Cronaca. Corse clandestine di cavalli, blitz dei Carabinieri a Messina

clandestineMESSINA. Dalle prime luci dell'alba di oggi i Carabinieri del Comando Provinciale di Messina stanno eseguendo un provvedimento cautelare emesso dal GIP del Tribunale di Messina su richiesta della della Repubblica nei confronti di 9 persone, tutte di Messina, ritenute a vario titolo responsabili di associazione per delinquere finalizzata all'organizzazione di corse clandestine di cavalli e al maltrattamento di animali. A breve ulteriori dettagli con foto e filmato relativi all'operazione.

Aggiornamento 10.33

Il 33enne Stello Margareci è stato condotto nel carcere di Gazzi, mentre sono ai domiciliari sono finiti Orlando Colicchia (32 anni), Rosario Lo Re (42 anni), Gabriele Maimone (26 anni), Orazio Panarello (34 anni). Una sesta persona è ancora ricercata. Infine, destinatari della misura cautelare del divieto di dimora nel territorio del Comune di Messina sono A. C. (36 anni), G. D. (34 anni), e F. G. (33 anni), tutti residenti nel capoluogo peloritano.

Il provvedimento restrittivo scaturisce da una complessa e articolata attività d'indagine, sviluppata sin dal dicembre 2014 dal Nucleo Operativo della Compagnia di Messina Sud e dalla Aliquota Carabinieri della locale Sezione di Polizia Giudiziaria, i cui esiti hanno permesso di comprovare l'operatività di un gruppo criminale, attivo nella zona sud della città, che organizzava periodicamente corse clandestine di cavalli, gestendo il lucroso circuito delle scommesse illegali legato ad esse.

Il fenomeno delle corse di cavalli è ormai storicamente accertato a Messina così come l'esistenza di vari gruppi che gestiscono le gare. L'attività investigativa ha documentato numerose competizioni svoltesi non solo in varie parti della città, come il viale Giostra, il di Santa Margherita e le vie del villaggio CEP, ma anche in provincia, come ad esempio nel comune di Gaggi.

Il gruppo criminale oggetto di indagine, che aveva come base operativa la cosiddetta scuderia minissaloti, al villaggio UNRRA, era capeggiato da Margareci, che rivestiva il ruolo di promotore e organizzatore dell'associazione, presenziando alle gare, coordinando la gestione dei cavalli, pianificando gli allenamenti e impartendo agli altri associati le direttive. I sodali, ciascuno in un proprio ambito,  si occupavano della scelta dei percorsi, provvedevano alla gestione dei cavalli ed al loro quotidiano mantenimento, potendo anche contare sull'operato di un  veterinario, il quale si occupava della somministrazione agli animali di sostanze con effetti dopanti per aumentarne le prestazioni.

Alcuni complici, nel corso delle competizioni abusivamente organizzate, fungevano anche da fantini mentre altri si occupavano di raccogliere le scommesse e incassarne i proventi. Durante l'inchiesta si è appurato come l'organizzazione promuovesse la propria attività illecita mediante la pubblicazione sui più diffusi social network delle immagini delle gare, che sono state acquisite come fonti di prova.

E' inoltre emerso come i maltrattamenti agli animali fossero spinti fino alle estreme conseguenze tanto che durante una delle competizioni hanno portato alla morte di Zikka, cavallo di punta della scuderia, da cui appunto prende il nome l'operazione. Insieme alle misure cautelari personali, è stata data esecuzione a un provvedimento di sequestro preventivo dei locali della scuderia e dei cavalli in essa custoditi.

 

 

 

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