#C’eraunavoltailcinema. The dressmaker – Il diavolo è tornato
The dressmaker – Il diavolo è tornato
Paese: Australia
Genere: Drammatico
Durata: 118 minuti
regia: Jocelyn Moorhouse
Dopo anni a lavorare da sceneggiatrice, Jocelyn Moorhouse torna dietro la macchina da presa a quasi un ventennio di distanza dalla sua ultima pellicola (Segreti).
La bellissima Tilly (Kate Winslet) ha passato diversi anni a Parigi, diventando una stilista piena di talento che l'ha portata a collaborare con i migliori professionisti del settore. Decide di tornare in Australia, sua terra natale. Quando giunge a Dungatar, il paesino dove è nata, viene guardata con sospetto: Tilly è partita, fuggita quasi, che era ancora una bambina a causa di un drammatico evento, ma adesso deve badare alla madre.
Tutti sono curiosi, sebbene diffidenti e la loro prudenza è ben motivata, perché Tilly cova vendetta. La donna incrinerà e farà a pezzi l'equilibrio sonnacchioso del paesino, per rifarsi di tutte le sue sofferenze, sebbene lei stessa non ne serbi che un ricordo vago. Evan Pettyman (Shane Bourne), che nutre nei confronti di Tilly un odio antico odio, assume una stilista di Melbourne, perché metta in difficoltà Tilly e decreti la fine della sua carriera professionale.
Un discreto miscuglio di generi per quest'opera della Moorhouse, che unitamente a una buona performance del cast di tutto rispetto fa portare a casa la pagnotta. Le pecche però ci sono e stranamente si riscontrano proprio nell'ambito in cui la regista ha lavorato in tutti questi anni, ovvero la scenenggiatura. Le ingenuità si notano e in alcuni casi non sono neppure scusabili, perché spezzano l'incantesimo di una storia che ha delle buone potenzialità e arriva subito, secco come uno schiaffo, il promemoria che si sta guardando un film. Forse la Moorhouse ha riposto buona parte delle sue energie nella regia, temendo dopo più di tre lustri di essersi arrugginita.
Così non è, ma il risultato non cambia: grazie alla performance degli attori e a una impostazione di regia e fotografia che esalta le splendide creazioni sartoriali realizzate per questa pellicola (dove i costumi hanno un ruolo giustamente predominante), “The dressmaker” si salva regalando quasi due ore di buon intrattenimento, ma poteva ambire a traguardi ben più alti. Consigliato ai fan di Kate Winslet.