Il via libera al ponte che non c’è e gli strali di Legambiente
Il via libera del ministero dei beni Culturali al progetto definitivo è arrivato alcuni giorni fa. Peccato che il ponte sullo Stretto non si faccia più. Quando si dice il tempismo. In un altro Paese si potrebbe pensare ad una mossa studiata a tavolino. In Italia no, è tutto normale.
Un parere, quello del dicastero dei Beni Culturali, sì vincolante, ma ormai inutile dall'1 marzo scorso, quando l'iter della mega opera è stato stoppato perché è scaduto il termine concesso all'atto aggiuntivo che avrebbe dovuto presentare il contraente generale Eurolink, di cui è capofila l'Impregilo.
L'iter presso il ministero è durato un anno e mezzo, ritiene valida la compatibilità ambientale e paesaggistica del progetto e dà pure un'occhiata alle eventuali connessioni con i beni archeologici.
“Lo stesso ministero dei Beni Culturali che vieta gli impianti eolici ovunque, anche in mare a molti chilometri dalla costa -puntualizza il presidente nazionale di Legambiente Vittorio Cogliati Dezza- dà parere positivo al progetto definitivo del ponte sullo Stretto di Messina. E riesce pure a darlo 10 giorni oltre il blocco definitivo del progetto. È surreale.
È un'opera gigantesca, inutile e dannosa, enormemente impattante, devastante per il paesaggio che ne sarebbe deturpato per molti chilometri e per le caratteristiche geomorfologiche di aree tanto delicate. In un Paese in cui i beni culturali cadono letteralmente a pezzi -conclude Cogliati Dezza- ben altro sarebbe il contributo che ci saremmo aspettati da parte del ministro Ornaghi”.