Cronaca. Cesarò, confiscati beni per 300.000 euro a esponente del clan Santapaola-Ercolano
messina. Nelle prime ore di questa mattina in provincia di Messina e Catania i Carabinieri della Sezione Anticrimine del Raggruppamento Operativo Speciale della città etnea, congiuntamente ai militari della Compagnia Carabinieri di Santo Stefano di Camastra hanno sequestrato beni immobili (terreni e fabbricati rurali) riconducibili a Salvatore Catania, detto Turi, in atto detenuto nel carcere di Catania-Bicocca, elemento di vertice del clan mafioso operante nell'area territoriale compresa tra i comuni di Bronte, Maniace e Cesarò, saldamente legato alla famiglia di Cosa Nostra catanese Santapaola – Ercolano. Il tutto è stato emesso dal Tribunale di Catania – Sezione Misure di Prevenzione, su richiesta della procura della Repubblica Direzione Distrettuale Antimafia di Catania. Il provvedimento patrimoniale eseguito, scaturisce da due distinte indagini, denominate Iblis e Nebrodi, condotte dal 2009 al 2017 dai due Reparti operanti. I due filoni d'indagine, uno riguardante il complesso sistema dei contributi comunitari erogati dall'AGEA, L'Agenzia per le erogazioni in agricoltura e le connesse attività illecite tese a garantirsene la percezione pur senza averne i requisiti e l'altro inerente gli atti intimidatori e le estorsioni poste in essere dal sodalizio criminale ai danni degli imprenditori della zona, erano giunte a convergenti risultanze nell'acclarare la figura di vertice di Salvatore Catania e avevano condotto il 14 febbraio 2017 all'arresto dell'uomo unitamente ad altri 8 correi, poiché ritenuto promotore del sodalizio e autore di alcune estorsioni aggravate dal metodo mafioso. Gli accertamenti patrimoniali condotti consentivano di svelare come gran parte delle proprietà riconducibili a Catania fossero il frutto di attività illecite e riciclaggio di capitali e il suo patrimonio immobiliare, colpiti dal provvedimento ablativo, ammonta al valore complessivo di 300.000 euro.