Coronavirus, CISL Messina: “Troppe incognite, per turismo e commercio è emergenza sociale”
MESSINA. Riaperture con troppe incognite per settore turistico e commerciale. Lo denuncia la FISASCAT CISL Messina, che ricorda come nella provincia ci sono 15.000 persone che vivono di impiego stagionale nel turismo e nel commercio e che per loro non c'è prospettiva di lavoro per questa stagione ormai già ampiamente compromessa. “Il 4 maggio potranno riaprire – dichiarano i rappresentanti sindacali Salvatore D'Agostino e Pancrazio Di Leo – ma quante attività ricettive, turistiche e commerciali lo faranno davvero? Quante persone ci saranno? Le Isole Eolie, Taormina e il suo comprensorio ma non solo sono i maggiori poli turistici siciliani, aree di riferimento per il turismo e l'economia della sicilia e del Sud. Ma questo non interessa al Governo».
Secondo le stime di FISASCAT CISL, l'estate prossima a Taormina e nell'hinterland saranno occupati tra il 15% e il 20% dei lavoratori, che comunque non potranno nemmeno maturare i requisiti necessari poi per chiedere la NASPI, l'indennità mensile di disoccupazione. “Ad oggi non sappiamo quante attività apriranno, ci sarà pochissimo lavoro e chi potrà lavorare sarà fortunato – continuano i rappresentanti del sindacato – Per questo riteniamo indispensabile che si ripristini la ASPI (l'Assicurazione Sociale per l'Impiego, sistema di assicurazione contro la disoccupazione involontaria con i 24 mesi indennizzati, ndr) o che sia ripristinata la cassa integrazione in deroga per tutti i lavoratori del turismo. La considerazione che ad oggi c'è del nostro territorio è tutta nei 600 euro del decreto “Cura Italia”. Una miseria persino negata a molti lavoratori, con la quale le persone potranno pagare una bolletta o una mensilità di affitto”.
Per la FISASCAT non è più una crisi economica ma un'emergenza sociale. “Non possiamo accettare questa mattanza che viene compiuta ai danni di migliaia di lavoratori e di tutte le loro famiglie. Il lockdown, sinora, ci ha impedito di manifestare, il distanziamento sociale prevederà ulteriori obblighi ma non appena possibile torneremo in piazza. Soltanto questa situazione di quarantena obbligata ci ha fermato altrimenti oggi saremmo già a Palermo e a Roma, sotto i palazzi della Regione e del Governo, per pretendere il rispetto di quei diritti che ai lavoratori del turismo, del commercio e dei servizi vengono negati, privati anche degli ammortizzatori sociali a differenza di altri settori produttivi. La crisi sta togliendo l'impiego a migliaia di lavoratori, ma di fronte a una crisi senza precedenti siamo pronti a una lotta senza precedenti per difendere l'occupazione e soprattutto la dignità troppe volte calpestata dei lavoratori”.