Ente Teatro, sopravvivere ai tagli
La stagione dell'Ente Teatro è ormai agli sgoccioli e gli appassionati hanno già attivato il conto alla rovescia in attesa dei concerti di Paolo Conte previsti la settimana prossima, ma il taglio del 5 per cento provocato dalla scure impietosa della Regione fa intravedere un futuro poco sereno. Certo, rispetto alle decurtazioni del 10-12 per cento toccate ad altri enti culturale è poca cosa, ma in un bilancio che poteva contare solo su 7 milioni e 300 mila euro l'anno, somma ottenuta dopo lunghe e aspre battaglie, rinunciare a 360 mila euro non sarà facile.
“Ancora non abbiamo deciso come e dove tagliare -spiega il Soprintendente Paolo Magaudda– perché è una decisione che spetta all'intero consiglio di amministrazione. Certo, non sarà facile perché già con poco più di 7 milioni non c'era molto da stare allegri. In ogni caso, penso che il taglio del 5 per cento rispetto al doppio toccato ad altri sia non solo il riconoscimento del buon lavoro che facciamo, ma anche un attestato di stima da parte dell'assessore regionale ai Beni Culturali Daniele Tranchida, che è stato membro del CdA dell'Ente Teatro di Messina e che quindi conosce bene le nostre difficoltà ed il nostro modo di lavorare. Nelle prossime settimane vedremo come fare. Speriamo di riuscire a non danneggiare le stagioni di prosa e musica dell'anno prossimo”.
Ma un altro grosso nodo da sciogliere è quello della stabilizzazione dei 50 orchestrali, precari da oltre 20 anni. Dopo i battibecchi proprio con Tranchida delle scorse settimane, il dato certo è che la stabilizzazione, per la quale serviranno tra i 3 ed i 4 milioni l'anno oltre alle somme destinate agli stipendi del personale ed alla programmazione, è di competenza esclusivamente regionale. Intanto il presidente Luciano Ordile e gli altri membri del consiglio di amministrazione premono per ottenere un disegno di legge che sancisca la nascita dell'Orchestra del Teatro Vittorio Emanuele e che possa contare su un finanziamento aggiuntivo.