si possono leggere i post dei suoi sostenitori e la gioia della conferma del ballottaggio. In ogni caso, il 23 e 24 giugno si tornerà a votare e alla luce di quello che ha subito Messina dal '98 in poi, la speranza è una sola: che vinca il migliore.

Quello che realmente inizierà a risolvere i problemi più gravi della città a partire da , servizi sociali, acqua 24 ore su 24 (ché il sospetto che qualcuno si sia accordato con i produttori di serbatoi c'è sempre visto che, giusto per fare un esempio, oggi alle 17 già le condotte dell'Amam erano a secco), lotta all'evasione delle tasse locali e raccolta rifiuti e che avrà la capacità di programmare anche per chi verrà dopo di lui se non sarà confermato.

Quello che dedicherà maggiore attenzione ai ragazzi, perché in troppi girano per la città a branchi senza sapere cosa fare e dove andare. Quello che capirà una volta per tutte che senza asili nido e scuole materne le donne non possono andare a lavorare e che, come anche un economista di primo pelo può confermare, le società in cui la presenza femminile nel mondo del lavoro è più forte sono anche le più evolute.

Quello che farà della lotta alla illegalità una costante della propria amministrazione e che trasformerà Messina in una città dove i diritti sono diritti e non favori da elargire. Quello che farà dei messinesi dei cittadini che pretendono rispetto e lo danno e non dei sudditi che pietiscono qualcosa. E' chiedere troppo?

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