Ente Teatro, sciabolate tra la Cisl e i sindacati che occupano

Teatro Vittorio Emanuele occupato 20121022 MG 0400Botta e risposta tra la Fistel Cisl e gli altri sindacati di categoria. Lo scontro è sulla vertenza dell'Ente Teatro. Da un lato ci sono Slc Cgil, Uilcom Uil, Fials Cisal e Sadirs, uniti da un patto di ferro come i moschettieri di Dumas, dall'altro il sindacato guidato da Mimmo Allegra, che ha scelto di non partecipare all'occupazione.

Alle accuse delle altre organizzazioni sindacali, la Fistel Cisl risponde di non essere “appiattita sulle posizioni dei vertici del Teatro Vittorio e di non sostenere o difendere le evidenti contraddizioni e debolezze del CdA, del Sovrintendente e del Presidente”.

Allegra ricorda che la Fistel è stato il primo sindacato a chiedere pubblicamente le dimissioni del Consiglio di Amministrazione ed il per gestire l'equiparazione dei dipendenti al personale regionale e la pianta organica e ad essere stato il solo a contestare la nomina di un commissario non ancora giunta a compimento.

“Ma -afferma Allegra- una cosa è contestare comportamenti e debolezze, dare un giudizio di “posizione” chiedendo le dimissioni del CdA, altra cosa è mettere in atto una serie di iniziative che non fanno altro che alzare il livello di conflittualità”.

La Fistel Cisl si dichiara d'accordo con le altre organizzazioni sindacali rispetto all'applicazione della Legge 10 del 2000, al fatto che Messina debba avere un'orchestra stabile e che alla cultura spetti un ruolo trainante sia dal punto di vista sociale che economico.

“Stabiliti i punti di convergenza sulle analisi -dichiara Allegra- bisogna scegliere modi, tempi, strategie, azioni e percorsi. Non condividiamo però la scelta di alcune organizzazioni per le quali l'unico obiettivo dell'azione sindacale deve essere quello di mandare a casa il CdA contro il quale, dopo il primo anno dall'inizio del mandato, è stato assunto ogni possibile atteggiamento per imbastire una campagna delegittimante e spostare le materie sindacali nell'ambito della comunicazione mediatica. Noi invece, riteniamo che il ruolo sindacale si debba svolgere nell'ambito di tavoli relazionali. Anche se siamo dell'avviso che il CdA non è difendibile per la gran quantità di errori commessi e che se si dimettesse, non farebbe un atto inutile.

Per affermare un ruolo sindacale non unitario (ricordiamo che almeno il 50% dei dipendenti del teatro non condivide i percorsi sindacali attuati e che solo il 25% circa degli orchestrali non ha un contratto con altri enti) si sta inscenando una guerra perenne di tutti contro tutti. C'è una minoranza dei lavoratori che vuole rappresentare tutto il teatro Vittorio Emanuele. Noi non accettiamo di seguire questa strada e non vi è nessuna compromissione, nessuna stranezza. Semplicemente, la Fistel non condivide questa linea”.

Passano le ore e arriva immancabile la replica di Cgil, Uil, Cisal e Sadirs. I segretari generali Pippo Di Guardo, Antonio Di Guardo, Carmelo Tavilla e Osvaldo Smiroldo attaccano sottolineando come ritengano “poco edificante rilasciare commenti su posizioni sindacali di altri sindacati. Nel caso di percorsi e scelte che non sono comuni e condivisi, bisognerebbe limitarsi a compierne di propri. Se però si è “tirati per la giacca” e si è “costretti” da posizioni che diventano il frutto di possibili limiti, allora saltano tutte le regole e bisogna scendere a livello di relazione in cui altri  ti costringono al confronto”.

Rispetto alle dichiarazioni della Fistel sulla posizione assunta nei confronti del Cda, le altre sigle sindacali dichiarano che “se si dichiara che i vertici del teatro sono incapaci, allora che senso ha relazionarsi con questi interlocutori? Che senso ha sedersi al tavolo di lavoro permanente a fare da quarta gamba, quando poi per tre anni ed alcune volte insieme ad altri sindacati non si è riusciti a far produrre nulla di utile a questa dirigenza? Ci chiediamo quali strumenti o azioni sindacali ha messo in piedi il segretario della Fistel Cisl, per risolvere le questioni che noi denunciamo da tempo? Cosa è riuscito a portare a casa per tutti i lavoratori dell'Ente con la sua politica del finto “buonismo”? Appare grave e inopportuno nel merito e nel metodo, per una categoria confederale, imbarcarsi in percorsi di “quantificazione numerica” per autoproclamare la Fistel Cisl come l'unico sindacato che deve rappresentare le istanze dei lavoratori del teatro.

Al segretario della Fistel Cisl la Slc Cgil con Uilcom Uil, Fials Cisal e Sadirs chiede di portare dei risultati oggettivi rispetto alla vertenza ed alla linea intrapresa dal sindacato che egli ha rappresentato in questi anni.

“Delle chiacchiere siamo stufi, così come lo siamo di quelle che produce questa dirigenza dell'Ente, con la quale il segretario Fistel-Cisl amoreggia facendo finta di litigare -dichiarano i dirigenti sindacali. Abbia maggior rispetto per i lavoratori tutti e maggiormente per quelli che non rappresenta (e sono la maggioranza). Sono quelli che, con  i sacrifici di questi mesi di presidio, stanno portando avanti anche le istanze dei suoi tanti iscritti. Non intendiamo più impiegare energie sulle tematiche del Teatro Vittorio Emanuele, per percorsi relazionali con Fistel Cisl che abbiano simili argomentazioni. Il tempo darà risposte adeguate”.

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