MESSINA. “Mi chiamo Santi Coniglio, sono nato a Messina e sono un giovane avvocato”. Inizia così il post di un giovane che vorrebbe vedere la propria città rinascere. “Ho 29 anni, e da sempre ho amato viaggiare ed esplorare il mondo. Sono stato di recente ad Amsterdam e sono rimasto affascinato da come un piccolo paese, grande poco meno della Sicilia, sia così progredito e avanzato. Amsterdam è una città che sorge su una palude, un po' come la nostra Venezia, con mille problemi dal punto di vista idrogeologico, un po' come la nostra Messina: ciononostante gli olandesi hanno sempre fatto di necessità virtù, trasformando la loro debolezza in un punto di forza, e lo hanno fatto avendo il coraggio, a suo tempo, di fare delle scelte e degli investimenti che fossero capaci di rivoluzionare la qualità della vita in città, anteponendo il benessere comune all'egoismo individualista dei singoli!
Gli olandesi hanno investito tutto nelle infrastrutture, nelle vie di comunicazione, nei ponti e nei canali, nelle isole artificiali e oggi la loro capitale è sede dei principali colossi dell'industria, della banca e dell'alta finanza; società di consulenza come Dentons e KPMG (dove ho avuto l'onore di lavorare) fanno base ad Amsterdam! Alla luce della mia esperienza olandese, mi risulta sempre più difficile comprendere come nella mia Messina, per un ponte di tre chilometri, ci sia ancora la necessità di un dibattito. In questi giorni assistiamo all'ennesimo ritorno dei dinosauri che, dietro l'ipocrisia di un finto ambientalismo, rilanciano la protesta no ponte!
Ma come si fa a non comprendere l'opportunità clamorosa che viene offerta alla nostra terra? Non sono un simpatizzante di questo governo né del ministro delle Infrastrutture, tuttavia ritengo che quella per il ponte sia una battaglia che tutti i siciliani debbano combattere con estrema forza! Perché quello non è un ponte che unirebbe solo la Sicilia alla Calabria, ma unirebbe la Sicilia al mondo! E qualora non fosse sufficiente, le ragioni per cui quel ponte lo voglio ve le ripeto!
Il tempo di percorrenza di tre chilometri di Stretto tra attesa dei traghetti, carico e scarico delle navi, tempi morti degli aliscafi, coincidenze dei treni, mare mosso e altro è eccessivamente lungo! Non si possono impiegare 50 minuti minimo per passare tre chilometri! In Danimarca il canale di Oresund per arrivare in Svezia lo si passa in 20 minuti ed è lungo 15 chilometri. La mancanza del ponte permette ai traghettatori di comportarsi da monopolisti, le sanzioni dell'antitrust hanno fatto loro il solletico, per non parlare di tempi e prezzi degli aerei. Ma a voi sta bene continuare a pagare 40 euro per andare e tornare in giornata da Messina a Villa San Giovanni? A voi sta bene dover andare a Catania a prendere un aereo per Napoli o Roma e perderci minimo 4 ore e mezza, quando da Milano a Roma (distanza superiore) ci stanno 2 ore con il Frecciarossa 1000 e costa molto meno? Con il ponte basterebbe recarsi alla stazione di Messina, salire sulla Freccia e scendere a Napoli dopo 3 ore, senza diecimila cambi di mezzi.
Il vero vantaggio del ponte però sarebbe in termini di traffico merci. La Sicilia ha una posizione strategica al centro del Mediterraneo, è la regione italiana più vicina al canale di Suez, arteria principale della via della seta. Pensate a quante navi cargo farebbero scalo negli innumerevoli porti siciliani (Palermo, Augusta, Messina, Catania, Trapani e altri). Se ci fosse il ponte, i treni partirebbero dai porti siciliani senza bloccarsi nel collo di bottiglia dell'attraversamento su zattera dello Stretto (che a un treno merci fa perdere mezza giornata). E pensate ancora a quante industrie, start-up e aziende nel settore hi-tech nascerebbero in Sicilia e a quanti colossi vi aprirebbero sedi, sapendo che la Sicilia ha il ponte e il più trafficato aeroporto d'Italia a Catania.
È il volano per un vero boom economico del Sud Italia, perché cresciuta la Sicilia cresce tutto il Sud e se cresce il Sud cresce l'intera Italia. Molti sostengono la tesi che prima del ponte bisogna fare le infrastrutture interne: sarebbe anche vero, ma di queste infrastrutture interne ne sento parlare da quando ero piccolo e non se ne è vista traccia! Che urgenza ci sarebbe di investire in infrastrutture percepite come secondarie, se queste restano isolate dal resto del mondo, perché tanto in Sicilia non ci investe nessuno? Il ponte obbligherebbe a investire in queste infrastrutture, a meno che non lo si voglia far rimanere una cattedrale nel deserto, perché la domanda di infrastrutture di supporto diventerebbe così alta che a quel punto non si potrebbe non realizzarle e, chissà, magari anche in tempi celeri.
E non è vero che non siamo bravi in queste cose: il nuovo ponte Morandi di Genova ne è la dimostrazione, le più importanti capitali europee sono piene di opere progettate da Renzo Piano, ma ancor di più, nelle nostre vene scorre il sangue di chi, i romani, un ponte come quello di Messina lo ha già fatto, seppur con metodi e tecnologie diverse, duemila anni fa. Noi siamo, piaccia o non piaccia, i figli di quelli che le strade le hanno portate dall'Inghilterra al cuore dell'Iraq, di quelli che avevano gli acquedotti e le fogne nelle città mentre nel resto del mondo si lavavano nei torrenti, perciò dobbiamo guardare e pensare in grande! E voglio che il più lungo ponte a campata unica del mondo sia un successo di ingegneria italiana e siciliana.
Il ponte inquina? Lo fanno molto di più traghetti e aliscafi, lo fanno molto di più gli aerei, lo fa molto di più il non avere l'alta velocità che connetta la Sicilia alla Calabria. E trovo ipocrita chi dice che il ponte sfigurerebbe Torre Faro, quando già ci hanno pensato le ville abusive che sorgono nella zona, così come trovo ipocriti i no ponte che si spacciano per ambientalisti quando sono i primi che prendono la macchina per qualsiasi tipo di spostamento, la lasciano ovunque in doppia fila e si oppongono a mezzi pubblici, isole pedonali e piste ciclabili perché tolgono parcheggi! A me non frega nulla delle vostre ville, cari “ambienta-individualisti”, sono stanco di voi che anteponete l'interesse personale al bene comune celando la vostra ipocrisia ed il vostro egoismo spacciandoli per ideali nobili. Io questo ponte lo voglio, per la Sicilia, per l'Italia e per le generazioni future”.