I consiglieri comunali: “L’assessore Mantineo si dimetta”
E' guerra aperta tra i consiglieri comunali e l'assessore alle Politiche sociali Nino Mantineo. A chiedere la sua testa PD, UDC, DR, fi e NCD dopo la seduta di fuoco di lunedì scorso, durante la quale il Consiglio comunale ha totalmente stravolto e rimodulato le previsioni di spesa degli introiti della TASI, la tassa sui servizi indivisibili, che dovrebbe nutrire le casse comunali con ben 8 milioni 800 mila euro.
Effetto più evidente della manovra dell'Aula è stato il taglio dei 2 milioni di euro che originariamente Mantineo aveva previsto per i servizi sociali. “La verità è che Mantineo voleva i soldi per i segretariati sociali come ai tempi del sindaco Providenti -polemizza Giuseppe Trischitta, capogruppo di Forza Italia. E' la prima volta che il Consiglio comunale si espone sulla TASI, ma noi abbiamo fatto una scelta sulle priorità della città”.
Lo appoggia Elvira Amata (capogruppo DR ed ex assessore della Giunta Buzzanca), che ribadisce la necessità di inserire le spese dei servizi sociali nel Bilancio di Previsione 2014, che dovrà essere approvato entro fine settembre. Tuona invece Giuseppe Santalco, capogruppo di Felice per Messina, che riporta la questione a motivazioni politiche.
“Non consentiamo all'assessore Mantineo di darci lezioni di politica -ha dichiarato stizzito. Diciamocelo, ha fatto man bassa di risorse, a partire da quelle della Legge 328, accerchiato da tutto il mondo del volontariato. Adesso ha pure la faccia tosta di venire a chiedere i fondi per il segretariato sociale. Ma se lo aveva tanto a cuore perché non ha utilizzato i fondi della 328? Per quanto riguarda i servizi sociali, la Crocè (segretario generale della fp cgil di Messina, ndr) stia tranquilla che l'amministrazione troverà i soldi. Però Mantineo deve dimettersi subito”.
In realtà, i servizi socio-assistenziali non possono considerarsi servizi indivisibili in senso stretto e l'assessore Mantineo intendeva finanziare con queste somme La Casa di Vincenzo, la struttura comunale destinata all'accoglienza notturna di una ventina di senzatetto.
Questa interpretazione è stata considerata dai consiglieri una forzatura, poiché il servizio non è rivolto alla collettività intera. “I servizi sociali possono considerarsi beni indivisibili in una città che funziona -ha precisato Daniela Faranda, capogruppo di NCD. Noi abbiamo fatto un lavoro responsabile, ritenendo di utilizzare queste somme per la città”.
Il lavoro sulla rimodulazione della spesa è stato presentato in aula da Claudio Cardile, del gruppo Felice per Messina. “Già un mese fa avevo proposto un emendamento che riguardava la destinazione del gettito TASI -ha puntualizzato Cardile. Con la nostra proposta, vogliamo dimostrare che il Consiglio comunale sente le esigenze della città e ha ritenuto la manutenzione una priorità”.
Gli 8 milioni 800 mila euro che si incasseranno con la TASI saranno utilizzati per la manutenzione delle strade e in particolare per la sistemazione di quelle dissestate dagli alberi come la circonvallazione, il randagismo, l'illuminazione pubblica, la cura delle griglie di scolo delle acque piovane e dei mercati cittadini, la protezione civile, il verde pubblico e la pubblica vigilanza.
“Se si rifaranno le griglie di scolo o si sistemeranno i torrenti è perché il Consiglio comunale non ha la memoria corta -ha dichiarato Franco Mondello dell'UDC“. Passaggio questo ribadito anche da Paolo David, capogruppo PD. “Vogliamo che la città sia assistita a 360° e l'Aula ha dato prova di unione per il bene della città”.
Messe da parte le contrapposizioni feroci del passato, centrodestra e centrosinistra si ritrovano uniti contro l'assessore ai servizi sociali. Il Consiglio comunale prova a riacquistare visibilità e simpatia agli occhi dei cittadini dopo il passo falso della bocciatura dell'isola pedonale e chiede la testa di Mantineo, accusato di utilizzare male di fondi a disposizione. Il terzo atto della tenzone tra quindici giorni, quando si saprà se ci sono i fondi per continuare i servizi socio-assistenziali alle fasce economicamente più deboli.