Cronaca. Maxi frode fiscale a Messina, arrestati un commercialista e quattro imprenditori

Messina GuardiadiFinanza SiciliansMESSINA. L' Zero Tasse mette a nudo una maxi frode fiscale e un vasto giro di fatture false. In manette un commercialista e quattro imprenditori. Stamane i militari della Guardia di Finanza del Comando Provinciale e della Sezione di Polizia Giudiziaria di Messina hanno dato esecuzione ad un'ordinanza di custodia cautelare nei confronti di cinque indagati emessa dal Giudice per le Indagini Preliminari Maria Vermiglio su richiesta della Procura della Repubblica. La misura prevede la custodia cautelare in carcere per tre degli indagati (il commercialista Franco Fiocco, difeso dall'avvocato Salvo Versaci, e gli imprenditori Angelo e Antonino Di Dio) e gli arresti domiciliari per gli due (gli imprenditori Giovanni Vinci e Giovanni Di Blasi, difesi dagli avvocati Antonio Tesoro e Giuseppe Ventura Spagnolo). Disposto anche il sequestro preventivo per oltre 23 milioni di euro, su conti correnti e disponibilità finanziarie riconducibili agli indagati e alle società coinvolte nella frode. Nell'ambito dell'operazione, sono state denunciate complessivamente nove persone.

Gli illeciti ipotizzati sono associazione per delinquere finalizzata all'emissione e all'utilizzo di fatture per operazioni inesistenti e bancarotta fraudolenta. L'indagine, che è nata da un controllo fiscale eseguito nei confronti di una ditta di vendita di prodotti informatici, ha fatto emergere l'esistenza di un'organizzazione finalizzata alla perpetrazione di frodi fiscali, capeggiata da due fratelli imprenditori e un professionista, tutti destinatari di ordinanza di custodia cautelare in carcere.

Altri due imprenditori sono stati, invece, sottoposti agli arresti domiciliari. Questi ultimi, ricoprivano formalmente la carica di rappresentanti legali di alcune società di comodo (di fatto amministrate dagli altri due imprenditori), che erano utilizzate per emettere fatture false a favore di altre società riconducibili all'organizzazione criminale. Le attività, svolte sotto la direzione della Procura della Repubblica di Messina, hanno consentito di scoprire un sofisticato sistema di frode attuato tramite un vasto giro di fatture false fra diverse società facenti capo agli indagati, operanti nel settore del commercio dei prodotti elettronici (quali telecamere, macchine fotografiche, cellulari, computer, navigatori satellitari, ecc.), destinati alla grande distribuzione e al commercio al dettaglio via web.

Gli indagati si sono avvalsi di ditte individuali e società cartiere, dislocate nelle province di Messina, Pesaro, Roma, Taranto e Treviso, nonché in territorio estero (Malta, Romania e Slovenia), gran parte delle quali gestite direttamente nel capoluogo peloritano. Il meccanismo fraudolento ha garantito un elevato profitto, rappresentato dall'IVA non versata all'erario, sia ai promotori della frode che agli amministratori delle cartiere. Nel corso degli accertamenti è emerso che gli arrestati, una volta venuti a conoscenza delle indagini, hanno provveduto a occultare e distrarre beni di alcune società coinvolte nella frode, successivamente dichiarate fallite dal Tribunale di Messina, incorrendo anche nel reato di bancarotta fraudolenta.

L'operazione di Polizia Economico-Finanziaria testimonia l'impegno della Guardia di Finanza a tutela delle entrate di bilancio e contro ogni forma di concorrenza sleale attraverso il contrasto delle frodi fiscali di grossa entità poste in essere anche con condotte estremamente insidiose, quali l'emissione e l'utilizzo di fatture per operazioni inesistenti.

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