La città fa quadrato attorno alla coop Birrificio Messina
Per ripartire serve un milione di euro, però ne mancano ancora 100 mila. Intanto 300 mila euro sono stati messi dai lavoratori attingendo al fondo delle liste di mobilità e del TFR, 450 mila come capitale di rischio dalla Lega delle cooperative e dalla piattaforma nazionale e 150 mila dalla Crias, mentre Fondazione di Comunità conta di arrivare a donare tra i 60 e i 100 mila euro.
Sono i numeri del Birrificio Messina, nuova realtà produttiva nata per iniziativa di 16 ex operai della Triscele del Gruppo Faranda, che quando la proprietà ha gettato la spugna e ha richiesto il concordato fallimentare non si sono arresi e hanno deciso di rimboccarsi le maniche.
“Oggi parliamo di birra in una città che, neanche pochi anni fa, era la maggior area produttiva del Meridione –ha dichiarato il commissario della Provincia Filippo romano durante la conferenza stampa a Palazzo dei Leoni. Per me non è facile presentare oggi questa iniziativa perché è un argomento a cui sono molto legato, l'ho seguito fin dagli inizi del mio incarico a Messina nel 2012. Sono meno di 20 lavoratori, che però sono un simbolo. In ogni caso, ho subito apprezzato l'idea di autogestire il prodotto.
Questa brutta storia è servita ai dipendenti per sviluppare una coscienza che li ha spinti a essere concreti e fattivi -ha proseguito Romano. E' chiaro che dal punto di vista personale farò di tutto per favorire il prodotto. Speriamo che ci sia anche la possibilità di recuperare il nome, perché mi ripugna pensare che lo abbia in mano un'azienda che con Messina non ha nulla a che fare. Spetta a noi orientare le nostre scelte e Messina può dimostrare che non si vive solo di assistenzialismo”.
L'obiettivo è quello di raggiungere in 4 anni la produzione di 25 mila ettolitri di birra. E considerando che nell'ultimo anno di attività, il 2010, la ex Triscele ne ha venduti 40 mila, si può presumere che quello dei 25 mila sia un obiettivo plausibile.
“La Fondazione di Comunità -commenta il presidente Gaetano Giunta- ha deciso di sposare questa esperienza simbolica di produttività all'interno di un mercato di equilibrio di egoismi, a favore di un'economia che si radica nel capitale sociale della città. Siamo qui con due richieste. La prima riguarda la raccolta fondi, che sono necessari per ristrutturare i capannoni e comprare i macchinari e tutta la cittadinanza è chiamata a partecipare con un contributo. In secondo luogo, chiediamo agli esercenti di dare la loro disponibilità a priori per la vendita delle birre. Ma desideriamo anche che questo diventi un metodo, che ognuno ci metta del suo, con due condizioni: coesione e capacità. Questa birra racconta valori e storie di liberazione”.
Il presidente della cooperativa Mimmo Sorrenti ha ricordato le lotte dei lavoratori per impedire la chiusura dell'azienda prima con l'Heineken e poi con la famiglia Faranda (che ha chiesto ai dipendenti di anticipare il proprio TFR e non lo ha ancora restituito) e ha sottolineato che stamane allla Provincia c'erano le persone e le istituzioni che hanno affiancato gli ex Triscele fin dall'inizio.
Poi il ringraziamento ai compagni di avventura. “Io sono il portavoce -ha dichiarato commuovendosi- ma se non ci fossero stati loro questa cooperativa non ci sarebbe stata. Non vedo l'ora di festeggiare a birra e salsiccia”.
Presenti anche il segretario generale della Flai Cgil di Messina Giovanni Mastroeni (“Dobbiamo ringraziare le forze politiche di centrosinistra e in particolare Filippo Panarello se si è arrivati ad una soluzione, ma anche il governo Crocetta per l'apertura”) e lo stesso Panarello, parlamentare ARS del PD (“C'è una componente affettiva per una precedente vita professionale che mi lega a queste persone e ai loro padri. Questo inizio è possibile grazie all'impegno indefesso dei sindacati e l'incontro fecondo con Fondazione di Comunità. Sottolineo la passione dei lavoratori che hanno rischiato la loro assicurazione sul futuro scommettendo le somme a loro disposizione per investire sulla città”.
E tramite il vice prefetto aggiunto Caterina Minutoli il prefetto Stefano Trotta, che appena insediato a Messina si trovò immediatamente coinvolto nel momento più drammatico della vertenza, quando Sorrenti minacciò di darsi fuoco perché l'amministratore delegato della Triscele Francesco Faranda non riceveva i lavoratori, ha testimoniato “l'appoggio all'iniziativa volta a creare un futuro migliore per la città e per i lavoratori. Al momento ci sono tantissime aziende che chiedono aiuto alla Prefettura e si vede la necessità del contributo di tutti e anche della fattiva collaborazione. Il nostro auspicio è che tutto possa andare per il meglio”.