L’A.C.R. e i messinesi meritano il calcio che conta
Soltanto rinviata la promozione matematica ora che il 21 aprile è passato e sull'erba del “San Filippo”, dopo il fischio finale dell'arbitro, si è riversata parte dei diecimila tifosi accorsi a sostegno di un Messina che ha ridato loro fiducia nel calcio cittadino e profilato scenari ben più prestigiosi.
Il tecnico Gaetano Catalano aveva chiesto cattiveria agonistica ai suoi e questo hanno dato Corona e compagni. Peccato che l'ottimo primo tempo disputato dai peloritani non sia bastato a conferire il vantaggio meritato e la seconda frazione di gioco sia volata via tra la stanchezza e appena poche azioni degne d'essere registrate.
Certo è che il pareggio a reti bianche contro il Cosenza non intacca minimamente l'encomiabile impegno della squadra e i meriti che hanno contraddistinto l'A.C.R. Messina durante l'intera stagione. Si festeggia già oggi per le strade, senza che la matematica abbia ufficializzato l'ingresso tra i professionisti, ma si rammenta servano appena due punti ancora nelle prossime due giornate di campionato per accedere formalmente alla Lega Pro.
Prossime avversarie il Ragusa in trasferta e il Nissa già retrocesso al “San Filippo”. Messina in divisa rossa accolto da un pubblico d'eccezione in questa giornata piovosa di fine aprile. Cosenza in bianco e senza il supporto dei propri sostenitori cui era stata vietata la trasferta.
Usuale 4-4-2 il modulo scelto dal tecnico Catalano. Lagomarsini tra i pali, Ignoffo e Cucinotta centrali di difesa, ai lati Caiazzo e Caldore, in mezzo al campo Bucolo e Maiorano, sulle corsie laterali Guerriera e Ferreira, coppia d'attacco Chiaria e capitan Corona.
Parte forte il Messina. Al primo minuto l'assist di Corona per il portoghese che tira alto sulla traversa. Strappa l'ovazione del pubblico re Giorgio, che gioca sulla linea del fuorigioco, al sesto minuto quando si fa beffa degli avversari e di prepotenza riesce a servire Bucolo, cui si oppone il portiere Cutrupi. Sugli sviluppi di un calcio piazzato, stacco di testa di Corona al 10' finito alto sulla traversa.
È la squadra di casa a fare la partita. Gli ospiti contano piuttosto sulle ripartenze ma il reparto difensivo peloritano è ordinato e lascia pochi spazi ai cosentini. Appena qualche imperfezione nei disimpegni. Gioca a sfavore dei biancoscudati la fretta di chiudere la partita. Al 13' sostituzione per infortunio di Foderaro, cui subentra Marano, e i silani perdono uno dei migliori giocatori.
Tre minuti dopo atterrato il capitano giallorosso. Punizione battuta da Bucolo e tiro da fuori di Caiazzo intercettato. Il Messina in più di un'occasione reclama interventi arbitrali. Bichisecchi della sezione di Livorno lascia invece giocare, fischiando pochissimo.
Pericolo nell'area dei peloritani al 19' quando sul cross di Cavallaro per poco non arriva Pesce. Ancora quest'ultimo ci prova al 22' dalla distanza ma la conclusione finisce a lato. Un minuto dopo si invola sulla destra capitan Corona fermato da un difensore silano. Corner di Ferreira diretto sul secondo palo, nella zona più sguarnita dell'area.
Al 27' ancora un irrefrenabile Corona che non fa in tempo a coordinarsi e calciare prima dell'intervento risoluto di Cutrupi. Poi ancora tiro insidioso di Pesce e Lagomarsini devia in corner. Azione corale in contropiede del Messina, Corona mette dentro per Ferreira ma il portoghese fallisce a pochi passi dalla porta.
Primo a finire sul taccuino dell'arbitro lo stesso Ferreira. Superfluo il fallo a centro campo per cui rimedia l'ammonizione. Al 33' esplode il “San Filippo” al gol di Corona annullato per un discusso fuorigioco segnalato in ritardo dal guardalinee. Proteste dalla panchina. La posizione dell'attaccante sembra regolare.
Ammonizione del capitano giallorosso al 37' per simulazione in area. Sul taccuino proprio il giocatore sul quale più spesso si era accanita la difesa avversaria senza mai rimediare un cartellino. Ancora una chance per Corona al 39' quando solo innanzi all'ultimo uomo silano con la testa si allunga troppo la sfera.
Al 43' dalla sinistra Guerriera fornisce un assist impreciso a re Giorgio mentre avrebbe potuto calciare da una posizione invidiabile. Durante il primo dei tre minuti di recupero concessi dall'arbitro Chiaria ruba palla a Cutrupi ma non riesce a incidere servendo un compagno. Al 48' punizione invitante dai venti metri di Guerriera. Esito ingeneroso nei confronti dell'A.C.R. Messina quello stabilito dalla prima frazione di gioco.
Le squadre vanno negli spogliatoi e la curva espone lo striscione: “Insieme a te sognare, credere, perseverare. Il domani appartiene a noi”. Nessuna sostituzione da entrambe le parti al rientro. Poco dopo tutta la panchina giallorossa è in piedi. Da segnalare al 14' il tiro in diagonale di Ferreira che, su deviazione avversaria, colpisce il palo.
Sulla respinta Guerriera manca la porta. Un minuto dopo è Cutrupi a opporsi alla conclusione del portoghese. Al 18' si invola sulla sinistra il capitano giallorosso, mette dentro e nessuno è però lì a raccogliere.
Mischia nell'area del Messina al 21′. Ammoniti in questa circostanza Parisi e Ignoffo. Sugli sviluppi del corner, termina alto il colpo di testa di Guadalupi. Un momento opaco del match. Troppe interruzioni. Il Cosenza decisamente più aggressivo rispetto alla prima frazione di gioco.
Parachì rileva Guerriera al 24' nella corsia sinistra. Quattro minuti dopo Giorgio Corona arma il destro e l'estremo difensore avversario è costretto a una parata in due tempi. Al 30' Cocuzza dentro per Chiaria, visibilmente stanco e poco presente nella ripresa. Gagliardi, dall'altra parte, sostituisce Cavallaro con Gassama. Al 38' Catalano esaurisce le sostituzioni mettendo dentro Savanarola per Ferreira. Parenti per Paonessa dalla panchina silana al 41'. Il Messina rincorre ancora i tre punti nei cinque minuti di recupero, ma lo fa debolmente.
I peloritani sono stremati. Il capitano è troppo stanco per saltare due avversari al 46'. Bucolo esegue male un cross. L'ultima azione è di Savanarola. Poi il fischio finale dell'arbitro. E l'invasione del “San Filippo”. Ché la matematica, oggi, è solo un dettaglio.