Gianluca Rossellini e l’inferno di fango

Gianluca Rossellini
Gianluca Rossellini

Un giornalista si trova sempre in mezzo. In mezzo a due opinioni, due punti di vista, due verità. In mezzo a due fuochi. A volte si trova tra una vittima e un responsabile e in quel caso serve un gran coraggio per raccontare una storia.

Gianluca Rossellini, giornalista messinese, negli ultimi tre anni della sua vita si è trovato tra chi ha subito una tragedia e chi a quella tragedia non ha saputo dare risposte. Nel suo libro da poco pubblicato, Inferno di fango. 2009 – 2011. Le alluvioni a Messina e Provincia (Città del Sole Edizioni), Rossellini raccoglie tre anni di storia tra cronaca e sentimento, riaprendo una ferita che il nostro territorio si porterà sulla pelle per sempre.

“Per tre anni ho seguito in maniera costante i tristi fatti di cronaca legati alle alluvioni di Giampilieri, Scaletta, San Fratello, Saponara. Ho conosciuto gli alluvionati, i parenti delle vittime, i commercianti che hanno perso il loro negozio. Si può dire che ho vissuto insieme a loro la mancanza di attenzione da parte delle istituzioni. Ho raccontato i ritardi nello stanziamento di fondi, la lentezza della burocrazia, il calvario per l'affidamento delle case. A un certo punto è stato quasi naturale riversare questi tre anni in un libro. Non solo per dare sfogo a tutta la rabbia accumulata nei confronti di chi aveva il potere di sistemare le cose e non lo ha usato, ma anche e soprattutto per provare a riaccendere i riflettori sulla tragedia che si è consumata sul nostro territorio, per trovare nuove occasioni di dibattito, per non dimenticare mai quello che ci è successo”.

Dalla morte sotto il fango alle prime sistemazioni negli alberghi, dal tentativo di rimettersi in piedi alle ordinanze in cui non si fa cenno ai fondi per le autonome sistemazioni in appartamenti in affitto. La tragedia non si consuma nel momento in cui si compie, ma si trascina dietro un bastimento di conseguenze. Che, in questo caso, si traducono in 40 morti, migliaia di sfollati, 800 milioni di euro di danni. “Paesi con una storia millenaria sono stati trattati da abusivi. Errori burocratici imperdonabili hanno fatto muovere con lentezza estrema le operazioni di intervento sul territorio. Il rischio idrogeologico è diventato per la provincia di Messina una condanna: le bombe d'acqua ormai sono un pericolo concreto ogni volta che piove, dissesto e tropicalizzazione hanno causato l'abbandono del territorio, che oggi è più fragile che mai. È come se quelle terribili tragedie si fossero verificate ieri, così poco sono cambiate le cose”.

Libro Rossellini
Il libro di Gianluca Rossellini

In Inferno di fango Rossellini fa cenno anche agli studi commissionati dalla Regione Sicilia nel 2009, che avrebbero portato a una serie di interventi sul territorio proprio una settimana dopo l'alluvione di Giampilieri. Ma “i finanziamenti per quei lavori trovarono poi la strada delle Isole Eolie”.

Eppure, il Genio Civile e la Protezione Civile di Messina in questi tre anni non sono stati a guardare. “Ma non basta -dice Rossellini- perché le responsabilità sono anche a livello nazionale e gran parte del danno è stato causato proprio dai contrasti tra le autorità locali e il governo nazionale”.

Al di là della cronaca ci sono le vite delle persone, vite profondamente stravolte da questi eventi tragici. “Nel libro ho cercato di raccontare tutte quelle storie emblematiche che hanno incoronato quelli che io chiamo eroi nel fango. Come Simone Neri e Giuseppe De Luca, uomini coraggiosi morti per salvare altri uomini”.

Inferno di fango è dunque un libro di denuncia, che tira fuori dalle pagine dei giornali i ritardi nei soccorsi, la mancata attivazione delle vie di fuga a Giampilieri, l'inesistente solidarietà nazionale, ma è anche un'analisi emotiva, fatta da un giornalista che, trovatosi nel mezzo, ha infine scelto da quale parte combattere.

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