Fase 2, nuovi poveri e precariato: SI Cobas Messina aderisce alla mobilitazione nazionale

MESSINA. Mobilitazione nazionale di SI Cobas sabato prossimo in difesa di disoccupati, nuovi poveri e precari ai tempi del coronavirus. L'appuntamento a Messina è in piazza Municipio alle 10. “La Pandemia COVID-19 ha fatto emergere tutte le contraddizioni della società in cui viviamo – scrivono i componenti del Fronte popolare autorganizzato della Città dello Stretto. Un sistema globale, interconnesso e interdipendente che ha favorito la diffusione del virus e lo ha alimentato. Una crisi in cui chi comanda ha dimostrato che per garantire i profitti alcune vite contano meno di altre e sono sacrificabili. Si è rafforzata la nostra convinzione che il vero virus da abbattere è questo sistema economico, il suo modello di sviluppo, produzione e consumo. Anche a Messina nessuno sta dimostrando il coraggio di voler far ripartire la nostra comunità, nonostante il COVID-19 abbia generato una serie di licenziamenti e Cassa integrazione per molti lavoratori, spingendo circa 12.000 nuove famiglie a rischio povertà. E purtroppo si continua ad affidare i servizi pubblici della città a ditte esterne tramite gare d'appalto pubbliche a causa della carenza di idonee professionalità locali. A pagarne le conseguenze sono sempre gli stessi: disoccupati e precari. Proprio per tali ragioni, il SI Cobas Messina  propone alle istituzioni e alle aziende partecipate Messinaservizi Bene Comune, ATM, , in attesa di concorsi pubblici, una scelta che non si basi più su presupposti di profitto, ma che sia una scelta etica, basata  sull'idea  concreta di sviluppare  per realizzare progetti formativi atti a promuovere le politiche del lavoro e stimolare potenzialità in un contesto che fino a oggi ha prodotto degrado e disperazione sociale obbligando i disoccupati e i  nostri giovani ad abbandonare la propria terra per cercare fortuna altrove a causa dell'assenza di occupazione e di esclusione alla vita sociale. Se per loro Fase 2 vuol dire tornare alla normalità, per noi invece la normalità era il problema! Per questo torniamo a lottare e lo facciamo partendo dall'analisi di ciò che ci resta. Chiediamo un cambio di rotta, affinché nulla sia stato vano. Un sistema che è fondato unicamente sulla ricerca della massimizzazione del profitto e sull'accumulazione, sul massiccio sfruttamento di vite e sulla predazione di risorse su scala globale non poteva che provocare, tra i suoi rovinosi effetti sociali, anche questa crisi sanitaria mondiale. Mentre con i ipocriti e ingannevoli richiami all'unità nazionale contro il virus e la retorica del “siamo tutti sulla stessa puntano a nascondere la cruda realtà: mai come in questi mesi è apparso evidente che l'unico interesse che sta a cuore ai padroni e ai governanti è la tutela del profitto, con ogni mezzo e a tutti i costi! Abbiamo compreso insieme che è necessario ripartire con la lotta proprio dai nostri bisogni materiali indicando però anche l'immaginario di un nuovo tipo di società possibile, necessaria e indispensabile per il loro completo soddisfacimento: una società libera dal capitalismo e dalle sue logiche di miseria e di sfruttamento. Abbiamo deciso, dopo diversi momenti di confronto nazionale, di convergere e di dar vita a un patto d'azione, un fronte unico anticapitalista che ricomponga, nel conflitto e nella prospettiva politica di una trasformazione radicale della società, le diverse lotte presenti sul piano nazionale e locale”.