#Cronaca. E tre: arrestato anche il terzo degli evasi dal carcere di Barcellona
Arrestato a Santa Lucia del Mela l'ultimo dei tre detenuti evasi la notte tra mercoledì e giovedì scorsi dal carcere di barcellona Pozzo di Gotto. Dopo il 20enne Gaetano Scicchitano di Lipari e il 25enne Vittorio Smiroldo, intorno alle 17 gli uomini del Nucleo Investigativo Centrale della Polizia Penitenziaria hanno messo le manette anche a Emanuele Rossitto, fratellastro di Smiroldo. La loro fuga è durata quindi poco più di 24 ore. I tre sono già stati ricondotti in carcere. Le modalità della fuga (i detenuti erano in una cella al piano terra dalla quale sono evasi semplicemente forzando l'inferriata e dopo avere saltato un paio di muri erano fuori dal penitenziario) hanno suscitato numerose polemiche e la dura presa di posizione del sindacato SAPPE.
“I tre sono evasi da una struttura che era un Ospedale Psichiatrico Giudiziario e non è mai stata adeguata alla sicurezza di un penitenziario, come chiese il SAPPE fin da subito nell'indifferenza generale -dichiara in una nota Donato Capece, segretario generale del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria. Non è un caso che siano fuggiti da un'area che non ha video sorveglianza, da una realtà che ha visto andare in pensione in poco tempo 50 poliziotti penitenziari senza che fossero rimpiazzati”. Inoltre, in più occasioni il SAPPE ha denunciato le carenze strutturali richiedendo contestualmente l'avvio dei lavori necessari, ma nessuno gli ha dato retta.
Per protestare contro l'indifferenza dell'amministrazione penitenziaria, da tempo le organizzazioni sindacali si rifiutano di firmare accordi con la direzione del carcere di Barcellona Pozzo di Gotto. “L'evasione dal carcere di Barcellona Pozzo di Gotto ha responsabilità ben precise -incalza Capece. Cercate i colletti bianchi. Da quando sono stati introdotti nelle carceri vigilanza dinamica e regime penitenziario aperto sono decuplicati gli eventi critici, episodi incomprensibilmente sottovalutati. Ogni 9 giorni un detenuto si uccide in cella, ogni 24 ore ci sono in media 23 atti di autolesionismo e 3 suicidi in cella sventati dalle donne e dagli uomini del Corpo di Polizia Penitenziaria. Aggressioni risse, rivolte e incendi sono all'ordine del giorno e i dati sulle presenze negli istituti di pena ci dicono che il numero delle presenze di detenuti è in sensibile aumento. Il corpo di Polizia Penitenziaria, che sta a contatto con i detenuti 24 ore al giorno, anche quando tutti gli altri che si interessano di carcere poche ore al giorno o a settimana dormono, ha carenze di organico pari a oltre 7.000 agenti”.
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