Cultura. Taormina, da Palazzo Duchi di Santo Stefano le nuove sfide per il turismo
MESSINA. L'anno europeo del patrimonio culturale inizia con il convegno Sicilia Grand Tour. Viaggiatori, turisti, cittadini consapevoli organizzato da Articolo 9. Siciliani per cultura a Palazzo Duchi di Santo Stefano di Taormina. Una riflessione sulle potenzialità della Sicilia, con particolare riferimento ai beni culturali materiali e immateriali, su cui costruire una nuova idea di viaggio definendo moderne strategie di accoglienza e ospitalità. Tra i protagonisti del convegno anche il Parco Archeologico di Naxos-Taormina. Il direttore Vera Greco ha relazionato su Il Parco archeologico autonomo come meta di viaggio, portando la personale esperienza come responsabile del sito, che da sette mesi ha raggiunto l'autonomia finanziaria.
Cosa spingeva Otto Geleng, Wilhelm von Gloeden e i viaggiatori del Grand Tour a soggiornare anche per lunghi periodi di tempo a Taormina? Da questa domanda parte la riflessione del direttore Greco sulle strategie da mettere in campo per rilanciare un nuovo viaggio culturale in Sicilia. «Leggendo i loro appunti di viaggio, e conoscendo più da vicino il territorio – afferma Vera Greco – mi sono resa conto che il paesaggio, unico al mondo, insieme alle risorse culturali materiali e immateriali, costituiscono l'anima dei luoghi, la potenza attrattiva su cui bisogna scommettere se si vuole contrastare il turismo di massa».
Ed il Teatro Antico di Taormina con i suoi 700.000 visitatori rappresenta il luogo simbolo di questa tipologia di turismo mordi e fuggi. «Il nostro sforzo – sottolinea il direttore del Parco – è orientato a far diventare il Teatro Antico, insieme ad Isola Bella, Villa Caronia, gli scavi archeologici di Naxos e Francavilla di Sicilia, non solo una forza in grado di attrarre visitatori ma un veicolo per far conoscere e riscoprire l'intero territorio. La vision del Parco Archeologico di Taormina mira a comprendere e identificare i luoghi, scoprirne caratteristiche e potenzialità e farne una filigrana su cui poi ricamare azioni di crescita e sviluppo che devono essere però condivisi con tutti gli altri attori del territorio».
In questa direzione il Parco ha mosso i primi passi, con risultati positivi, in occasione del G7 di Taormina quando, insieme a enti ed istituzioni locali e nazionali, ha realizzato gli interventi di riqualificazione del Teatro Antico e partecipato ad una serie di iniziative di promozione delle eccellenze dell'isola. «Adesso il Parco ha anche sottoscritto – continua il direttore del Parco Archeologico di Naxos Taormina -un accordo con Federalberghi Taormina, Giardini Naxos e Riviera Jonica Messina proprio per creare delle occasioni in grado di attrarre turisti consapevoli verso un territorio dalle enormi potenzialità».
Il movimento Articolo 9. Siciliani per cultura, dopo la presentazione ufficiale di Siracusa il 9 dicembre scorso, ha scelto Taormina, meta del Grand Tour e capitale del turismo siciliano, per lanciare proposte, idee e sfide sul futuro del turismo nell'isola che abbia come centralità la rinascita culturale e il ripristino della bellezza. «Noi riteniamo che sia indispensabile – si legge nel Manifesto per la Rigenerazione della Sicilia di Articolo 9 – la rigenerazione culturale, per valorizzare al meglio il nostro enorme patrimonio materiale e immateriale che con ben 10 siti inseriti nell'elenco dell'UNESCO, rappresenta la più grande concentrazione di patrimonio del pianeta». Su questa consapevolezza condivisa si sono susseguiti gli interventi di studiosi ed esperti molti dei quali facenti parte della stessa associazione Articolo 9. Siciliani per la cultura.
Dopo i saluti istituzionali degli assessori alla Cultura e al Turismo del comune di Taormina Pina Raneri e Salvo Cilona a introdurre e moderare i lavori è stata Fulvia Toscano. Il primo intervento a cura di Filippo Grasso, docente di Analisi di Mercato nel corso di laurea in Scienze del Turismo all'Università di Messina ed esperto del sindaco di Montalbano Elicona, ha voluto porre l'attenzione sui “Sistemi turistici e distretti culturali”. «Per iniziare a fare un discorso sul turismo – spiega Grasso -dobbiamo avere come obiettivo una destinazione unica che è la Sicilia. Non ci dovrebbero essere comuni o territori in competizione tra loro, ma una cooperazione che promuova la terra di Sicilia con i suoi beni materiali e immateriali, le sue attività e le sue eccellenze. Fare sistema, mettere in atto percorsi condivisi, è il primo passo per garantire un'offerta turistica integrata durante tutto l'anno. La sfida che proviene dai mercati esteri ci pone davanti alla responsabilità di far tornare i viaggiatori nei luoghi che hanno visitato. E per vincere questa sfida un ruolo importante è ricoperto ancora oggi dagli operatori del territorio, di chi si occupa del settore dell'accoglienza e dell'ospitalità, ma anche dalle Pro Loco e dalle guide turistiche».
«Il mare non è solo contenitore di natura ma anche di cultura – afferma Sebastiano Tusa, sopraintendente del Mare, nell'intervento “Il Viaggio e i Parchi Archeologici subacquei”. E il mare della Sicilia, l'isola al centro del Mediterraneo, raccoglie testimonianze di quelle che erano e sono ancora oggi le rotte marinare. Visitare i relitti, i porti sommersi, le peschiere non è solo un'aggiunta all'offerta turistica, ma permette di far comprendere il ruolo marinaro, politico e culturale che la Sicilia ha svolto nei secoli». Daniele Tranchida, docente dell'Università di Messina” che ha relazionato su “Circuiti regionali teatrali ed artistici”: «L'arte e il teatro –afferma- sono connaturati al carattere stesso della Sicilia, basti pensare all'esperienza classica dei teatri di pietra. Oggi non è più possibile continuare a parcellizzare gli interventi o a considerare distanti i vari segmenti culturali, bisogna orientarsi verso iniziative culturali che mattano insieme le diverse forme di arte come le esposizioni di arte contemporanea o le rassegne cinematografiche nei teatri antichi». L'intervento di Daniele Tranchida è stato seguito da quello di Delia Accetta, che ha approfondito i “Servizi per il Teatro” soffermandosi sulla gestione del bene culturale, la valorizzazione, la promozione e la fruizione. «Anche il prezioso patrimonio immateriale della Sicilia- sottolinea il docente di antropologia all'Università di Palermo Ignazio Buttitta – tra cui rientrano a pieno titolo i riti e le feste religione, richiede forme innovative di valorizzazione ma che siano attente alla salvaguardia delle comunità e dei sentimenti delle comunità». Franz Riccobono, ha lanciato la proposta di un museo del Grand Tour a Messina e Andrea Cerra ha, invece, approfondito i circuiti letterari legati alla Sicilia.
Tutti gli interventi hanno passato in rassegna aspetti e problematiche diverse dei nuovi scenario del turismo culturale, puntando l'attenzione, soprattutto, sulla necessità di riconquistare una dimensione che è quella dei viaggiatori più che dei turisti, dei sognatori più che di consumatori, pronti a guardare la Sicilia con nuovi occhi. A chiudere i lavori Fabio Granata, uno dei fondatori di Articolo 9. Siciliani per cultura, che nel suo intervento ha proposto di rilanciare un Grand Tour della Sicilia per nuovi viaggiatori. «Un progetto che faccia della più grande stratificazione storico-culturale del pianeta, che è la Sicilia, la base di una maggiore consapevolezza dei siciliani per declinare un turismo non di massa ma più attento ai luoghi dell'anima. Delle strategie e dei percorsi che sappiano tutelare e custodire ma anche raccontare e far conoscere il prezioso patrimonio dell'isola».