Economia in crisi, i dati della Cgil di Messina
Richieste di cassa integrazione raddoppiate rispetto al 2011, imprese private che chiudono una dietro l'altra e persino il settore pubblico in crisi. È la radiografia del tessuto economico messinese presentato stamane dalla Cgil. Un'analisi impietosa, sconcertante ed allarmante, aggravata dalla mancanza di prospettive.
“Sabato la Cgil scenderà in piazza uno slogan inequivocabile: “il lavoro prima di tutto” -dichiara Lillo Oceano, segretario generale della Cgil di Messina. A piazza San Giovanni ci saranno centinaia di persone che racconteranno le loro storie di precari, di licenziati, di aziende in crisi che dalla crisi non riescono ad uscire. Ci sarà anche Messina con le sue vertenze, molte, troppe irrisolte. I dati confermano che le aziende del nostre territorio che hanno fatto ricorso agli ammortizzatori sociali negli ultimi anni non riescono poi a uscirne. La produzione non riprende, l'economia è a livelli minimi”.
Una crisi che i dati elaborati dalla Cgil di Messina su base di quelli forniti dall'INPS e dalla Regione siciliana, certificano nettamente. Partendo dalla cassa integrazione, da gennaio a settembre 2012 il ricorso agli ammortizzatori sociali ha subito un incremento netto del 47%. La cassa integrazione straordinaria registra un + 12% (da 477.669 a 537.469 ore), mentre quella in deroga presenta un + 168% (da 252.435 a 2.512.825).
Lungo l'elenco delle aziende in crisi, che non risparmia alcun settore. Dalla nautica alla carpenteria e ai laterizi, fino alla metalmeccanica, alle industrie pesanti e al tessile, punta di diamante dell'economia dei Nebrodi che ormai sta scomparendo.
In crisi anche il settore dei servizi, dalle pulizie, alle manutenzioni, all'informatica a causa dei tagli del governo. Nel turismo le difficoltà riguardano la maggior parte di pensioni, alberghi e bed and breakfast, che negli ultimi anni hanno progressivamente ridotto la stagione lavorativa. Fatto questo, che non consente ai lavoratori di mettere insieme un numero sufficiente di giornate per accedere alla disoccupazione.
Pessima la situazione anche del comparto edile, soprattutto quello pubblico. Con oltre il 400% di incremento del ricorso alla cassa integrazione è il dato peggiore in Sicilia dopo quello di Siracusa, come ha denunciato nei giorni scorsi l'ANCE, l'associazione dei costruttori, mentre la media nazionale si attesta al 250%. Per quanto riguarda l'occupazione, dal 2008 sono stati persi almeno 4.500 posti, mentre nel 2012 è stato bandito il 35% in meno di appalti pubblici.
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Intanto Poste Italiane annuncia la chiusura di 28 uffici e anche per Telecom si preannunciano riduzioni di organico.
La crisi del settore trasporti è peggiorata nei giorni scorsi dopo l'annuncio della Caronte&Tourist di licenziare 69 marittimi.
Tra un paio di mesi scadrà la cassa integrazione in deroga dei 42 lavoratori della Triscele, ma del Piano industriale dell'azienda non ci sono notizie.
Una crisi, quella messinese, aggravata dal pessimo stato dei conti del Comune, che mettono a rischio i posti dell'indotto e delle partecipate.
“La panoramica delle situazioni di crisi e i dati sul ricorso agli ammortizzatori sociali ci dicono che le aziende e il sistema non ce la fanno a ripartire, che i consumi sono depressi, che non si intravede alcuna possibilità di ripresa -commenta Oceano. Siamo in una sorta di “economia di guerra”, con la differenza che non si stanno prevedendo investimenti e strumenti per rilanciare il sistema”. Preoccupante anche l'annunciata riduzione degli stanziamenti a favore degli ammortizzatori sociali. “Se fino ad oggi il sistema non è crollato del tutto –spiega Oceano- lo si deve solo al fatto che i lavoratori delle aziende in crisi hanno trovato supporto negli ammortizzatori sociali. Se invece di rifinanziarli il Governo li taglierà, l'impatto sulla vita delle persone e sull'economia sarà gravissimo”.
Panoramica delle principali crisi della provincia al 17 ottobre 2012
– Triscele, un'azienda che lavorava ma che ad oggi ha chiuso i battenti e non ha ancora presentato il progetto industriale di riallocazione e riapertura. I lavoratori al tempo della Birra Messina (gennaio 2007 annuncio chiusura da parte dell'Heineken) erano 80, oggi quelli in Cassa integrazione in deroga sono 42 e solo fino al 31 dicembre.
– Rodriquez. Messina. 76 dipendenti. Avvio mobilità incentivata. Dei 76 ne rimangono 1/3 circa in CIG.
– Caronte& Tourist: annunciati 69 esuberi su 370 marittimi e 500 unità di personale complessive.
– Servirail: 84 unità di personale, hanno esaurito i 12 mesi di disoccupazione .
– Ferrotel: 20 unità personale, mobilità in deroga dopo la CIG.
– Teatro Vittorio Emanuele: finanziamenti bloccati da oltre 10 anni. Sessanta elementi dell'orchestra mai inseriti in pianta organica; 64 unità di personale in organico tra amministrativi e tecnici, un gruppo di maestranze che è assunto secondo esigenze di allestimento che varia tra le 10 e le 30 persone (sarti, elettricisti, falegnami, altro).
– Sanità privata: Teseos/Santa Rita/ settore che tra cliniche private convenzionate, servizi di riabilitazione, strutture accreditate, conta almeno oltre un migliaio di addetti in città con crisi e ricorso ad ammortizzatori sociali ed anche frequenti ritardi del pagamento delle retribuzioni sia a causa di una cattiva gestione, che dei ritardi negli accrediti da parte degli enti da cui dipendono.
– Settore pulimento: ha visto un sensibile e generalizzato ridimensionamento nei fondi a disposizione che ha prodotto forti effetti su addetti delle imprese di pulizia che operano presso pubbliche amministrazioni (caserme, Università, ospedali) con costante diminuzione della base di gara. Esempio classico i lavoratori delle Poste: prima 5 ore al giorno oggi 20 minuti a parità di prestazioni.
– IMIC: importante azienda di Torrenova che fabbrica porte: chiesta mobilità per 55 dipendenti.
– Laterizi: dal 2000 ad oggi si è passati da 500 a 150 addetti.
– Sicon: azienda zona Giammoro che produce bottiglie plastica con monocommittente Coca Cola. 3° anni di solidarietà e chieste nei giorni scorsi avvio mobilità.
– Pectina Industrie: 65 dipendenti completato ricorso ammortizzatori sociali. Nuova proprietà che sta riorganizzando il lavoro.
– ISPLA: San Pier Niceto, 21 dipendenti, avvio solidarietà su richiesta aziendale di licenziamenti.
– Edipower: 218 dipendenti + 150 indotto. Oggi nessuna problema, ma i piani aziendali e la mancanza di un piano di rilancio mettono a forte rischio il futuro dello stabilimento.
– Sait ponteggi (Edipower) : 20 dipendenti in Cassa integrazione.
– Saver imbarcazioni: Piratino, 67 dipendenti. Dopo anni di CIG si è passati ai contratti di solidarietà.
– Working system Srl (imbarcazioni): 160 dipendenti tutti in cassa integrazione.
– Nautiwork: 104 dipendenti. Cassa integrazione per tutti.
– Caleca ceramiche: Patti, 20 dipendenti. Dopo un decennio tra Cig e Cigs si sono avviati contratti di solidarietà.
– Abacus marine: nautica, Pace del Mela, 36 dipendenti. Cigo e Cigs con prospettive licenziamento.
– CAR MEC : produzione pezzi meccanici, Torregrotta, 30 dipendenti. Dopo un periodo di CIGO, attivata Cigs per un anno dal 5/3/2012.
– EDS infrastrutture: grandi appalti pubbl. e ferroviari, Terme Vigliatore, 242 unità personale. Dopo 13 settimane di CIGO nel 2012, avviata CIGS per un anno per 150 unità personale.
– Duferdofin. Acciaieria Giammoro, 170 unità personale. Ricorso a Cigo per tutto l'anno. Permanendo la crisi si dovrà fare ricorso a nuovi ammortizzatori.
– Fintel: appalti lavori elettrici stradali, Pace del Mela, 20 unità di personale licenziate il 30 luglio scorso senza ricorso agli ammortizzatori sociali.
– Feluca. Gestione sistemi informatici, Messina, 17 dipendenti. Cig in deroga fino a fine anno.
– Graziano: concessionaria auto, Saponara e Torrenova, 67 dipendenti. Dopo CIGS per un anno si preannuncia mobilità per gran parte dipendenti.
– Meeting sud. Catalogazione e registrazione atti giudiziari, 62 unità di personale di cui 11 a Messina. Cigs per un anno per tutti.
– OMS Officine meccaniche. San Filippo del Mela, 80 dipendenti. Dopo la Cigo è stata attivata la Cigs.
– F.lli Raimondi: produzione e installazione infissi, Pace del Mela, 30 dipendenti. Dopo la Cigo ora 20 lavoratori in Cigs.
– Servizi celeri: manutenzione carrelli elevatori, Giammoro, 20 unità di personale. Fatto ricorso a Cigo per periodo massimo spettante per la metà dei dipendenti.
– Nuova Cometra: produzione di materiale rotabile, Giammoro, 18 dipendenti. Chiesta Cigs per un anno.
– Terminter: produzione e installazione di macchinari per la depurazione dell'acqua, 20 dipendenti, San Filippo del Mela. CIGO per metà forza lavoro per 2011/2012.
– Tessile: Castello, ITE, Gruppo Malia, Valdemone srl, Manifatture mediterraneo, Zingales, Carpe Diem, Gruppo Edelina Castano, Confezioni Primula, Il Picchio maglificio, Dolce Donna, Marianna confezioni, etc. Nella zona dei Nebrodi dove la crisi ha portato alla chiusura di una parte significativa delle aziende del settore con la perdita di 300 posti di lavoro e la creazione di altrettanti disoccupati perlopiù donne, si registra un ulteriore ricorso alla Cassa integrazione ordinaria e straordinaria.
– Aicon: 326 addetti e altrettanti nell'indotto. Avviate procedure fallimento.
– Telecom: 280 addetti in provincia. Smobilita servizi in altre città, esternalizza i servizi dandoli in appalto ed in questi casi si sottrae persino dal compito di garantire riguardo l'affidamento di questi a sub appaltatori. Tutto ciò mette a rischio i posti di lavoro che sono quantificati anche qui secondo la percentuale nazionale di un terzo (Telecom nazionale ha annunciato che su 55 mila addetti sono a rischio in Italia 22 mila posti).
– Poste: disposta chiusura per 28 uffici postali. Si tratta di uffici monoagente, quelli cioè collocati in posti non facilmente raggiungibili ed i cui servizi non sono quindi esplicabili da altri soggetti Ciò creerà grandissime difficoltà a quegli utenti che non avranno alternative e che sono costituiti perlopiù da anziani e disabili Il personale non sarà licenziato, ma quei posti di lavoro in pianta organica sono ormai persi (blocco turn-over). Riguardo invece il servizio recapito il nuovo piano di riorganizzazione è più pesante e mette a rischio 100 addetti sempre secondo la regola che per ora non si licenza ma ci si limita a far scomparire i posti in pianta organica.
– Scuola. Con riforma Gelmini tra il 2009 e il 2011 si sono persi in provincia di Messina circa 1.700 posti di lavoro tra docenti e personale Ata.