#ilferribottenonsitocca. Stop momentaneo di FS, l’Orsa va avanti con lo sciopero e i confederali lo sospendono

La manifestazione del 14 febbraio scorso (Foto Paolo Furrer)

Lo slogan è cambiato. Da #noivogliamotutto a #noivogliamotutto,aglialtribastapoco.

Potrebbe essere la sintesi dell'incontro di stamane a Roma tra sindacati e i vertici del Gruppo FS e RFI. La società ha momentaneamente fatto marcia indietro rispetto ai tagli di navi e treni previsti per giugno e annunciati il 2 febbraio scorso.

Ed è su quell'avverbio di tempo, momentaneamente, che i sindacati si sono spaccati sullo sciopero programmato per il 25 marzo.

Con l'Orsa che ha detto no e non ha firmato il verbale e i confederali, e Ugl che invece hanno preso per buone le promesse della holding, ché evidentemente oltre 20 anni di prese in giro, dismissioni e riduzione degli investimenti non sono bastati.

E così, mercoledì prossimo ci saranno lo sciopero dell'Orsa e l'assemblea del movimento popolare #ilferribottenonsitocca a Palazzo Zanca e, a meno di 300 metri di distanza, prima il sit-in davanti alla Prefettura e poi un'assemblea al PalaCultura di Cgil, Cisl, Uil, Fast e Ugl.

Uno sdoppiamento già discutibile quando questi ultimi avevano seguito a ruota l'Orsa nella dichiarazione dello sciopero di 8 ore per mercoledì prossimo (ma da separati in casa), che adesso rende solo più evidente la debolezza di talune scelte, che vanno a tutto vantaggio delle .

Che per bocca degli amministratori delegati di FS Mario Michele Elia e di RFI Maurizio Gentile hanno già messo le mani avanti: blocco dei tagli fino al 13 dicembre prossimo perché si attendono le decisioni del Governo. Nel frattempo, si va avanti con i test per verificare tempi e costi della cosiddetta rottura di carico: vale a dire, lo stop dei treni a Messina, il traghettamento sui mezzi veloci e poi di nuovo in treno una volta giunti in Calabria.

Una follia che il Gruppo Ferrovie dello Stato accarezza da oltre 20 anni e che con la complice ignavia della classe politica locale e regionale si sta concretizzando. Un passo dopo l'altro, una dismissione in meno dopo l'altra, una manutenzione tagliata dopo l'altra, un incidente dopo l'altro.

“In questa riunione non è emerso nulla di nuovo -commenta Mariano Massaro, segretario generale di Orsa Sicilia. Elia e Gentile hanno solo detto che il problema è rinviato, ma non ci sono state fornite certezze di alcun . Hanno fatto i pompieri per tentare di frenare lo sciopero e l'assemblea del 25 marzo. Ecco perché noi non abbiamo firmato il verbale. Perché garanzie su investimenti futuri non ce ne sono state date e tra sei mesi saremo punto e daccapo. Elia è stato chiaro: si sono fermati perché aspettano direttive dalla politica, ma i tagli sono sospesi non cassati, tant'è che vanno avanti con i test”.

E quindi tocca alla politica decidere e dire cosa vuole. Il sindaco di Messina Renato Accorinti è stato l'unico a esprimere un no ufficiale, silenzio totale dagli altri primi cittadini, compreso il presidente di ANCI Sicilia Leoluca Orlando. Per non parlare dei parlamentari regionali e nazionali, del presidente della Regione Sicilia Rosario Crocetta e dell'assessore ai Trasporti Giovanni Pizzo. Anzi, in occasione del recente  viaggio dimostrativo in treno da Palermo a Roma, quest'ultimo ha riportato come dato significativo della poca economicità del traghettamento ferroviario la vendita di un unico arancino sulla nave con la quale ha attraversato lo Stretto.

“Magari a dicembre, quando Pizzo farà un'altra passeggiata nella Capitale, dirà che la produzione è crollata perché magari gli arancini venduti saranno scesi da uno a zero –commenta secco Massaro. La verità è vogliono farci credere che potenziare il collegamento veloce per i pendolari sia una contropartita sufficiente per eliminare treni e navi tra la Sicilia e la Calabria. Ma noi non lo permetteremo, perché si tratta di due servizi diversi ma egualmente essenziali. Per difendere il diritto alla continuità territoriale e pretendere investimenti e risorse per il territorio, per la prima volta il 14 febbraio scorso migliaia di cittadini siciliani e calabresi sono scesi in piazza e si sono riuniti in un movimento popolare. Adesso non possiamo accontentarci delle briciole o della sterile difesa dell'esistente”.

Doppio appuntamento quindi, mercoledì prossimo. “Sì -conferma il segretario generale di Orsa Sicilia. Da un lato la tutela dei posti di lavoro con lo sciopero di otto ore, dall'altro il diritto alla continuità territoriale di milioni di siciliani e calabresi, che rivendicheremo con l'assemblea pubblica a Palazzo Zanca. Deve essere chiaro che questo non è uno sciopero solo per l'occupazione, ma è uno sciopero sociale che riguarda tutti i cittadini. Il sì o il no a questo progetto assurdo adesso dipende dalla Regione, quindi Crocetta e Pizzo. Ed è da loro che ci aspettiamo risposte chiare. E si sbrighino, perché sono già in ritardo”.

Su posizioni molto più morbide confederali, Fast e Ugl. Una volta sottoscritto il verbale della riunione con i vertici FS hanno sospeso lo sciopero, almeno per i loro iscritti, e hanno trasformato il 25 marzo in una manifestazione. In una nota la Fit Cisl siciliana parla di “coinvolgimento delle istituzioni nazionali e regionali in un vero progetto di rilancio delle ferrovie nell'Isola. L'azienda ha precisato che attende segnali sul pagamento dei servizi: il ministero dei Trasporti paghi queste somme e non dia alibi al Gruppo FS, che al momento non esclude che il progetto di dismissione possa essere riproposto”.

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Elisabetta Raffa

Giornalista professionista dal secolo scorso, si divide equamente tra articoli di economia e politica, la cucina vegana, i propri cani, i libri, la musica, il teatro e le serate con gli amici, non necessariamente in quest’ordine. Allergica ai punti e virgola e all’abuso dei due punti, crede fermamente nel congiuntivo e ripete continuamente che gli unici due ausiliari concessi sono essere e avere. La sua frase preferita è: “Se rinasco voglio essere la moglie dell’ispettore Barnaby”.

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