#Enna. Gli affari della mafia gestiti da un agente penitenziario
Tre collaboratori di giustizia, due di Enna e uno di Catania, lo hanno indicato come il referente della famiglia mafiosa del capoluogo ennese.
Con l'accusa di estorsione, controllo di attività economiche, quali forniture per la realizzazione di opere pubbliche o private, concessioni di appalti di opere e servizi pubblici e per aver procurato voti in occasione di consultazioni elettorali, polizia e carabinieri hanno arrestato Salvatore Gesualdo, 32 anni, nato a Renschid (Germania), assistente di polizia penitenziaria in servizio alla casa circondariale di La Spezia.
Secondo gli investigatori, Gesualdo avrebbe assunto il ruolo di rappresentante della famiglia di Enna dopo l'arresto di Giancarlo Amaradio, attualmente detenuto e condannato con sentenza passata in giudicato per associazione per delinquere di stampo mafioso e tentata estorsione aggravata, al quale è stato notificato lo stesso provvedimento restrittivo.
Secondo la direzione distrettuale antimafia “Gesualdo si è attivamente adoperato per imporre la leadership criminale di cosa nostra sul Comune di Regalbuto (Enna) in seguito ad alcuni summit tenuti con la partecipazione esponenti del clan catanese Cappello”. E sempre secondo l'accusa: “avrebbe preso parte a più riunioni per la ripartizione tra le organizzazioni mafiose di Catania, Messina ed Enna dei proventi dell'attività estorsiva relativa ai lavori per la realizzazione di un grosso centro commerciale in provincia di Enna”.