I diari di Ciacci e la versione della FP Cgil

Autoparco MessinAmbiente
L'autoparco di MessinAmbiente in via Salandra

Nel suo Ciaccimagazine il commissario liquidatore di MessinAmbiente Alessio Ciacci racconta la propria versione di quanto succede nella partecipata del Comune di Messina.

Nulla a che vedere con Diari di Adrian Mole o Diario di Edith di Patricia Higsmith o Quaderno proibito di Alba de Cespedes ovviamente. Molto più umilmente il nostro li intitola I diari di un amministratore in Sicilia e da quelle pagine il laureando 34enne Ciacci dispensa bacchettate e pillole di saggezza.

A leggerli anche il segretario generale della FP Cgil di Messina Clara Crocè, che sulla gestione di MessinAmbiente e soprattutto su come il Comune e l' 3 è sempre stata in prima linea con denunce (anche alla magistratura) e .

“Siamo venuti a conoscenza della pubblicazione dei “Diari dell'Amministratore” a cura del liquidatore della MessinAmbiente spa, Alessio Ciacci -commenta la Crocè. Attraverso questi diari il novello scrittore toscano desidera informare “in maniera sistematica e trasparente la cittadinanza rispetto alla reale situazione dell'azienda e alle cause che la hanno generata, costruire una graduale opera di corresponsabilizzazione della città rispetto a tale situazione…..”.

Mossi dalla curiosità siamo andati a leggere le prime pagine dei diari. Più che di un diario, abbiamo avuto l'impressione di leggere qualche pagina tratta dal Diario di una schiappa, il best-seller di Jeff Kinney con protagonista Greg (Alessio) e l'amico un po' strambo Rowley( Rossi) e tanta, tanta sfortuna!

Dal 19 marzo 2014, infatti, secondo i racconti di Alessio Ciacci a MessinAmbiente accadono cose strane, da film dell'horror. A detta dell'amministratore sulla società incombe ”una specie di burattinaio che sposta i muri del labirinto e impedisce di trovare una via d'uscita”. Quando la situazione dei rifiuti sta per migliorare (?????) ecco che il Burattinaio che fa scomparire i mezzi. Quando i due impavidi amici provvedono al recupero dei mezzi, la situazione dei rifiuti migliora e riecco il Burattinaio. ”All'improvviso due autoarticolati si urtano”, vanificando così gli sforzi dei nostri eroi e le discariche in città aumentano. E pensare che qualcuno ha invocato l'intervento dell'esercito. No, forse è meglio chiamare l'esorcista!

Qualcuno potrebbe anche arrivare a pensare “Per sfortuna che ci siete voi”. Noi della FP Cgil no. Non ci lasciamo abbindolare dalla sfortuna ladra. La situazione in cui versa MessinAmbiente è arcinota a tutti.Vogliamo rassicurare Ciacci: nessun Burattinaio o malasorte. L'azienda in questi anni è sopravvissuta nonostante i minori stanziamenti di risorse.

Un milione 850 mila euro contro i 2 milioni e 200 mila euro richiesti dall'azienda. L'ex liquidatore Armando Di Maria ha operato (sbagliando, secondo noi) tra debiti con i fornitori, arretrati da pagare, contributi e finanziarie, insomma tutte le necessità della società, alcune delle quali con risvolti penali.

Chi in passato ha amministrato la città ha ridotto l'azienda in condizioni tali da non poter garantire neanche il gasolio nei mezzi. Nonostante tutto, i cittadini messinesi, non hanno mai vissuto una emergenza rifiuti così grave come quella di questi ultimi mesi. Eppure il sindaco e l'assessore Ialacqua, anche per effetto della TARES, hanno aumentato le risorse da destinare all'azienda. Perché si è arrivati all'emergenza? Proviamo a fare un po' di chiarezza.

La nomina di Alessio Ciacci e di Raphael Rossi è stata accolta in modo positivo dalla città e dalle organizzazioni sindacali. La FP Cgil è stata il primo a sottoscrivere un accordo (il primo nella storia di MessinAmbiente) che consentisse all'amministratore di attuare il programma Rifiuti Zero. Nessuna intromissione da parte nostra in merito all'organizzazione del lavoro e sia Ciacci che Rossi hanno avuto le mani libere.

Abbiamo solo sollecitato i necessari investimenti, acquisto mezzi, sicurezza e una buona organizzazione del lavoro per il rilancio dell'azienda. Queste le quattro paroline magiche che invochiamo fin dai tempi di Buzzanca. Cosa non ha funzionato durante questa gestione?

Intanto il primo intervento effettuato sull'organizzazione del lavoro, si è rivelato un totale fallimento. Hanno ridotto le aree di raccolta, diminuito i cassonetti e il numero di unità di personale, ridotto i turni festivi e domenicali e raccontato ai cittadini di aver risparmiato sui turni dei lavoratori 150 mila euro. Insomma, hanno organizzato il lavoro come se Messina fosse una città con il 40% di raccolta differenziata.

Il tutto accompagnato da un attacco sistematico e generalizzato rivolto indistintamente a tutti i lavoratori, che si sono sentiti offesi e denigrati, trattati tutti come ladri, delinquenti e dei mangiapane a tradimento.

Nessun apprezzamento per gli operai che hanno svolto e svolgono il lavoro in condizioni pietose. Abbiamo chiesto più volte di abbassare i toni e di non perseguire la stessa politica di Buzzanca. In questi anni, troppo spesso si è preferito scaricare sui lavoratori le inefficienze del servizio di raccolta dei rifiuti, mentre non si è mai affrontato il problema dei mezzi e quello dell'organizzazione del lavoro e su come venivano spesi le somme destinate alla raccolta.

L'acquisto dei mezzi usati è un esperimento già consumato a MessinAmbiente, che probabilmente aiuterà a superare l'attuale emergenza ma non può costituire il cambio di rotta che tutti noi aspettiamo e che in queste condizioni non potrà avvenire. Naturalmente, anche l'operazione acquisto mezzi è stata condita con la solita litania ”I lavoratori sono troppi. Lo stesso lavoro lo possono svolgere 200 operai”. Ma se non riuscite a tenere la città pulita con tutti i lavoratori in forza, riuscite a spiegare qual è la vostra strategia?

Siamo convinti che Accorinti e Ialacqua non consentiranno alcuna riduzione delle unità di personale ed è a quest'ultimi che rinnoviamo l'invito di incontrarci per discutere sul futuro dell'azienda e dei lavoratori dell'ATOME3. Altrimenti sarà inevitabile la mobilitazione. Sulla gestione dei rifiuti il tempo delle mele è finito!”.

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