Colpo al clan mafioso di Barcellona PG: 15 le persone arrestate, in carcere un amministratore giudiziario
Nella notte, un'operazione congiunta condotta dalla Polizia di Stato, attraverso il Servizio Centrale Operativo, la Squadra Mobile della Questura di Messina e il Commissariato di Barcellona Pozzo di Gotto diretto dal Vice Questore Carmelo Alioto, ha portato all'arresto di 15 persone. L'ordinanza di custodia cautelare, emessa dal G.I.P. del Tribunale di Messina su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia, riguarda reati di concorso esterno in associazione mafiosa, estorsione, peculato, trasferimento fraudolento di valori, violazione della pubblica custodia di cose e sottrazione di beni sottoposti a sequestro, tutti aggravati dal metodo mafioso.
Un'indagine complessa e articolata
Le indagini, coordinate dalla Procura di Messina, hanno svelato l'esistenza di un'organizzazione mafiosa ben strutturata, attiva nel settore dello smaltimento di rifiuti solidi urbani, rifiuti speciali e demolizione di veicoli. L'impresa coinvolta, con sede a Barcellona Pozzo di Gotto, era già stata sottoposta a sequestro e confisca in più occasioni per il suo legame con il clan mafioso locale, noto come la “famiglia mafiosa barcellonese”.
Nonostante i numerosi provvedimenti giudiziari, tra cui sequestri e confische definitive dal 2011 al 2018, le indagini hanno evidenziato come l'impresa fosse ancora gestita di fatto da un esponente di vertice del clan, già condannato per associazione mafiosa e attualmente detenuto. Questo sarebbe stato possibile grazie alla complicità dell'amministratore giudiziario, che avrebbe favorito il clan, omettendo di adempiere ai propri doveri.
I meccanismi del controllo mafioso
L'inchiesta ha permesso di ricostruire un sistema illecito finalizzato all'arricchimento del clan mafioso. Tra le attività contestate figurano: -La vendita di pezzi di ricambio usati senza titoli fiscali. -Lo smaltimento illegale di rifiuti non censiti. -L'appropriazione sistematica di denaro non contabilizzato dall'impresa.
L'impresa, nonostante fosse formalmente sotto amministrazione giudiziaria, rappresentava agli occhi della comunità una prova del potere mafioso, capace di controllare attività economiche nonostante i provvedimenti giudiziari.
Gli indagati avrebbero inoltre compiuto estorsioni nei confronti di dipendenti ritenuti non affidabili, allontanandoli dall'azienda, e di imprenditori operanti in settori affini. Il capo clan e i suoi familiari mantenevano una presenza simbolica quotidiana nei locali aziendali, rafforzando il controllo sull'attività.
Le misure cautelari
Il G.I.P. ha disposto la custodia cautelare in carcere per 14 persone e gli arresti domiciliari per un altro indagato, quasi tutti residenti o domiciliati a Barcellona Pozzo di Gotto. Nel corso degli arresti è stata rinvenuta anche una pistola con dei proiettili. Questo nuovo colpo alla criminalità organizzata rappresenta un passo significativo nella lotta al radicamento mafioso nel territorio messinese, dimostrando ancora una volta il legame profondo tra il potere criminale e settori strategici dell'economia locale.
I NOMI DEGLI ARRESTATI
Giuseppe Accetta, Luisella Alesci, Salvatore Crino', natale De Pasquale, Tiziana Foti, Angelo Munafo', Antonino Ofria, Carmelo Ofria, Chiara Ofria, Giuseppe Ofria, Domenico Ofria, Salvatore Ofria, Fabio Salvo, Salvatore Virgillito, Paolo Salvo.
L'operazione testimonia l'impegno della Direzione Distrettuale Antimafia e delle forze di polizia nel contrasto alla pervasività del fenomeno mafioso, sottolineando la necessità di vigilanza costante per impedire che la criminalità organizzata continui a infiltrarsi nelle attività economiche.