Coronavirus e baracche a Messina, De Luca: “Cittadini in hotel se la situazione si aggrava”

. Il sindaco Cateno De Luca interviene sulle baraccopoli cittadine e riaccende i fari sul noto stato di degrado in cui vivono oltre 2.500 famiglie. “In ci sono luoghi come le baraccopoli dove questo periodo di emergenza da COVID-19 è vissuto ancora in modo più complicato – dichiara De Luca. Purtroppo, ho dovuto ordinare a circa 2.500 famiglie che già vivono in questa situazione di disagio di restare nelle baracche coperte di amianto, in un ambiente, come dimostrato anche dalle statistiche, dove l'aumento di mortalità per alcune patologie è più incisivo. D'altronde, vivere in pochi metri quadrati in sei, sette, otto persone, non è facile e da marzo in poi, con il caldo, tutto diventa più difficile. Questi cittadini hanno fatto un grande sacrificio e li ringrazio”.

 

Il sindaco richiama quindi l'attenzione di tutta la classe politica nazionale sulla questione baracche nella città dello Stretto. Una vicenda quasi centenaria, perché le baraccopoli risalgono al periodo successivo alla Seconda Guerra Mondiale, con l'eccezione di quelle della scalinata che porta in via Giovanni da Procida, le ultime superstiti del post terremoto 1908. “La maggior parte di queste abitazioni -prosegue il primo cittadino- sono suddivise come lebbrosari nati nel centro urbano e poi circoscritte dalle successive urbanizzazioni. Posti dove nessuno si avvicinava e la politica in passato non è intervenuta in modo concreto. L'ARISME, l'agenzia che abbiamo creato un anno fa attraverso una legge regionale e che ha semplificato tutti i procedimenti per il risanamento, si è fatta carico in questo periodo difficile di aiutare chi vive in baracca. Stiamo lavorando con il presidente di ARISME Marcello Scurria a una campagna di solidarietà #iorestoinbaracca, per gestire una situazione ancora più complessa in questo periodo”.

 

Ed è proprio Scurria a dichiarare: “Stiamo lavorando a un piano di emergenza sanitario perché se ci fossero problemi in una delle 72 baraccopoli sarebbe una situazione gravissima e si deve pianificare in tempo come agire. Cerchiamo di sanificare una volta a settimana le baracche, tenendoci pronti a qualsiasi evenienza che speriamo non accada mai. Abbiamo definito un'azione supplementare per questo territorio e abbiamo consegnato famiglia per famiglia le mascherine e il gel igienizzate“.

 

“Quello che diventa importate per noi – sottolinea ancora il sindaco – è il piano che si sta predisponendo per un'eventuale  evacuazione complessiva e per questo stiamo pure individuano delle risorse nell'ambito del PON Metro. Non escludo nel frattempo, se la situazione dovesse peggiorare, di trasferire queste persone in albergo e me ne prendo la responsabilità, anche per mettere spalle al muro la classe politica regionale e nazionale. Fondamentale per la questione delle baracche è l'azione di solidarietà e denuncia avviata da diversi artisti, tra i quali Nino Frassica, per ricordare al mondo politico che ancora a Messina c'è questa vergogna, dove emerge ancora di più la drammaticità di questa situazione. Mi sento supportato dalla città, il territorio sta riscoprendo un principio di solidarietà che nel tempo si era perso, perché si agiva con la logica del lebbrosario e quindi mantenendo le distanze dalla questione baracche.

 

Ora le cose stanno cambiando e devo ringraziare l'Università che già su tanti fronti si è dimostrata collaborativa e ci ha risolto problemi importanti. Lo stesso hanno fatto alcuni imprenditori che si aprono al territorio e destinano parte della loro esperienza, delle loro conoscenze, e dei loro ricavi ad azioni fondamentali che servono per superare questa situazione tragica delle baracche. L'imprenditore Faranda ha contattato Frassica come testimonial d'eccezione per questa iniziativa all'interno delle baracche e non è la prima volta che si impegna in modo concreto per la città”.

 

De Luca conclude ricordando anche degli interventi della sua amministrazione per tutte le famiglie messinesi in difficoltà: “Con la Family card abbiamo dato la risposta concreta a nuovi poveri causati dal coronavirus. Un progetto complessivo che ci ha visto individuare 39 milioni e 300 mila euro per azioni mirate. Di questi 20 milioni destinati alle famiglie e la differenza per un piano per le imprese che stiamo definendo con le organizzazioni di categoria. Su 20 milioni di euro, ne abbiamo destinati 8 al sostegno alimentare con 12 mila richieste di altrettanti nuclei familiari. Ci sono poi 6 milioni di euro destinati per le bollette di acqua e gas per i periodi da marzo a giugno e altri 6 per dare un contributo di 280 euro mensile per pagare l'affitto dell'abitazione principale”.

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