Il rugby femminile delle Aquile Iblee: le siciliane volano
“La squadra femminile del Padua Rugby Ragusa, le Aquile Iblee, è prima di tutto una scommessa. Perché il bello delle donne è che hanno paura, ma alla fine hanno il coraggio di fare tutto”.
Così Genevieve Gurrieri, team manager della squadra, presenta il senso e lo spirito delle sue ragazze che lei segue in ogni aspetto della logistica e del tutoring insieme al coach Peppe Burgio, che cura invece la preparazione tecnica.
Ragazze siciliane che giocano a rugby. Ragazze come tante, con la loro vita, le gioie e gli sbalzi d'umore. Con i momenti infiniti degli amori dolci della loro età spensierata e con i tormenti delle decisioni che spesso agli occhi degli adulti sembrano ribellioni, ma che sono invece il coraggio della giovinezza che sa farsi responsabilità da assumersi in prima persona. Senza esitazioni, come le donne nelle lotte quotidiane per i principi in cui credono.
Queste ragazze siciliane hanno però una cosa in comune con tante loro coetanee in tante parti d'Italia e del mondo: il rugby, i sogni, la vita e uno sguardo che sa essere allo stesso tempo dolce e forte, complesso e deciso.
“Il corto circuito tra bellezza e scontro fisico -continua Genevieve Gurrieri- è tutto nella testa di chi sta fuori. Per queste ragazze, per noi donne che in campo e nella vita mettiamo spesso la faccia, è tutto normale. Rimmel e fango, il combattimento e la carezza, tutto stride con l'immagine della donna. ma è con queste forze che dovremo combattere”.
Tra i commenti più frequenti: ma che le donne giocano a rugby? Oppure: ma le donne devono fare danza. E ancora: ma mi stai prendendo in giro? La dimostrazione migliore sarebbe un placcaggio assassino lì sul posto, ma le ragazze fuori dal campo si inteneriscono. Ma giocare a rugby è una forma di protesta o di emancipazione? “So soltanto che giocare vuol dire avere coraggio, mettersi alla prova, accettare le sfide –spiega la team manager”.
Idee chiare e parole che uniscono questo gruppo di ragazze ragusane. E questo avviene in un momento sociale del rugby, che ne prossimi anni vedrà sempre più sfumare l'idea e l'iconografia che questo sport sia giocato solo da muscolosi maschi immersi nel fango. Oltre le categorie di alto livello, i modelli della leggenda, ci sarà sempre più nei prossimi decenni un aumentare della capacità attrattiva di questo mondo.
Non esiste un solo rugby, ma il rugby ha tante forme. È questa la caratteristica che ne fa una sfumatura della vita. Unico gioco fra i giochi di squadra, come forse solo l'atletica leggera riesce a fare. È il futuro.