Falcone, notificato al sindaco Paratore il divieto di dimora: è accusato di turbativa d’asta
MESSINA. Le ditte estranee agli amici del sindaco sarebbero state persuase a rinunciare a partecipare alla gara per i lavori di ripascimento a mare di fronte il centro abitato di Falcone. La mente del presunto meccanismo di turbative d'asta, per la Procura di Patti, sarebbe il sindaco Carmelo Paratore, che è stato raggiunto da ordinanza cautelare del divieto di dimora nel Comune e di sospensione dall'esercizio del pubblico ufficio di responsabile dell'Area Tecnica per un anno. Insieme a lui sono indagati il responsabile dell'Area Economica finanziaria e un'altra funzionaria del comune, entrambi sospesi dall'esercizio di pubblico ufficio, sempre per un anno. Tutti sono accusati di turbativa d'asta. Sono stati inoltre raggiunti dalla misura interdittiva del divieto a contrarre con la pubblica amministrazione per un anno a due imprenditori ed un professionista. Questa mattina i Carabinieri della compagnia di Barcellona Pozzo Di Gotto, sotto la guida dal capitano Lorenzo Galizia, che hanno lavorato in sinergia con i militari della stazione di Falcone (guidata dal Luogotenente Angelo Floramo) e da quelli della Sezione operativa, hanno dato esecuzione alle ordinanze, epilogo dell'inchiesta “Movie Direction”, diretta dal sostituto procuratore della Procura di Patti, Andrea Apollonio, con il coordinamento del Procuratore Capo, Angelo Cavallo. L'indagine avrebbe svelato l'esistenza di un complesso meccanismo di turbative d'asta, in cui il primo cittadino con la complicità della funzionaria comunale, avrebbe favorito alcune ditte e professionisti a lui più vicini, a cui erano affidati i lavori per il ripascimento del tratto di costa di Falcone, finanziati con fondi della regione Siciliana. Il gip Eugenio Aliquò, nell'ordinanza evidenzia “la capacità di Paratore di influenzare il normale sviluppo dall'azione amministrativa, impedendo che la stessa possa manifestarsi attraverso l'osservanza delle regole dell'imparzialità…
Per il GIP, Paratore avrebbe avuto il potere, tramite alcuni funzionari a lui asserviti, di pilotare le gare a favore di ditte a lui vicine. I lavori sarebbero dovuti essere ultimati velocemente, così da poter rivendicare durante la prossima campagna elettorale.